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Appello

Cattolicesimo, fascismo, nazismo, stalinismo: il sogno del "regno di ‘dio’" in un solo ‘paese’ è finito. UN NUOVO CONCILIO, SUBITO. 95 TESI? NE BASTA UNA SOLA!

UNA MEMORIA DI "VECCHIE" SOLLECITAZIONI. Il cardinale Martini, da Gerusalemme, dalla “città della pace”, lo sollecita ancora!!!
martedì 5 giugno 2007 di Federico La Sala
Foto. Frontespizio dell’opera di Thomas Hobbes Leviatano.
IL NOME DI DIO. L’ERRORE FILOLOGICO E TEOLOGICO DI PAPA BENEDETTO XVI, NEL TITOLO DELLA SUA PRIMA ENCICLICA. Nel nome della "Tradizione"
GUARIRE LA NOSTRA TERRA: VERITÀ E RICONCILIAZIONE. Lettera aperta a Israele (già inviata a Karol Wojtyla) sulla necessità di "pensare un altro Abramo"
LEZIONE DI PIETRO: "Ὁμοίως γυναῖκες (...)

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> UN NUOVO CONCILIO, SUBITO. ---- «Sfido la Chiesa come Lutero». In principio era la gioia... Intervista a Mattew Fox (di Maria Antonietta Calabrò).

giovedì 17 febbraio 2011

«Sfido la Chiesa come Lutero»

intervista a Mattew Fox

a cura di Maria Antonietta Calabrò (Corriere della Sera, 17 febbraio 2011)

«Non peccato originale», non umanità caduta, ferita, e poi redenta da Gesù Cristo. Ma un Dio creatore panenteistico (presente in tutto e in tutti). La morte come fatto naturale, parte del ciclo vitale e non conseguenza del peccato di Adamo. «La benedizione originaria» della creazione sopravanza la Redenzione. Sono le tesi espresse nel libro di Matthew Fox, intitolato appunto Original Blessing, che uscì in America nel 1983 e ora viene tradotto da Fazi in Italia con il titolo In principio era la gioia. Un testo nel quale la tradizione cattolica e apostolica si tramuta in una religiosità sapienziale, femminista, ecologica, sensuale, a forte venatura vitalistica e new age.

Matthew Fox, l’allora cardinal Ratzinger ha «condannato» il suo libro come «pericoloso e fuorviante». Qual è stata la sua reazione alla elezione a Papa di un «allievo» di Agostino, che lei accusa di essere alla radice della teologia negativa e pessimistica del peccato?

«È stata quella di andare a Wittenberg, in Germania, durante il tempo di Pentecoste e appendere 95 tesi alla stessa porta dove aveva appeso le sue Martin Lutero. Mi è sembrato particolarmente appropriato perché Ratzinger è stato il primo Papa tedesco in centinaia di anni, ma soprattutto per far risaltare la profonda necessità di una riforma della Chiesa dei nostri giorni. Penso che le mie 95 tesi indichino l’appropriata direzione verso cui dobbiamo muoverci. Gli eventi che sono accaduti dopo che è stato fatto Papa, compreso lo tsunami di rivelazioni sulla pedofilia dei preti e sulla copertura dello scandalo da parte della Congregazione della dottrina della fede che lui guidava, indicano che le mie azioni erano giustificate».

Il grande convertito inglese Chesterton esprime concetti molto simili a quelli di «Original Blessing». Ma sostiene anche che la Chiesa cattolica è il solo «posto dove tutte le verità si incontrano». Perché lei non è d’accordo?

«Chesterton era in molti modi un celebrante della teologia della "benedizione originaria" o della bellezza e bontà originarie. Nel suo libro su san Tommaso d’Aquino (che lessi da ragazzo e influenzò il mio desiderio di diventare un domenicano) egli parla del "vecchio puritanesimo agostiniano"e del pessimismo che l’Aquinate ha combattuto così fortemente. Quanto all’ecclesiologia di Chesterton, la nostra conoscenza del mondo è cresciuta dall’inizio del XX secolo, quando lui scriveva. E abbiamo appreso dal Concilio Vaticano II che lo Spirito Santo lavora attraverso tutte le tradizioni. E che la Chiesa istituzionale è semper reformanda. Chesterton ha scritto che il diavolo si trova sia nella Chiesa che nel mondo».

Il Credo codificato nel 325 al Concilio di Nicea afferma: «Confesso un solo battesimo per il perdono dei peccati».

