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MITO E STORIA, POLITICA E TEOLOGIA: "LUCIFERO!" E LA STELLA DEL DESTINO. Storiografia in crisi d’identità ...

LA STORIA DEL FASCISMO E RENZO DE FELICE: LA NECESSITÀ DI RICOMINCIARE DA "CAPO"! Alcune note - di Federico La Sala

I. BENITO MUSSOLINI E MARGHERITA SARFATTI - II. ARNALDO MUSSOLINI E MADDALENA SANTORO.
domenica 10 dicembre 2023
[...] "SAPERE AUDE!" (I. KANT, 1784). C’è solo da augurarsi che gli storici e le storiche abbiano il coraggio di servirsi della propria intelligenza e sappiano affrontare "l’attuale crisi di identità della storiografia" [...]
KANT E GRAMSCI. PER LA CRITICA DELL’IDEOLOGIA DELL’UOMO SUPREMO E DEL SUPERUOMO D’APPENDICE.
-***FOTO. Xanti Schawinsky, Sì, 1934
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LA STORIA DEL FASCISMO E RENZO DE (...)

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> LA STORIA DEL FASCISMO E RENZO DE FELICE: LA NECESSITÀ DI RICOMINCIARE DA "CAPO"! --- FORTUNA ED EREDITÀ DI MAZZINI FRA OTTOCENTO E NOVECENTO (di Simon Levis Sullam)..

sabato 8 dicembre 2018

MAZZINI E L’ITALIA DEL 1826, DEL 1926, E DI OGGI. Una nota...

“[...] FORTUNA ED EREDITÀ DI MAZZINI FRA OTTOCENTO E NOVECENTO. Le complicate vicende della fortuna di Mazzini tra Ottocento e Novecento sono in effetti simbolicamente riassunte dall’episodio dell’adozione nelle scuole da parte del ministero della Pubblica istruzione, nel 1902, di un’edizione dei “Doveri dell’uomo” privata dei suoi elementi repubblicani, ritenuti poco consoni al contesto del giovane regno italiano. Spesso il riferimento alla figura e all’opera di Mazzini poteva infatti avvenire, nel discorso pubblico e politico, soltanto attraverso un preventivo svuotamento del suo messaggio politico originarioIl pensiero di Mazzini venne, sempre più con il trascorrere del tempo, riletto e appropriato in forme diverse nei decenni successivi alla sua scomparsa: prima dagli eredi diretti e dai difensori dell’ortodossia del movimento repubblicano; poi dai seguaci di un tempo che avevano aderito alla monarchia ed erano talora giunti a posizioni di governo nel Regno d’Italia: innanzitutto Crispi.

Dal principio del 20° sec., il pensiero di Mazzini fu poi analizzato, sezionato e ricostruito da autorevoli e influenti interpreti, specie di area democratica: primeggiano tra questi ancora oggi, per penetrazione e acutezza, lo storico Salvemini e il filosofo del diritto Alessandro Levi. Tuttavia, da un punto di vista teorico e politico fu innanzitutto la parte conservatrice a richiamarsi a Mazzini, seppure attraverso reinterpretazioni e revisioni ideologiche: fino all’appropriazione - per molti aspetti strumentale e deformante - che ne fece il fascismo, indicando in Mazzini uno dei propri precursori. Se Salvemini, Piero Gobetti, Benedetto Croce, Antonio Gramsci criticarono duramente Mazzini sul piano teorico, Giovanni Gentile ne fece, in modo influente, uno dei «profeti» del fascismo (a partire da I profeti del Risorgimento italiano, 1923). L’antifascismo, in primo luogo l’area di Giustizia e Libertà, celebrò invece Mazzini come eroe democratico e suscitatore di ideali, criticandone e in sostanza rifiutandone i principi politici teorici (Levis Sullam 2010; Mazzini e il Novecento, 2010).

Ma anche la memoria di Mazzini come simbolo suscitò complicate e tortuose rielaborazioni, se l’erezione di un monumento a lui dedicato nella capitale - la «terza Roma» da lui celebrata e agognata - dovette attendere oltre mezzo secolo e, quindi, la nascita della Repubblica per vedere la sua realizzazione (P. Lescure, Les enjeux du souvenir. Le monument national à Giuseppe Mazzini, «Revue d’histoire moderne et contemporaine», 1993, 2, pp. 177-201, ma anche S. Luzzatto, La mummia della Repubblica. Storia di Mazzini imbalsamato, 20112).

Le principali forze politiche italiane della seconda metà del 20° sec. faticarono a riconoscersi in Mazzini se non quale austero, ma politicamente svuotato, fondatore della patria e solo remoto ispiratore del suo ordinamento repubblicano. L’influenza di Mazzini avrebbe conosciuto piuttosto una funzione liberatrice in luoghi molto lontani e assai diversi dall’Italia (ma attraverso una evidente decontestualizzazione) come l’India e l’America Meridionale e i rispettivi movimenti nazionalisti e indipendentisti: garantendo in tal modo a Mazzini la fama, che oggi potremmo definire globale - anch’essa inevitabilmente frutto di proiezioni e rivisitazioni attualizzanti -, di padre dei «nazionalismi democratici» (Giuseppe Mazzini and the globalisation of democratic nationalism, 1830-1920, 2008).

* CFR.: “Mazzini, Giuseppe" - di Simon Levis Sullam - Il Contributo italiano alla storia del Pensiero - Filosofia (2012)- RIPRESA PARZIALE.

Federico La Sala


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