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LA COSCIENZA A POSTO. Apologo sull’onestà nel paese dei corrotti

L’URLO DI ITALO CALVINO (1980). PER L’ITALIA E PER LA COSTITUZIONE

C’era un paese che si reggeva sull’illecito. Non che mancassero le leggi, né che il sistema politico non fosse basato su principi che tutti più o meno dicevano di condividere (...)
domenica 22 gennaio 2012 di Federico La Sala
L’urlo di Pier Paolo Pasolini (1974)

LA COSCIENZA A POSTO
(Apologo sull’onestà nel paese dei corrotti)
di Italo Calvino*
C’era un paese che si reggeva sull’illecito. Non che mancassero le leggi, né che il sistema politico non fosse basato su principi che tutti più o meno dicevano di condividere. Ma questo sistema, articolato su un gran numero di centri di potere, aveva bisogno di mezzi finanziari smisurati (ne aveva bisogno perché (...)

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> L’URLO DI ITALO CALVINO (1980). PER L’ITALIA E PER LA COSTITUZIONE -- Addio a Chichita l’altra metà di Calvino. Esther Judith Singer sposò lo scrittore nel ’64 all’Avana.

domenica 24 giugno 2018

Addio a Chichita l’altra metà di Calvino

Aveva 93 anni, sposò lo scrittore nel ’64 all’Avana

di Mauretta Capuano (Ansa, 23 giugno 2018)

ROMA.

Lucidissima fino alla fine, Chichita Calvino, è morta a quasi 93 anni, nella sua casa di Campo Marzio a Roma, per problemi respiratori. Donna fortissima e colta, famosa per il suo humour, la moglie di Italo Calvino ha attraversato il Novecento ed è stata amica di grandi scrittori ed artisti. Persona di straordinaria cultura e intelligenza, è stata protagonista di un sodalizio intellettuale prezioso per lo scrittore, che aveva conosciuto a Parigi all’inizio degli anni ’60 negli ambienti editoriali e poi sposato nel ’64 all’Avana. "Amica di scrittori come Borges, Cortazar, Rushie e Gore Vidal, Calvino le sottoponeva ogni sua nuova pagina, sicuro di averne il riscontro critico che gli serviva", racconta all’ANSA Ernesto Ferrero, suo amico di lunga data e collega di Calvino all’Einaudi.

Esther Judith Singer, questo il suo vero nome, era nata in Argentina da una famiglia della borghesia colta di Buenos Aires. Bella e spigliata, sin da allora capace di parlare con tutti e di tutto, narratrice avvolgente e formidabile, come ricordano oggi tutti quelli che l’hanno conosciuta, cominciò prestissimo ad avere contatti con il mondo dell’arte e della letteratura. In Europa era arrivata a metà degli anni ’50, prima a Cannes e poi a Vienna e Parigi, dove lavorava come traduttrice, inizialmente da freelance poi come interprete per le Nazioni Unite e per altre organizzazioni internazionali.

L’incontro con Calvino risale al 1962, l’occasione fu un evento organizzato da Elvira Orphee, una scrittrice argentina che allora lavorava come attaché culturale a Parigi. Due anni più tardi, nel 1964, i due si sposarono all’Avana. Lei era già madre di un bimbo, Marcello Weill, nato da una precedente relazione, nel 1965 arrivò Giovanna. Un amore intenso, quello tra Chichita e Calvino, nato da due caratteri in qualche modo opposti e complementari, riservato e super taciturno lui, espansiva e immaginifica lei, nutrito da una condivisione intellettuale fortissima.

Dopo la morte prematura dello scrittore, scomparso a soli 62 anni a Siena nel 1985, Chichita, ricorda ancora Ernesto Ferrero, "ha gestito con mano fermissima una eredità difficile, guadagnandosi il rispetto di editori, agenti e traduttori. Difficile sapere di non poter più contare sulla lucidità brillante e corrosiva con cui sino all’ultimo ha ’letto’ il mondo e la letteratura contemporanea".


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