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Living

Judith Malina e gli attimi catturati di Maria Costanza Barberio - di mcb

domenica 28 maggio 2006 di Emiliano Morrone
Bastano incontri con altre persone diverse da noi per svegliarci. In-contri verso politici. In-contri verso filosofi. In-contri verso professori. In-contri verso studenti. In-contri verso contadini. In-contri verso operai. In-contri verso medici. In-contri verso amici. In-contri verso familiari. In-contri verso la vita. In-contri verso la fine. In-contri verso gli attori.
Verso il teatro.
È bastato subire per circa tre ore l’energia di Judith Malina («Credo che oggi si viva in un momento (...)

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> Judith Malina e gli attimi catturati di Maria Costanza Barberio - di mcb

mercoledì 31 maggio 2006
ciao francesca. ti racconto la mia esperienza. ho diciannove anni e ho iniziato a volare a quindici. ero nella redazione di un giornale di san giovanni in fiore fatto da giovani ragazzi. lottavo insieme agli altri contro il silenzio che era intorno a noi. scrivevo soltanto. non avrei mai immaginato di fare le cose, poche, che poi ho fatto. un giorno in redazione ad emiliano morrone (è curioso leggere la sua esperienza) è venuta l’idea di scrivere un testo. con tanta forza e pazienza, lottando sempre, il testo è diventato spettacolo all’aperto. "Liberia-moci" era il titolo. dal titolo si capisce il motivo. in questa occasione abbiamo lavorato con Roberto Visconti, attore, che ha girato "la passione di Cristo". tra il pubblico c’era, inoltre, Fulvio Cauteruccio dei Krypton. questa è stata la mia prima esperienza. davanti alla gente da ragazza calma, silenziosa. sono diventata una bestia. mi sono trasformata. ho sentito che prendevo l’energia della gente e tramite il corpo e la voce la sputavo addosso al pubblico. succede ogni volta che recito. più avanti gli altri redattori hanno iniziato a isolare emiliano, un altro ragazzo e me. non ci facevano pubblicare i nostri articoli. il silenzio era entrato in quella redazione. comunque, il fuoco, ancora, dentro noi c’era. dopo "Liberia-moci" con emiliano abbiamo fatto la regia di "aids" con marcoPosse. quello che a me spingeva a fare era la rabbia che avevo. vedevo troppo silenzio intorno a me. colpa delle scuole che avevano l’obiettivo preciso, dettato dalla politica del posto, di annullare la mente dei giovani. farli camminare come degli zombi. farli diventare giovani morti. il mio obiettivo era lottare contro tutto questo. e lo facevo tramite il teatro. un’arma potentissima. il testo di "aids" è stato scritto essenzialmente da emiliano che avendo dieci anni in più aveva ed ha più vita rispetto a me. dopo questo spettacolo che ha lasciato qualche traccia lasciammo il giornale e creammo con emiliano "La Voce di Fiore". a scuola mia ero riuscita a scuotere le menti della maggior parte degli studenti. però continuavo a lottare contro gli altri che non conoscevano la frase "accettare la diversità delle persone". sono stata isolata da professori, dai miei compagni di classe. ho sofferto ma non m’importava. dovevo continuare a lottare. la speranza e la rabbia che avevo mi facevano andare avanti. da qui, ho iniziato con le letture da Dante a poesie, a omaggi a De andrè. tutti i lavori sono nati cercando di seminare il seme per poi raccogliere il frutto. ad un certo punto mi sono fermata. dopo la candidatura del prof. Vattimo, maturata nel febbraio del 2005 per le elezioni dell’aprile dello stesso anno. rappresentava, per me e non solo, l’unica possibilità di cambiamento che la gente poteva cogliere. da lì ho perso tutta la rabbia e la speranza.ho pensato la gente non vuole cambiare per ciò facciamola restare nella merda che ama tanto. fin quando l’in-contro con la Judith mi ha svegliato. ero diventata una giovane morta. ora sto riprendendo a vivere. il sette giugno farò una lettura di un testo scritto da emiliano sulla vita di Wittgenstein insieme a Vattimo e a Peppe Voltarelli, giù in Calabria per il festival internazionale della filosofia in Sila. l’unico consiglio? non perdere l’obiettivo. e pregare di avere la costanza di vivere con speranza e rabbia.

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