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Poesia della settimana

Lentamente muore - di "Pablo Neruda"

Trattasi di una poesia di Martha Medeiros, brasiliana di Porto Alegre, pubblicitaria e cronista per Zero Hora (fls).
lunedì 16 febbraio 2015 di Vincenzo Tiano
"Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marca o colore dei vestiti,
chi non rischia,
chi non parla a chi non conosce.
Lentamente muore chi evita una passione,
chi vuole solo nero su bianco e i puntini sulle i
piuttosto che un insieme di emozioni;
emozioni che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbaglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti agli errori ed ai sentimenti! (...)

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> Lentamente muore - --- La rivincita dell’Unità d’Italia. --- "Il Lodo Alfano è incostituzionale". La Consulta boccia l’immunità per le più alte cariche dello Stato.

mercoledì 7 ottobre 2009

La Stampa, 7/10/2009 (17:58)

-  LA SENTENZA

"Il Lodo Alfano è incostituzionale"

-  La Consulta boccia l’immunità
-  per le più alte cariche dello Stato:
-  «Serviva una legge costituzionale»

ROMA Il verdetto della Consulta è arrivato: il Lodo Alfano è incostituzionale. Dopo un’intera mattinata in camera di consiglio, i 15 giudici della Corte si sono riaggiornati nel pomeriggio ed hanno comunicato la bocciatura dell’immunità per le quattro più alte cariche dello Stato.

La Consulta ha bocciato il Lodo per violazione dell’art.138 della Costituzione, vale a dire l’obbligo di far ricorso a una legge costituzionale (e non ordinaria come quella usata per sospendere i processi nei confronti delle quattro più alte cariche dello Stato). Il Lodò è stato bocciato anche per violazione dell’art.3 (principio di uguaglianza). L’effetto della decisione della Consulta sarà la riapertura di due processi a carico del premier Berlusconi: per corruzione in atti giudiziari dell’avvocato David Mills e per reati societari nella compravendita di diritti tv Mediaset

L’illegittimità è stata votata da nove giudici su 15, sei i contrari. Nelle ultime ore era circolata l’ipotesi, poi smentita dalla sentenza, di una sorta di "terza via" che avrebbe consentito di salvare in parte la norma, sollevando vizi e suggerendo ritocchi da introdurre. Soluzione, quest’ultima, che avrebbe mitigato le forti reazioni al verdetto e che proprio per questo rappresenterebbe un accettabile compromesso per chi ha ruoli istituzionali. Il clima nei palazzi della politica è infuocato. Lo dimostrano le parole di questa mattina pronunciate da Umberto Bossi: se la Consulta bocciasse il Lodo Alfano, aveva avvertito il ministro leghista prima del pranzo con il presidente della Camera Gianfranco Fini, «noi entreremmo in funzione trascinando il popolo. E il popolo ce lo abbiamo, sono i vecchi Galli». Uscendo dallo studio di Fini il leader della Lega aveva rincarato la dose: se il lodo sarà bocciato, le elezioni regionali si trasformerebbero in un referendum a favore o contro Silvio Berlusconi. «Il popolo si esprimerebbe su Berlusconi e Silvio vincerà, grazie anche a alleati come noi».

Le opposizioni insorgono. Mentre Franceschini parla di «esplicita intimidazione» alla Corte costituzionale, il candidato alla segreteria del Pd Bersani manda un avvertimento preciso alla Lega: «Bisognerà finirla di fare pressioni sulla Consulta: Bossi ricordi che il popolo non ce l’ha solo lui». «E’ un fatto gravissimo - protesta l’esponente del Pd Andrea Martella - che un ministro della Repubblica interferisca in maniera tanto plateale in una decisione della Corte costituzionale, tra l’altro a camera di consiglio aperta. Non è questo il momento di instillare altro veleno nella vita del Paese. Il governo e gli esponenti della maggioranza si fermino». «Le minacce di insurrezione di Bossi sono irresponsabili e qualcuno dovrebbe fermarlo e ricordargli che è un ministro della Repubblica e non un semplice militante del suo partito» afferma Marina Sereni, vicepresidente dei deputati Pd.


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