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Mondo

Rwanda, ritorno su una colpevole cecità internazionale, dieci anni dopo il genocidio - di Colette Braeckman - selezione a cura di pfls

martedì 23 maggio 2006 di Emiliano Morrone


DIECI ANNI DOPO IL GENOCIDIO
Ruanda, ritorno su una colpevole cecità internazionale
di Colette Braeckman,
giornalista di Le Soir (Bruxelles), autrice fra l’altro di Nuovi predatori, Fayard. Paris. 2003.
(traduzione dal francese di José F. Padova)
Un milione di morti in cento giorni e il mondo non ne avrebbe saputo nulla? Dall’indipendenza, nel 1962, in poi, tutti coloro che s’interessavano al Ruanda sapevano che il fuoco covava. Già nel 1959, assistiti dai (...)

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> Rwanda, ritorno su una colpevole cecità internazionale, dieci anni dopo il genocidio --- Addio a Pierantonio Costa, da console in Ruanda salvò migliaia dal genocidio (di M. Fraschini Koffi)

giovedì 7 gennaio 2021

Lutto.

Addio a Pierantonio Costa, da console in Ruanda salvò migliaia dal genocidio

«Ho solo risposto alla mia coscienza», diceva l’imprenditore spentosi nei giorni scorsi a 81 anni, quando veniva interpellato sul suo ruolo durante il genocidio ruandese del 1994

di Matteo Fraschini Koffi, Dakar (Avvenire, giovedì 7 gennaio 2021)

      • [Foto] Pierantonio Costa, ex console onorario del Ruanda

«Ho solo risposto alla mia coscienza». Era questa la risposta più frequente di Pierantonio Costa, spentosi nei giorni scorsi a 81 anni, quando veniva interpellato sul suo ruolo durante il genocidio ruandese nel 1994. Oltre duemila le persone che è stato in grado di salvare. «Riusciva a creare dei corridori umanitari attraverso cui ha fatto fuggire verso il vicino Burundi centinaia di persone, straniere e locali - ha scritto Collins Mwai sul quotidiano ruandese New Times -. Oltre 300 bambini sono stati salvati grazie alla sua opera».

Abile imprenditore e console onorario nella capitale ruandese, Kigali, trasformatosi durante le violenze in nobile umanitario suo malgrado. Eroe per caso nella follia generale di quei 90 giorni di morte.

Una rara combinazione che gli ha valso la candidatura per il Premio Nobel per la pace nel 2011. Per «l’angelo italiano del Ruanda» ricordato nel «Giardino dei giusti del mondo” a Milano e Padova. "È stato un uomo molto buono - ha detto Bruno Puggia, attuale console onorario italiano in Ruanda -. Ha fatto molto sia per la comunità ruandese sia per quella italiana».


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