Inviare un messaggio

In risposta a:
STORIA E FILOSOFIA. LA SCUOLA DI MILANO. A ENZO PACI (1911-1976), IN MEMORIA ...

ENZO PACI: LA "INGENS SYLVA" E IL CENTAURO CHIRONE. UNA PIAZZA DI MILANO IN SUO NOME. Discorso per l’inaugurazione e altri materiali - a c. di Federico La Sala

Gli oratori, il giorno dell’inaugurazione (giovedì 6 aprile 2006), sono stati Stefano Zecchi, Emilio Renzi e Umberto Eco. Alla fine ha preso la parola Lulli Paci.
giovedì 21 luglio 2016
[...] La piazza si trova nel Quartiere S. Ambrogio - Zona 6 Barona. Al suo centro vi è una fontana su cui campeggia una statua dello scultore Igor Mitoraj. Essa raffigura il centauro Chirone.[...]
MILANO: GALLERIA FOTOGRAFICA DI PIAZZA ENZO PACI
"Parigi 30 marzo 1960. Ho trovato Ricoeur alla Gare de Lyon. Non ci vedevamo da quindici anni. Da Wietzendorf era partito all’improvviso. Dormivo. Non volle svegliarmi e lasciò un pane nel mio giaciglio [...]" (Enzo Paci, Diario fenomenologico (...)

In risposta a:

> IL FILOSOFO, IL CENTAURO CHIRONE, E LA CITTA’ -- ENZO PACI. Il rapporto tra maestro e allievo nel ricordo di Carlo Sini (di Fulvio Papi)

mercoledì 25 maggio 2016

      • "Esiste a Milano una piazza Enzo Paci, voluta dal suo allievo Stefano Zecchi quando era assessore alla Cultura del Comune di Milano. Venne inaugurata con una piccola cerimonia, alla quale purtroppo non potei assistere. In quella occasione Emilio Renzi, uno dei nobili e fedeli allievi di Paci, tenne un breve, bellissimo discorso, che venne poi stampato. (Carlo Sini, Enzo Paci. Il filosofo e la vita, Feltrinelli, Milano, 2015, p. 128). (federico la sala)


ENZO PACI. IL FILOSOFO E LA VITA

Il rapporto tra maestro e allievo nel ricordo di Carlo Sini

di Fulvio Papi *

Alla ricchissima produzione filosofica di Carlo Sini si aggiunge ora un libro di rara eleganza filosofica e narrativa. Il suo titolo, molto rapido, è Enzo Paci. Il filosofo e la vita, Feltrinelli, Milano, 2015. Se poi desiderassimo anticipare quella che è la gradevole scoperta del testo, dovremmo scrivere “La mia giovanile vita filosofica intrecciata all’esperienza decisiva di Enzo Paci della fenomenologia di Husserl”. Rendere i titoli referenziali ha solo il vantaggio di svelare al lettore un cammino di verità, poiché proprio in questo intreccio sta il fascino di queste pagine. La filosofia vive (fenomenologicamente) in una esperienza vivente, in una intenzionalità che si ripete e così si rinnova.

Siamo nel 1957 quando Sini, dopo la dolorosa scomparsa di Barié con cui era laureando, si trova a comporre il suo lavoro di tesi hegeliano nell’atmosfera filosofica che Paci sta inaugurando. È l’inizio di quell’epoca straordinaria, quando il filosofo era impegnato in una rinascita fenomenologica, che fu una esperienza molto importante nella nostra cultura. Poi Paci aveva una energia straordinaria e una dedizione totale propria di un filosofo che in Husserl trovava la modalità veritativa del pensiero. Il lavoro delle lezioni, dei seminari, della promozione editoriale, della rivista «Aut-Aut», convegni, dibattiti in Italia e all’estero. È una ebbrezza intellettuale ma anche una passione personale. Paci, che riconobbe subito Sini come un ingegno fuor dal comune e un giovane filosofo cresciuto nella filosofia, gli assegnò il posto di assistente, e così Sini fu coinvolto teoreticamente ed emotivamente in questa impresa filosofica il cui stile passava, come processo di formazione, dal maestro all’allievo. Il libro di Sini rimanda con chiarezza filosofica e con un ricordo pieno di partecipazione questo riflettersi di compiti e di obiettivi filosofici. Le pagine nella loro stilistica sobrietà fanno rinascere il tessuto vitale di quel tempo.

Lo “stacco” di Sini avviene su una domanda fondamentale: “che origine ha l’autocoscienza, come si è costituita?” Quindi Nietzsche, il pragmatismo, la concezione della scrittura alfabetica come condizione del pensiero oggettivante, le pratiche che costituiscono, nel loro intreccio, gli orizzonti filosofici e culturali. È Sini che, nella memoria del suo cammino, ci presenta un Paci vivente. Come oggi non è, per molte ragioni che potrei anche elencare facilmente. Ma chiuderò un po’ alla Kraus: “Il lavoro filosofico di Paci era troppo intelligente e troppo ampio per ridurlo a una banalità”.

* casa-della-cultura-milano 13 Maggio 2015


Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: