IL VATICANO E IL CODICE DA VINCI "FEDELI, PORTATE IL FILM IN TRIBUNALE"
di Marco Politi (La Repubblica, 07.05.2006)
Città del Vaticano - Boicottare il film di Dan Brown. La parola d’ordine si sta diffondendo in Vaticano. Ora un autorevole cardinale scende in campo con una proposta ancor più dura: perseguire e colpire il film sul Codice da Vinci nei tribunali.
L’idea è del cardinale di Curia Francis Arinze, che ha proclamato: «Esistono mezzi legali per ottenere che alcuni rispettino i diritti di altri». Il porporato nigeriano sostiene che il rispetto del credo religioso è un diritto fondamentale: «Devono rispettarci e rispettare il nostro fondatore, Gesù Cristo. I cristiani non possono restare con le braccia incrociate e dire: "Dobbiamo perdonare e dimenticare"».
L’appello del cardinale risuona nel documentario "Il Codice da Vinci: un inganno da maestro", realizzato dal giornalista americano Mario Biasetti e che verrà presentato a Roma all’Associazione stampa estera il 16 maggio. Arinze è molto energico. «La figura di Cristo - dice - non può essere usata liberamente. Quelli che bestemmiano Cristo approfittano della buona disposizione dei cristiani al perdono e all’amore anche verso coloro che li insultano». Ma ci sono altre religioni, ha soggiunto il cardinale con chiaro riferimento ai fondamentalisti islamici, in cui l’insulto al Fondatore viene ripagato «dolorosamente». Conclude Arinze: «Non sarò io a dire a tutti i cristiani quello che devono fare, ma ci sono i mezzi legali per reagire».
L’idea che sembra sottostare al suo intervento è quella di un ricorso in massa ai tribunali (all’anglosassone) per "offesa" al diritto individuale di credo. Pare difficile, tuttavia, che sia la Chiesa istituzionale a muoversi. Potrebbero però prendere l’iniziativa associazioni di fedeli come accadde in America con il boicottaggio pianificato del film di Martin Scorses "L’ultima tentazione di Cristo".
La prima personalità di spicco della Curia a chiamare al boicottaggio è stato il Segretario del Sant’Uffizio, mons. Angelo Amato, noto teologo di strettissima fiducia di papa Ratzinger. Pochi giorni fa ha denunciato in una conferenza «offese, calunnie, errori» e falsi contenuti nell’opera di Dan Brown. Richiamandosi a quanto accadde con il film di Scorsese, monsignor Amato ha citato l’esempio di un «boicottaggio ai botteghini» che provocò negli Usa «una meritata bocciatura economica».
Anche l’Avvenire, giornale dei vescovi italiani, ha dedicato un inserto speciale alla campagna di boicottaggio, citando l’allora arcivescovo di New York O’Connor che nel 1988 invitò dal pulpito «i buoni cristiani» a disertare le proiezioni dl film di Scorsese. Intervennero allora anche gli arcivescovi di Boston e New Orleans.
Più flessibile la linea dell’Opus Dei, "bestia nera" del Codice da Vinci. Scartata alla fine l’idea di adire vie legali, l’Opus sta sfruttando via internet e con iniziative pubbliche la pubblicità (seppur negativa) sulla propria organizzazione e ha lanciato una campagna per raccontare "chi è Cristo, cos’è la Chiesa, cosa fa l’Opus Dei". Nell’era dei media e della navigazione in rete sembra la carta vincente.