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STORIA E MITO.

DANTE, ERNST R. CURTIUS E LA CRISI DELL’EUROPA. Note per una riflessione storiografica - di Federico La Sala

L’EUROPA IN CAMMINO. GIASONE, "L’OMBRA D’ARGO", E “VENTICINQUE SECOLI” DI LETARGO...
lunedì 25 marzo 2024
Foto: "La nave Argo con l’equipaggio" (Lorenzo Costa)
[...] Nel 1770 a Strasburgo, nei pressi del confine del Sacro Romano Impero con la Francia, Goethe “guarda un arazzo che narra le storie di Giasone, di Medea e di Creusa”, preparato “per le feste in onore dell’arrivo della sposa” di Luigi XVI di Borbone, Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena che si stava trasferendo a Versailles, e così commenta: «dunque un esempio del più infelice matrimonio»! [...]
FILOLOGIA E (...)

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> DANTE, ERNST R. CURTIUS E LA CRISI DELL’EUROPA --- Una "lapide" nella Basilica di San Nicola di Bari (5 sett. 1936), che celebra "la riapparizione dell’Impero sui Colli fatali di Roma" (9 maggio 1936).

martedì 26 aprile 2022

L’IMPERO E LA CHIESA (BARI, 1936). Storia, storiografia, e sonno dogmatico.

Una nota a margine di una segnalazione ... *

Il 9 maggio 1936, Mussolini celebra "dopo quindici secoli, la riapparizione dell’Impero sui Colli fatali di Roma". Il "5 settembre 1936", nella Basilica di San Nicola di Bari, è murata su una parete una lapide ben illuminata su cui è scritto:

      • "QUI - NELLO STORICO TEMPIO - DEL SANTO MEDITERRANEO - IL COMUNE - RIEVOCA ED ONORA - TUTTI I FIGLI DI BARI - CHE IN TERRA SUI MARI E NEI CIELI - OFFRIRONO - L’EROICA PASSIONE DELLA LORO GIOVINEZZA - PER CONQUISTARE ALLA GRANDE PATRIA - SICURI CONFINI E AUREOLA DI POTENZA IMPERIALE - 5-SETT-MCMXXXVI". *

Per capire le ragioni politico-culturali di questo "documento" del Comune di Bari, collocato "nello storico tempio del santo mediterraneo", nella Chiesa di San Nicola di Bari, forse, è bene ampliare lo sguardo intorno alla data del "5-SETT-MCMXXXVI" (5 SETTEMBRE 1936) e quanto meno ricordare gli accordi sottoscritti tra il Regno d’Italia e la Santa Sede l’11 febbraio 1929 (Patti Lateranensi) e al contempo "riascoltare" e rileggere il "Discorso di proclamazione dell’Impero", tenuto da Mussolini dal balcone di piazza Venezia la sera del 9 maggio 1936:

      • “[...] L’Italia ha finalmente il suo Impero. Impero fascista perché porta i segni indistruttibili della volontà e della potenza del Littorio romano; perché questa è la meta verso la quale durante quattordici anni furono sollecitate le energie prorompenti e disciplinate delle giovani, gagliarde generazioni italiane. [...] In questa certezza suprema levate in alto, legionari, le insegne, il ferro e i cuori a salutare, dopo quindici secoli, la riapparizione dell’Impero sui Colli fatali di Roma. Ne sarete voi degni?” (Benito Mussolini, "Discorso di proclamazione dell’Impero", 1936).

Il 1° marzo 1924, su "L’Ordine Nuovo", Antonio Gramsci aveva già scritto: "Roma non è nuova a questi scenari polverosi. Ha visto Romolo, ha visto Cesare Augusto e ha visto, al suo tramonto, RomoloAugustolo". Evidentemente gli ideologi imperiali avevano ignorato la lezione di Dante sulla Monarchia e sui "venticinque secoli" (Par. XXXIII, 95), come quella di Goethe sui "tremila anni" ("Libro del malumore", 1819).

* Una "lapide che lascia perplessi!", si cfr. la segnalazione di Nicola Fanizza.

Federico La Sala


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