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STORIA E MITO.

DANTE, ERNST R. CURTIUS E LA CRISI DELL’EUROPA. Note per una riflessione storiografica - di Federico La Sala

L’EUROPA IN CAMMINO. GIASONE, "L’OMBRA D’ARGO", E “VENTICINQUE SECOLI” DI LETARGO...
giovedì 18 aprile 2024
Foto: "La nave Argo con l’equipaggio" (Lorenzo Costa)
[...] Nel 1770 a Strasburgo, nei pressi del confine del Sacro Romano Impero con la Francia, Goethe “guarda un arazzo che narra le storie di Giasone, di Medea e di Creusa”, preparato “per le feste in onore dell’arrivo della sposa” di Luigi XVI di Borbone, Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena che si stava trasferendo a Versailles, e così commenta: «dunque un esempio del più infelice matrimonio»! [...]
FILOLOGIA E (...)

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> DANTE, ERNST R. CURTIUS E LA CRISI DELL’EUROPA. --- LA MENTE EROICA /LA MISURA EROICA: «Nessun sano di mente vuole fare l’eroe. Ma tutti abbiamo bisogno di un Enea» (Andrea Marcolongo).

domenica 29 novembre 2020

LA MENTE EROICA: LA MISURA EROICA..... *


Il Festival del classico

Andrea Marcolongo: «Nessun sano di mente vuole fare l’eroe. Ma tutti abbiamo bisogno di un Enea»

La scrittrice sarà ospite della Notte degli eroi: «Parleremo di Virgilio e del bestseller laico più venduto nella storia della letteratura occidentale contro la volontà del suo autore»

di Francesca Angeleri (Corriere della Sera/Torino, 26.11.2020)

      • [Foto] Andrea Marcolongo

«Non vedo l’ora di rituffarmi nuovamente negli scritti di Omero, tra le avventure di Ulisse e le grandi passioni di Achille. Un anno fa, nessuno si sarebbe mai sognato che avremmo avuto bisogno di un Enea che ci insegnasse a resistere». C’è una parola che Andrea Marcolongo pronuncia ripetutamente mentre racconta del suo libro La lezione di Enea ed è: macerie. L’intervento della scrittrice nella serata che precede il Festival del Classico racconterà dell’uomo/eroe Enea e del ruolo che la sua figura ha nelle nostre vite di oggi.

Perché Enea?

«Non è un libro che avrei voluto scrivere. Quando tutto va bene è doveroso scegliere dal catalogo omerico. Ma quando tutto va male, l’Eneide è il manuale d’istruzione per stare in piedi. Siamo in mezzo alle macerie tra ciò che eravamo e i cocci che rimetteremo insieme a forma di futuro. Sempre mi chiedevo se l’Eneide mi piacesse o meno. Virgilio l’ha scritta tra le sue di macerie, a metà tra la Repubblica e l’Impero. Baudelaire era un fan dell’Eneide. Questo libro a un certo punto è stato necessario. C’è una differenza tra resistere e sperare che passi e reagire, guardare in faccia le macerie e costruire qualcosa di nuovo. Il Festival del Classico, come Enea, sta facendo questo».

Ha poi scoperto se l’Eneide le piace o meno?

«In realtà sono davvero stanca e non vedo l’ora di dimenticarmela tutta questa Eneide. Certamente Virgilio mi piace tantissimo. È un grandissimo poeta e aveva chiaramente scritto, prima di morire, che assolutamente non voleva che il poema venisse pubblicato. Quindi, al festival parleremo del bestseller laico più venduto nella storia della letteratura occidentale contro la volontà del suo autore. Di Virgilio amo il fatto che non pretende di insegnarci niente. Non ci dice che impareremo dal dolore, né che ne usciremo migliori, non fa speculazioni filosofiche e non ci dice che saremo bravi se resisteremo né vigliacchi se piangeremo. Nessuno se è sano di mente vuole fare l’eroe. Nessuno si lancia in imprese impossibili se non è costretto a farlo per davvero».

Cosa ne pensano i suoi lettori?

«Io come scrittrice non mi sarei mai aspettata che ancora oggi avremo vissuto questa situazione. Immaginavo i festival, le presentazioni, gli incontri con i ragazzi. L’unica eco che ho arriva dai social e dagli eventi online. Ieri, durante un incontro digitale con un liceo di Lecce, ho trovato strabiliante che tanti quindicenni mi dicessero: “Enea è il nostro eroe. Vogliamo resistere e ricostruire come ha fatto lui”. Mi hanno fatto molta tenerezza, perché non sono loro a dover essere Enea, loro sono Ascanio. Noi adulti dovremmo prenderli per mano e ricreargli un futuro. Prima di ricostruire si dovrebbe avere il diritto a contestare e rivoluzionare il presente. Dovrebbero poterci dire: distruggiamo la vostra incapacità».

Dopo Enea, di cosa avremo bisogno?

«Non penso di festeggiamenti folli o grandi odissee. Io desidero stabilità. Credo ci sarà bisogno di tanta poesia, e di gentilezza. E chi avrà voglia di partire sarà libero di farlo».


Sul tema, in rete e nel sito, si cfr.:

FILIAZIONE DIVINA E "PRATICA DELLA SCIENZA NUOVA". VICO : "LA MENTE EROICA". Il testo dell’orazione inaugurale del 1732

FLS


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