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Cattolicesimo, fascismo, nazismo, stalinismo: il sogno del "regno di ‘dio’" in un solo ‘paese’ è finito. UN NUOVO CONCILIO, SUBITO. 95 TESI? NE BASTA UNA SOLA!

UNA MEMORIA DI "VECCHIE" SOLLECITAZIONI. Il cardinale Martini, da Gerusalemme, dalla “città della pace”, lo sollecita ancora!!!
martedì 5 giugno 2007 di Federico La Sala
Foto. Frontespizio dell’opera di Thomas Hobbes Leviatano.
IL NOME DI DIO. L’ERRORE FILOLOGICO E TEOLOGICO DI PAPA BENEDETTO XVI, NEL TITOLO DELLA SUA PRIMA ENCICLICA. Nel nome della "Tradizione"
GUARIRE LA NOSTRA TERRA: VERITÀ E RICONCILIAZIONE. Lettera aperta a Israele (già inviata a Karol Wojtyla) sulla necessità di "pensare un altro Abramo"
LEZIONE DI PIETRO: "Ὁμοίως γυναῖκες (...)

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> UN NUOVO CONCILIO, SUBITO. UNA MEMORIA DI "VECCHIE" SOLLECITAZIONI. Il cardinale Martini, dalla “città della pace”, lo sollecita ancora!!! Cattolicesimo, fascismo, nazismo, stalinismo: il sogno del "regno di ‘dio’" in un solo ‘paese’ è finito. 95 TESI? NE BASTA UNA SOLA! ---- PAPA: CHIESA NON SIA DI UN SOLO STATO MA DI TUTTI.La "missione permanente di Pietro" capo della Chiesa è "far sì che la Chiesa non si identifichi mai con una sola nazione, con una sola cultura, con un solo Stato. Che sia sempre la Chiesa di tutti. Che riunisca l’umanità al di là di ogni frontiera e, in mezzo alle divisioni di questo mondo, renda presente la pace di Dio, la forza riconciliatrice del suo amore". Lo ha affermato il Papa nella omelia per la messa di san Pietro e Paolo (ANSA)

domenica 29 giugno 2008

Ansa» 2008-06-29 15:13

PAPA: CHIESA NON SIA DI UN SOLO STATO MA DI TUTTI

CITTA’ DEL VATICANO - La "missione permanente di Pietro" capo della Chiesa è "far sì che la Chiesa non si identifichi mai con una sola nazione, con una sola cultura, con un solo Stato. Che sia sempre la Chiesa di tutti. Che riunisca l’umanità al di là di ogni frontiera e, in mezzo alle divisioni di questo mondo, renda presente la pace di Dio, la forza riconciliatrice del suo amore". Lo ha affermato il Papa nella omelia per la messa di san Pietro e Paolo, celebrata nella basilica vaticana con il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I e con gli arcivescovi metropoliti ai quali imporrà il pallio.

MONDO UNITO SU COSE MATERIALI CONFLIGGE.SERVE PACE DIO

Il mondo globalizzato, unito "sulle cose materiali" che fanno spesso "esplodere nuovi contrasti" ha sempre più "bisogno di unità interiore, che proviene dalla pace di Dio". E "missione permanente" del Papa e "compito particolare affidato alla Chiesa" è ricondurre a questa unità l’umanità. Lo ha affermato il Papa, nella omelia per la messa di san Pietro e Paolo che celebra nella basilica vaticana. "Grazie alla tecnica dappertutto uguale, grazie alla rete mondiale di informazioni, come anche grazie al collegamento di interessi comuni, - ha detto - esistono oggi nel mondo nuovi modi di unità, che però fanno esplodere anche nuovi contrasti e danno nuovo impeto a quelli vecchi". "In mezzo a questa unità esterna, basata sulle cose materiali, - ha sottolineato papa Ratzinger - abbiamo tanto più bisogno dell’unità interiore, che proviene dalla pace di Dio, unità di tutti coloro che mediante Gesù Cristo sono diventati fratelli e sorelle. E’ questa - ha rimarcato - la missione permanente di Pietro e anche il compito particolare affidato alla Chiesa di Roma".

