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TERRA!!! TERRA!!! PIANETA TERRA: FILOLOGIA E ’DENDROLOGIA’ (gr.: "déndron" - albero e "lògos" - studio/scienza). L’ALBERO DELLA VITA ...

RIPENSARE L’EUROPA!!! CHE COSA SIGNIFICA ESSERE "EU-ROPEUO". Per la rinascita dell’EUROPA, e dell’ITALIA. La buona-esortazione del BRASILE (2005). Una "memoria" - di Federico La Sala.

(...) il “nuovo mondo” che abbiamo costruito dimostra quanto presto abbiamo dimenticato la ‘lezione’ delle foreste, dei mari, dei deserti, e dei fiumi e delle montagne!!!
domenica 14 aprile 2024
Secondo quanto suggerisce Vitruvio (De architectura, 2,1,3) la struttura del tempio greco trasse la sua origine da primitivi edifici in argilla e travi di legno (Wikipedia)
IL SEGRETO DI ULISSE: "[...] v’è un grande segreto /nel letto lavorato con arte; lo costruii io stesso, non altri./ Nel recinto cresceva un ulivo dalle foglie sottili,/rigoglioso, fiorente: come una colonna era grosso./Intorno ad esso feci il mio talamo [...]"
(Odissea, Libro XXIII, vv. 188-192).
EUROPA. PER IL (...)

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> RIPENSARE L’EUROPA!!! --- TIESTOPA: "LA MALATTIA DELL’EUROPA" --- UN BANCHETTO MOSTRUOSO. Il mito di Tieste ha una forza e una esemplarità simile a quella del mito di Edipo (di Maurizio Bettini).

giovedì 10 novembre 2022

ECCO, MANGIA I TUOI FIGLI

di MAURIZIO BETTINI *

Esistono storie così barbare che sembrano nate non solo fuori della cultura, ma addirittura fuori del linguaggio, tanto si stenta a dirne gli orrori. Per cui, quando vengono fatte rivivere su una scena è giusto che questo avvenga in luoghi rocciosi, da cui si contemplano solo distese di terra senza tracce di uomini. Al crepuscolo il vento solleva polvere, polvere vera, attorno alle urla di un personaggio che scopre di essersi macchiato di una colpa inespiabile: mentre il pubblico, attonito sui gradini di pietra, continua a domandarsi "ma cosa può spingere un uomo a uccidere i figli di suo fratello, per poi farglieli divorare in un banchetto mostruoso?".

Stiamo parlando del Tieste di Seneca, rappresentato al teatro greco di Segesta per l’ abituale appuntamento con l’ Istituto Nazionale del Dramma Antico. Una bella traduzione (fatta ex novo da Giusto Picone, latinista dell’ Università di Palermo) e una regia originale (di Walter Pagliaro) hanno fruttato uno spettacolo di grande ricchezza: forse perché in questo caso le invenzioni di regia non erano fondate, come purtroppo può accadere, su bizzarrie o su luoghi comuni, ma sulla collaborazione fra un uomo di teatro e uno studioso della tragedia di Seneca. Ragion per cui, quando un ignaro Tieste porta alle labbra la coppa riempita del sangue dei suoi figli - e il regista intelligentemente lascia che questo gesto indugi, a lungo, nel crepuscolo che nel frattempo ha invaso la scena - anche noi ci siamo chiesti: "ma cosa può spingere un uomo a uccidere i figli di suo fratello, per poi farglieli divorare in un banchetto mostruoso?".

La storia è nota. Atreo e Tieste sono figli di Pelope, a sua volta figlio di Tantalo: una stirpe sciagurata. Tieste ha sedotto la moglie di Atreo, Erope, ed ha in ogni modo insidiato il regno al fratello. Adesso Atreo decide di vendicarsi: chiama Tieste a Micene, finge di restituirlo agli antichi onori ma in realtà, nascosto nelle viscere del Palazzo, uccide i tre figli di Tieste e ne cucina le carni per il padre, che se ne ciba. Una delle storie più orribili che siano mai state immaginate. Una storia mostruosa, selvaggia. Eppure dietro a tanta barbarie c’ è una logica: perversa, fuori da ogni ordine della ragione, ma capace di spiegare lucidamente perché Atreo scelga proprio questa via - far divorare al padre i suoi figli - per vendicarsi dei torti subiti da Tieste.

Il fatto è che il Tieste è un dramma della paternità, e delle sue ossessioni. C’ è un pensiero che soprattutto tormenta Atreo: egli teme che i suoi figli non siano davvero suoi ma siano stati generati da Tieste, il quale ha commesso adulterio con sua moglie. Lo dice all’ inizio del dramma "niente della mia stirpe è immune dalle insidie di Tieste: la moglie sedotta, incerto il sangue della mia discendenza..."; lo dice trionfante alla fine del dramma, di fronte a un Tieste annientato dalla irrimediabile mostruosità di cui si sente invaso: "sì, ora nascono i miei figli, ora il letto nuziale è di nuovo certo e incontaminato...".

Dunque, nella perversa logica di Atreo, aver fatto divorare al seduttore Tieste i suoi propri figli è un mezzo per ridare "certezza" al suo sangue inquinato: per cancellare il dubbio che attanaglia la sua paternità. Quali possono essere le categorie antropologiche su cui si fonda un simile, mostruoso ragionamento?
-  Perché proprio l’ atto di far divorare i figli a un padre comporta l’ immediato riscatto di una stirpe inquinata? Per comprendere la struttura profonda di questa (perversa) logica simbolica, bisogna rammentare che la famiglia è concepita come un unico organismo, il cui delicato funzionamento è garantito da un corretto equilibrio del "sangue" e degli altri liquidi vitali che scorrono nelle sue ramificazioni.

Tieste ha alterato questo equilibrio, spargendo il suo seme (il suo "sangue", secondo i modelli della biologia antica) là dove non avrebbe mai dovuto spargerlo: egli si è unito con la cognata, ed ha turbato la discendenza di suo fratello. Adesso, perché l’ equilibrio sia ristabilito, occorre che Tieste riprenda dentro di sé la sua discendenza compensando, con una mostruosa riassimilazione della propria sostanza vitale, l’ eccesso che di questa medesima sostanza egli ha immesso nell’ organismo della parentela. Se il sangue di Atreo è "incerto", misto, inquinato, la sua purezza potrà essere riscattata solo al momento in cui Tieste accosterà alle labbra una coppa piena del suo proprio sangue, il sangue dei suoi figli. La regola invocata è quella di uno spietato contrappasso, che riporta dentro Tieste un liquido che il suo adulterio incestuoso aveva fatto indebitamente circolare fuori.

Il dramma è raccapricciante, così come lo è, notoriamente, il modo in cui Seneca si è compiaciuto di scriverlo. Eppure questa storia insegna moltissime cose non solo sull’ importanza dei vincoli di parentela, ma anche sul modo in cui essi venivano rappresentati. Il mito di Tieste ha una forza e una esemplarità simile a quella del mito di Edipo. Se per capire il significato culturale dell’ incesto bisogna recarsi alla reggia di Tebe, per comprendere il terrore dell’ adulterio e l’ ossessione per la purezza della stirpe è necessario raggiungere quella di Micene: là dove i modelli simbolici della parentela si ribaltano in cannibalismo, e il "sangue" della consanguineità familiare si trasforma in sangue versato e bevuto.

* Fonte: la Repubblica, 04.09.1991


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