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ADAMO, EVA ... E L’EDEN?

Archeologia, preistoria, e storia
domenica 18 giugno 2006 di Federico La Sala
[...] A Göbekli Tepe, in Turchia, i ricercatori hanno riportato alla luce un complesso architettonico preistorico che potrebbe aver ispirato la narrazione biblica: una fertile collina che già nell’Età della pietra era un monumentale centro sacro dedicato al culto del serpente. Vicino alla grotta della nascita di Abramo [...]
GUARIRE LA NOSTRA TERRA: VERITA’ E RICONCILIAZIONE. Lettera aperta a Israele (già inviata a Karol Wojtyla) sulla necessità di "pensare un altro Abramo" (...)

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> ADAMO, EVA ... E L’EDEN?

lunedì 3 dicembre 2007

ELENA LOEWENTHAL PRESENTA "EVA E ADAMO" DI KURT FLASCH

Difficile credere che sia solo una questione d’ordine alfabetico. Fatto sta che, per rispetto di una gerarchia vecchia (quasi) quanto il mondo, la nominazione della prima coppia umana prevede sempre prima il signore, cioe’ lui: Adamo. Frutto della terra, in ebraico adamah, uomo generato dall’humus, che significa poi la stessa cosa. Eva invece viene dopo. Forse perche’, proprio lei genitrice di tutta l’umanita’ a venire, e’ destinata ad arrivare per buona ultima nella sequenza della creazione. Forse perche’, come ci spiega Kurt Flasch in Eva e Adamo. Metamorfosi di un mito (traduzione di Tomaso Cavallo per Il Mulino, pp. 152, euro 13), quell’amaro boccone e’ costato molto caro non solo a lei, la prima donna. Ma anche e soprattutto alle altre che seguirono a miriadi.

Se infatti, come dice Ambrogio Autperto nel secolo VIII, Eva fu l’autrix peccati - madre non solo di quello ma di tutti i peccati - cio’ che significa che, in senso lato, della donna non ci si puo’ fidare. E questo presupposto ha giustificato, per secoli e millenni, lo stato di sudditanza in cui le nipoti di Eva hanno vissuto. La presunta inferiorita’ della donna, con tutto cio’ che ha comportato in termini di vessazioni, trovo’ proprio nella (breve) storia del paradiso terrestre la sua pezza d’appoggio. Il libro di Flasch, che e’ professore emerito di filosofia all’universita’ di Bochum, e’ un ampio excursus in questa storia con un occhio alla teologia e uno all’arte.

Certo e’ che questo episodio biblico e’ entrato come nessun altro nell’immaginario, nella coscienza della cultura occidentale. L’approccio di Flasch e’ interessante proprio per questa sua ampia interdisciplinarieta’, ma anche perche’ non fa del peccato originale l’unico nucleo ideologico di questa storia. Prima e dopo di esso c’e’ infatti una sorta di "psicologia atavica" sulla quale riflettere. Non a caso la tradizione ebraica non danna affatto la prima coppia, anzi quasi la santifica: dalla loro tomba a Hebron i corpi di Eva e Adamo emanano un soave profumo, proprio come capita agli eroi piu’ positivi dell’epopea sacra.

Il boccone del frutto proibito e’ il presupposto dell’umanita’: senza di esso nulla sarebbe successo ed Eva e Adamo, eterni come il loro giardino, avrebbero finito per annoiarsi. Senza contare un dato non irrilevante, che scagiona la nostra povera madre da (quasi) tutte le sue colpe: quando Dio impartisce il divieto di quell’assaggio ("Tu puoi mangiare di ogni albero del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangerai", sta scritto in Genesi 2, 16-17), lei ancora non esiste. Sara’ creata soltanto qualche versetto piu’ in la’ e, a distanza di tanto tempo, in fondo, ci si puo’ proprio prendere il lusso di immaginarla mentre spalanca i suoi innocenti occhi sul mondo che di li’ a poco la vedra’ combinare un grosso guaio. Senza farlo apposta, pero’.

* NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 292 del 3 dicembre 2007

[Dal supplemento "Tuttolibri" del quotidiano "La stampa" del 15 settembre 2007, col titolo "Qui si scagiona la povera Eva" e il sommario "Quando nella Genesi Dio proibisce di ’mangiare la mela’, si rivolge ad Adamo, lei ancora non e’ stata creata: un saggio di Flasch che va ben oltre il peccato originale".

Elena Loewenthal, limpida saggista e fine narratrice, acuta studiosa; nata a Torino nel 1960, lavora da anni sui testi della tradizione ebraica e traduce letteratura d’Israele, attivita’ che le sono valse nel 1999 un premio speciale da parte del Ministero dei beni culturali; collabora a "La stampa" e a "Tuttolibri"; sovente i suoi scritti ti commuovono per il nitore e il rigore, ma anche la tenerezza e l’amista’ di cui sono impastati, e fragranti e nutrienti ti vengono incontro. Nel 1997 e’ stata insignita altresi’ del premio Andersen per un suo libro per ragazzi.

Tra le opere di Elena Loewenthal: segnaliamo particolarmente Gli ebrei questi sconosciuti, Baldini & Castoldi, Milano 1996, 2002; L’Ebraismo spiegato ai miei figli, Bompiani, Milano 2002; Lettera agli amici non ebrei, Bompiani, Milano 2003; Eva e le altre. Letture bibliche al femminile, Bompiani, Milano 2005; con Giulio Busi ha curato Mistica ebraica. Testi della tradizione segreta del giudaismo dal III al XVIII secolo, Einaudi, Torino 1995, 1999; per Adelphi sta curando l’edizione italiana dei sette volumi de Le leggende degli ebrei, di Louis Ginzberg.

Kurt Flasch e’ professore emerito di filosofia all’Universita’ di Bochum e membro dell’Accademia dei Lincei. Tra le opere di Kurt Flasch: Agostino d’Ippona. Introduzione all’opera filosofica, Il Mulino, Bologna 1983; Introduzione alla filosofia medievale, Einaudi, Torino 2002; Niccolo’ Cusano e il suo tempo, ETS, Pisa 2005; Eva e Adamo, Il Mulino, Bologna 2007]


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