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PER L’ITALIA E PER LA CHIESA: LA MEMORIA DA RITROVARE. Il teologo Ratzinger scrive da papa l’enciclica "Deus caritas est" (2006) e, ancora oggi, nessuno ne sollecita la correzione del titolo. Che lapsus!!! O, meglio, che progetto!!!

MAFIA: LA CHIESA, L’ITALIA.... e W O ITALY. L’URLO DI KAROL J. WOJTYLA AD AGRIGENTO (1993) - a c. di Federico La Sala

mercoledì 21 giugno 2006 di Federico La Sala
I MAFIOSI E IL PAPA AD AGRIGENTO
SI SENTIRONO COLPITI DA QUELLE PAROLE
di Giuseppe Savagnone (Avvenire, 21.06.2006)
Pagliarelli, Cruillas, Resuttana, Boccadifalco, Passo di Rigano, San Lorenzo, Partanna Mondello, Acquasanta, Altarello, Pagliarelli, Uditore... Sono nomi che non dicono nulla a chi non è nato a Palermo, ma che indicano altrettante borgate del capoluogo siciliano dove tutti i palermitani sanno quale potere abbia la mafia. La cattura, l’altra notte, di numerosi capi mandamento (...)

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> L’URLO DI KAROL J. WOJTYLA AD AGRIGENTO (1993) --- Cattedrale di Agrigento, il presepe è senza Magi:-"Li hanno bloccati alla frontiera" (imprimatur dell’Arivescovo Francesco Montenegro).

mercoledì 6 gennaio 2010


-  Agrigento, il presepe è senza i Magi
-  "Li hanno bloccati alla frontiera"

-  di Fabio Russello *

"Si avvisa che quest’anno Gesù Bambino resterà senza regali: i Magi non arriveranno perché sono stati respinti alla frontiera insieme agli altri immigrati". C’è scritto questo su un cartello posto all’interno del presepe della Cattedrale di Agrigento alla vigilia dell’Epifania.

GUARDA Il presepe "bloccato alla frontiera

L’iniziativa è del direttore della Caritas di Valerio Landri con l’imprimatur dell’arcivescovo Francesco Montenegro che è stato presidente nazionale della Caritas. "E’ stata un’iniziativa concordata con l’arcivescovo Francesco Montenegro - ha spiegato Valerio Landri - perché abbiamo ritenuto che si dovesse dare un segnale per far riflettere la comunità ecclesiale e civile. Pensiamoci bene: oggi Gesù Bambino, se volesse venire da noi, probabilmente sarebbe respinto alla frontiera. Non abbiamo inteso fare polemica politica, siamo consapevoli che è necessaria una regolamentazione del fenomeno, ma siamo convinti che bisogna anche comprendere il perché questa gente fugge dal suo paese e bisogna dunque pensare all’accoglienza".

Landri ha raccontato anche delle diverse reazioni da parte della gente: "C’è chi ha plaudito alla nostra iniziativa ma anche chi si è lamentato sostenendo che abbiamo voluto sacrificare la tradizione alla problematica legata all’immigrazione. Noi pensiamo che la tradizione non possa essere anteposta ai diritti delle persone".

* la Repubblica, 05 gennaio 2010


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