Contro le ingerenze Vaticane nella vita politica italiane
Pacs, il manifesto per la laicità di 60 parlamentari cattolici Dl
Ansa, 07-02-2007 *
Chiediamo, proprio nel rispetto della missione della Chiesa, che non si metta in dubbio la laicità delle istituzioni, e la nostra responsabilità di legislatori cui tocca il compito di legiferare per tutti". Sono le parole conclusive di un documento sottoscritto da circa 60 deputati e senatori "cattolico-democratici" della Margherita, che fanno riferimento a diverse aree dei Dl.
I firmatari appartengono a diverse aree dei Dl: ci sono i "mariniani" (Nicodemo Oliverio, Salvatore Ladu e Giorgio Merlo), gli ex popolari di Castagnetti (Sergio Mattarella, Lino Duilio e Giovanni Burtone), quelli più vicini a Dario Franceschini (Francesco Garofani, Gianclaudio Bressa), i parisiani (Franco Monaco), i demitiani (Rosa Suppa e Tino Iannuzzi) e i prodiani (Mario Barbi e Tiziano Treu).
"La scelta di sostenere in Parlamento una legge che preveda il riconoscimento giuridico di diritti, prerogative e facoltà delle persone che fanno parte delle unioni di fatto - si legge nel documento - risponde al necessario rispetto di un impegno assunto da ognuno di noi con gli elettori, e sancito nel programma dell’Unione in una equilibrata sintesi tra posizioni e sensibilità culturali diverse".
"Si tratta di un impegno che abbiamo sottoscritto con consapevolezza e responsabilità - proseguono i Sessanta - convinti che la tutela giuridica di diritti e doveri delle persone conviventi, anche fuori dal matrimonio, corrisponda al dovere della politica di non ignorare ciò che emerge dalla realtà sociale e che chiede di essere regolato proprio in funzione del bene comune che ci sta a cuore".
"Normare diritti e doveri delle persone conviventi - aggiunge il documento - non significa in nessun modo mettere in discussione o intaccare la preminente posizione e tutela che la Costituzione riconosce alla famiglia fondata sul matrimonio. Significa, al contrario, a nostro avviso, contribuire ad arginare l’instabilità e la precarietà sociale che sono connaturati alla provvisorietà di situazioni che oggi sfuggono ad ogni sorta di regolamentazione e che penalizzano le posizioni più deboli. E, in taluni i casi, sfuggono per una precisa scelta culturale, fatta di deresponsabilizzazione, di individualismo, di edonismo, di effimera ricerca di una egoistica affermazione di sé, senza vincoli di alcun genere verso l’altro. Questa cultura è diffusa. E con questa realtà bisogna fare i conti anche dal punto di vista del legisltore".
"Per questo - scrivono ancora i 60 parlamentari - da cattolici democratici, da cristiani laici impegnati in politica, assumiamo per intero la fatica di una mediazione che sappia produrre un punto di incontro tra sensibilità diverse, e che, raccogliendo il sentire diffuso, gli interrogativi e le domande che attraversano anche la comunità ecclesiale di cui ci sentiamo parte, eviti lacerazioni e contrapposizioni ideologiche".
"Difendiamo la libertà della Chiesa e la sua missione che in questo campo consiste nell’educare le coscienze e illuminarle, presentando ai giovani le ragioni che rendono ineguagliabilmente bella la scelta di un sacramento che esalta il dono di sé nella fedeltà e nell’amore responsabile tra uomo e donna. Chiediamo, proprio nel rispetto di quella missine - conclude il documento - che non si metta in dubbio la laicità delle istituzioni e la nostra responsabilità di legislatori cui tocca il compito di legiferare per tutti".
Fonte:
http://www.libertaegiustizia.it/primopiano/pp_leggi_articolo.php?id=1074&id_titoli_primo_piano=1
* www.ildialogo.org, Giovedì, 08 febbraio 2007