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DONNE E UOMINI, CITTADINE E CITTADINI. Per un ri-orientamento antropologico e teologico-politico ....

25 Giugno 2006: salviamo la Costituzione e la Repubblica che è in noi - di Federico La Sala

giovedì 26 giugno 2008 di Vincenzo Tiano
di Federico La Sala (Libertà - quotidiano di Piacenza, 08.06.2006, p. 35)
Il 60° anniversario della nascita della Repubblica italiana e dell’Assemblea Costituente, l’Avvenire (il giornale dei vescovi della Chiesa cattolico-romana) lo ha commentato con un “editoriale” di Giuseppe Anzani, titolato (molto pertinentemente) “Primato della persona. La repubblica in noi” (02 giugno 2006), in cui si ragiona in particolar modo degli articoli 2 e 3 del Patto dei nostri ’Padri’ (...)

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> 25 Giugno: salviamo la Costituzione e la Repubblica che è in noi - --- La lezione di democrazia del Presidente Napolitano (di Jolanda Bufalini).

giovedì 23 aprile 2009

Il presidente e la difesa della Costituzione antifascista

La lezione di democrazia del Presidente

di Jolanda Bufalini*

LA DEMOCRAZIA REPUBBLICANA C’è “la leggerezza negli atteggiamenti con cui si assumono atteggiamenti dissacranti e si tende a mettere in causa un patrimonio di principi che ha costituito per l’Italia una acquisizione sofferta”.

LA CADUTA DEL FASCISMO, LE FORZE ALLEATE, LA RESISTENZA“Avevo 18 anni il 25 luglio del 1943 quando fui raggiunto via radio a tarda sera dalla fulminante notizia della caduta di Mussolini...al fondo vi era una crisi profonda tra il paese e il fascismo, a cominciare dall’andamento disastroso della guerra irresponsabilmente voluta da Mussolini... Torna alla mente l’euforia di quel momento. Avevamo già maturato, insieme ad altri della nostra generazione non solo la più radicale contrapposizione al fascismo ma anche la convinzione, cui non era stato facile giungere, che la salvezza dell’Italia potesse avvenire solo dalla sconfitta ad opera delle forze alleate.....Ma alla fine del settembre 1943, ebbi la percezione diretta della condizione durissima in cui era precipitata la mia città, Napoli, chiamata a vivere l’esperienza dell’occupazione alleata.

LA COSTITUZIONE Napolitano cita i governi di coalizione antifascista, l’Assemblea eletta dal popolo con il mandato di adottare la Carta Costituzionale, il voto alle donne..... “La democrazia italiana rinacque su basi più ampie e più solide e non senza contrasti ma in un processo irresistibile dall’alto e dal basso.... La Costituzione repubblicana non è dunque una specie di residuato bellico ... I valori dell’antifascismo e della Resistenza non restarono mai chiusi in una semplice logica di rifiuto e di contrasto, sprigionarono sempre impulsi positivi e propositivi, e poterono perciò tradursi, con la Costituzione, in principi e in diritti condivisibili anche da quanti fossero rimasti estranei all’antifascismo e alla Resistenza. Perciò il 25 aprile non è festa di una parte sola”.

ISTITUZIONI DI GARANZIA “Rispettare la Costituzione significa anche riconoscere il ruolo fondamentale del controllo di costituzionalità e dunque l’autorità delle istituzioni di garanzia. Queste non dovrebbero mai formare oggetto di attacchi politici e giudizi sprezzanti. Tutte le istituzioni di controllo e di garanzia non possono essere viste come elementi frenanti del processo decisionale, ma come presidio legittimo di quella dialettica istituzionale che in definitiva assicura trasparenza, correttezza, tutela dei diritti dei cittadini”.

POTERI DELL’ ESECUTIVO Spetta ancora una volta al Parlamento pronunciarsi sulla possibilità di procedere sulla revisione della Costituzione, sugli obbiettivi da perseguire, sul grado di consenso a cui tendere....Ma molte cose sono via via cambiate a partire dagli anni ’90 con il crescente ricorso alla decretazione d’urgenza e da ultimo con il rafforzarsi del vincolo tra governo e maggioranza parlamentare, così come con il drastico ridursi della frammentazione politica in Parlamento. Ciò ha indotto uno studioso e protagonista come Giuliano Amato a giudicare “oggi obsoleta la tradizionale constatazione della debolezza del governo nel rapporto con il Parlamento”.

IL FEDERALISMO Condivisa e percorribile è di certo l’ipotesi di una riforma della Costituzione che segni il superamento dell’anomalia di un anacronistico bicameralismo perfetto, il coronamento dell’evoluzione in senso federale, da tempo in atto, come ho ricordato, con la istituzione di una Camera delle autonomie in luogo del Senato tradizionale.

LA DIVISIONE DEI POTERI Il Presidente cita Bobbio a proposito dell’esigenza di tenere sempre ben ferma la validità e irrinunciabilità delle “principali istituzioni del liberalismo” - concepite in antitesi a ogni dispotismo - tra le quali -, “la garanzia di diritti di libertà (in primis libertà di pensiero e di stampa), la divisione dei poteri, la pluralità dei partiti, la tutela delle minoranze politiche”. E sempre Bobbio metteva egualmente l’accento sulla rappresentatività del Parlamento, sull’indipendenza della magistratura, sul principio di legalità. Tutto ciò non costituisce un bagaglio obsoleto, sacrificabile - esplicitamente o di fatto - in funzione di “decisioni rapide, perentorie e definitive” da parte dei poteri pubblici. E mi sarà permesso di richiamare anche il riconoscimento del Capo dello Stato come “potere neutro”, secondo il principio che, enunciato da Benjamin Constant due secoli fa, ispirò ancora i nostri padri costituenti nel disegnare la figura del Presidente della Repubblica.

IL PARLAMENTO Ho egualmente menzionato come essenziale la rappresentatività del Parlamento : a proposito della quale penso si possa dire che essa non viene fatalmente incrinata da regole vigenti in diversi paesi democratici, finalizzate ad evitare un’eccessiva frammentazione politica, ma rischia di risultare seriamente indebolita in assenza di valide procedure di formazione delle candidature e di meccanismi atti ad ancorare gli eletti al rapporto col territorio e con gli elettori.

L’EUROPA L’impegno per l’ulteriore, più conseguente sviluppo dell’integrazione europea è per noi italiani parte essenziale dell’impegno a proiettare nel futuro la nostra Costituzione repubblicana. La prospettiva dell’Europa unita, a favore della quale consentire alle necessarie limitazioni di sovranità, fu evocata nel dibattito dell’Assemblea costituente e fu di fatto anticipata nel lungimirante dettato dell’articolo 11 della nostra Carta.

L’ABRUZZO In queste settimane, dinanzi alla tragedia del terremoto in Abruzzo, l’Italia è stata percorsa da un moto di solidarietà che ha dato il senso della ricchezza di risorse umane - vere e proprie, preziose riserve di energia - su cui il paese può contare, in uno spirito di unità nazionale....Parlo di un rilancio, davvero indispensabile, del senso civico, della dedizione all’interesse generale, della partecipazione diffusa a forme di vita sociale e di attività politica. Parlo di uno scatto culturale e morale e di una mobilitazione collettiva, di cui l’Italia in momenti critici anche molto duri - perciò, oggi, di lì ho voluto partire - si è mostrata capace.

* l’Unità, 22 aprile 2009


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