«Questo Credo parla della remissione dei peccati (al plurale) e non della remissione di uno solo (il peccato originale). Il battesimo degli adulti "ripuliva"le persone dai peccati del passato e le accoglieva nella nuova vita in Cristo. Il battesimo dei neonati li accoglie nella comunità dei fedeli nel mondo e nella pienezza di vita con Cristo. All’opposto della falsa caratterizzazione fatta da Ratzinger del mio libro, io non nego il peccato originale. Io contesto quello che noi intendiamo con questo. La parola "peccato" è molto problematica e non compare da nessuna parte nella consapevolezza ebraica (cioè di Gesù). Non è una parola biblica».

Papa Wojtyla sta per essere dichiarato beato: il suo approccio non era positivo, creativo, in una parola, come direbbe lei, benedicente?

«Come per il fatto che sia beatificato, ci sono degli interrogativi. A cominciare dal fatto che ha sostenuto la canonizzazione di un uomo violento come Escrivá, il fondatore dell’Opus Dei». E le folle che lo hanno seguito? «Non credo che il culto del papato o grandi folle necessariamente parlino di rinnovamento della Chiesa. La papolatria non è una virtù. Alcuni scritti di Giovanni Paolo II sono mirabili, ma credo che la storia mostrerà soprattutto che ha sradicato la teologia della liberazione e le comunità di base in America Latina. Senza contare la sua completa indifferenza per il coraggio e la santità di laici e membri del clero, centinaia dei quali sono stati torturati e uccisi nella stessa America Latina per difendere i poveri e proclamare la Buona Novella della Giustizia in un modo concreto (Oscar Romero era solo una di queste persone sante). Gli incarichi assegnati a una gerarchia di estrema destra (spesso dell’Opus Dei); il rifiuto di onorare il principio di collegialità fissato dal Concilio Vaticano II; l’appoggio a padre Maciel, fondatore della Legione di Cristo, persino dopo che le rivelazioni sulla sua pedofilia erano state rese pubbliche; lo sminuire le donne, il rifiuto persino di prendere in considerazione il clero sposato o le donne prete, anche quando i sacramenti sono denegati a molti per mancanza di sacerdoti; l’appoggio a movimenti fanatici di laici che in realtà non sono di laici, come Comunione e Liberazione, l’Opus Dei e la Legione di Cristo; le denunce profondamente omofobiche; la restaurazione dell’Inquisizione contraria all’insegnamento e allo spirito del Vaticano II: tutto ciò non mi fa esprimere ammirazione».

Lei ha lasciato l’ordine domenicano durante il papato di Wojtyla...

«Io non ho lasciato l’Ordine domenicano, ne sono stato espulso. Ho lottato 12 anni per restare e ho avuto l’appoggio di molti domenicani, soprattutto in Olanda. Il Concilio Vaticano II era focalizzato sul rinnovamento della Chiesa, ma la gran parte delle dichiarazioni su questo sono state negate durante i papati di Wojtyla e Ratzinger. Questo è il motivo per cui molti pensatori di Chiesa che conoscono un po’ di storia ritengono che l’attuale pontificato e quello precedente siano scismatici».

Scismatici?

«Un Papa e la sua curia (non importa quante dozzine siano stati fatti cardinali e quanti siano occupati a canonizzarsi uno con l’altro) non vincono un Concilio. Nel grande scisma del XIV secolo, in cui tre persone reclamavano contemporaneamente il papato, fu il Concilio di Costanza che destituì tutti e tre i Papi e ne elesse uno nuovo. Penso che sia il tempo di un cattolicesimo post Vaticano, una vera cristianità cattolica. Forse la Città del Vaticano ha qualcosa da imparare dal Cairo. Bisognerebbe detronizzare i dittatori e ripulire un sistema corrotto, così lontano dagli insegnamenti del Vangelo. Penso che lo stesso Gesù potrebbe nuovamente rovesciare i tavoli dei mercanti nel tempio, se giungesse sulla scena ecclesiale corrente».

Si tramanda che alla fine della vita San Tommaso abbia detto: «Tutto quello che ho scritto è paglia». Lei è autore di bestseller, sottoscriverebbe questa frase?

«Come avido lettore dell’Aquinate, sono felice che i suoi lavori siano stati salvati e che non abbiano fatto la fine della paglia. La sua esperienza mistica, nella cui prospettiva aveva visto tutto il suo lavoro "come paglia" a paragone della luce di Dio, è un’esperienza profonda su cui dobbiamo meditare. Tutti i nostri sforzi nel mondo del lavoro, della vita familiare e della nostra cittadinanza sembrano paglia nel grande schema della storia. Questo non significa che noi non siamo qui per lavorare duro, giocare e amare generosamente. Questo significa soltanto che siamo meri strumenti di un dramma di 13,7 miliardi di anni che chiamiamo universo». Ma non dell’evoluzione cosmica parlava Tommaso...


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