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ITALIA: 19 luglio 1992 ...

GIOVANNI FALCONE, PAOLO BORSELLINO, ANTONINO CAPONNETTO. UN URLO PER L’ITALIA E PER LA COSTITUZIONE

giovedì 19 luglio 2007 di Federico La Sala
"C’è un equivoco di fondo.
Si dice che il politico che ha avuto frequentazioni mafiose,
se non viene giudicato colpevole dalla magistratura,
è un uomo onesto.
No!
La magistratura può fare solo accertamenti di carattere giudiziale.
Le istituzioni hanno il dovere di estromettere gli uomini politici vicini alla mafia,
per essere oneste e apparire tali"
(Paolo Borsellino, "Lezione sulla mafia", 1989)
L’ITALIA HA TROVATO IL SUO LOGOPEDISTA "COSTITUZIONALE"!!! CHE PACIFICAZIONE!!! (...)

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martedì 17 luglio 2007

Omicidio Borsellino, nuovi sospetti sui servizi deviati *

Nel giorno del quindicesimo anniversario della morte di Paolo Borsellino, nuove inquietanti novità sulle indagini che non hanno ancora stabilito chi ordinò la strage che uccise il magistrato e gli uomini della scorta. Misteri che aveva rilanciato una lettera del fratello di Borsellino, Salvatore, denunciando un patto "Stato - mafia" chiamando in causa l’attuale vice presidente del Consiglio superiore della magistratura Nicola Mancino per un incontro avuto con il giudice. Incontro però smentito categoricamente da Mancino.

La procura della Repubblica di Caltanissetta indaga sul probabile coinvolgimento di apparati deviati dei servizi segreti nella strage di via d’Amelio in cui morì il procuratore aggiunto Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta. La notizia è stata confermata all’Ansa da ambienti qualificati.

Il procuratore aggiunto, Renato Di Natale, coordina l’inchiesta sui mandanti occulti della strage avvenuta il 19 luglio 1992. Secondo l’ipotesi degli inquirenti ci potrebbe essere la mano di qualcuno degli apparati deviati dei servizi segreti che ha forse avuto un ruolo nell’attentato.

Questa pista di indagine, che in un primo momento era stata accantonata ed archiviata, è stata ripresa nei mesi scorsi dagli investigatori in seguito a nuovi input d’indagine. I magistrati stanno valutando una serie di documenti acquisiti dalla procura di Palermo e che riguardano il telecomando che potrebbe essere stato utilizzato dagli attentatori. A questo apparecchio è collegato un imprenditore palermitano. I processi che si sono svolti in passato hanno solo condannato gli esecutori materiali della strage, ma nulla si sa sui mandanti

Un altro elemento sul quale è puntata l’attenzione degli inquirenti, è «la presenza anomala» di un agente di polizia in via d’Amelio subito dopo l’esplosione. Si tratta di un poliziotto - già identificato dai magistrati - che prima della strage era in servizio a Palermo, ma venne trasferito a Firenze alcuni mesi prima di luglio dopo che i colleghi avevano scoperto da una intercettazione che aveva riferito «all’esterno» i nomi dei poliziotti di una squadra investigativa che indagava a San Lorenzo su un traffico di droga.

* l’Unità, Pubblicato il: 17.07.07, Modificato il: 17.07.07 alle ore 19.11


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