PAPA CON BARTOLOMEO CELEBRA MESSA PER IMPOSIZIONE PALLIO

CITTA’ DEL VATICANO - Con a fianco il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I il Papa, nella basilica vaticana, ha dato inizio alla celebrazione per la festa di San Pietro e Paolo, durante la quale distribuirà il pallio - una stola simbolo della dignità arcivescovile e della unione con il Papa - a 40 arcivescovi metropoliti. Concelebrano con Benedetto XVI i 40 nuovi arcivescovi metropoliti nominati nell’ultimo anno. Ad altri 2 arcivescovi (William D’Souza, S.I., di Patna, India, e Edward Tamba Charles, di Freetown and Bo, Sierra Leone), il pallio verrà consegnato nelle loro sedi metropolitane.

Gli arcivescovi che riceveranno l’insegna, per l’Europa sono: Francisco Pérez Gonzàlez, di Pamplona y Tudela (Spagna); Paolo Pezzi, della Madre de Dio a Mosca (Federazione Russa); Tadeusz Kondrusiewicz, di Minsk-Mohilev (Bielorussia); Giancarlo Maria Bregantini, di Campobasso-Boiano (Italia); Reinhard Marx, di Munchen und Freising (Repubblica Federale di Germania); Willem Jacobus Eijk, di Utrecht (Paesi Bassi); José Francisco Sanches Alves, di E’vora (Portogallo); Giovanni Paolo Benotto, di Pisa (Italia); Stanislav Zvolensky, di Bratislava (Slovacchia); Francesco Montenegro, di Agrigento (Italia); Laurent Ulrich, di Lille (Francia);S?awoj Leszek G?odz, di Gdansk (Polonia); Marin Sraki, di Djakovo-Osijek (Croazia). Per l’Africa invece saranno: il card. John Njue, Arcivescovo di Nairobi (Kenya); Michel Christian Cartatéguy, di Niamey (Nìger); Matthew Man-Oso Ndagoso, di Kaduna (Nigeria); Laurent Monsengwo Pasinya, di Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo); Richard Anthony Burke, di Benin City (Nigeria); Thomas Kwaku Mensah, di Kumasi (Ghana); Peter J. Kairo, di Nyeri (Kenya). Ancora per l’Asia: Sua beatitudine Fouad Twal, Patriarca di Gerusalemme dei Latini; John Hung Shan-Chuan, di Taipei (Taiwan); John Lee Hiong Fun-Yit Yaw, di Kota Kinabalu (Malesia).

Gli arcivescovi metropoliti americani che avranno il pallio sono: Edwin Frederick O’Brien, di Baltimore (Stati Uniti d’America); Lorenzo Voltolini Esti, di Portoviejo (Ecuador); Andrés Stanovnik, di Corrientes (Argentina); Anthony Mancini, di Halifax (Canada); Martin William Currie, di Saint John’s, Newfoundland (Canada); Mauro Aparecido dos Santos, di Cascavel (Brasile); O’scar Urbina Ortega, di Villavicencio (Colombia); Antonio José Lòpez Castillo, di Barquisimeto (Venezuela); Agustìn Roberto Radrizzani, di Mercedes-Lujàn (Argentina); Robert Rivas, di Castries (Santa Lucia); Louis Kébreau, di Cap Haitien (Haiti); Joseph Serge Miot, di Port-au-Prìnce (Haiti); Thomas John Rodi, di Mobile (Stati Uniti d’America); Donald James Reece, di Kingston in Jamaica (Giamaica); John Clayton Nienstedt, di Saint Paul and Minneapolis (Stati Uniti d’America). Luìs Gonzaga Silva Pepeu, O.F.M. Cap., di Vitòria da Conquista (Brasile). Infine per l’Oceania c’é l’arcivescovo John Ribat, M.S.C., di Port Moresby (Papua Nuova Guinea). Il pallio è una larga striscia di lana bianca a forma circolare chiusa, con i due capi che pendono nel mezzo del petto e del dorso, con ricamate delle piccole croci, che gli arcivescovi metropoliti indossano sopra la casula. E’ simbolo del vescovo buon pastore e insieme dell’Agnello crocifisso per la salvezza dell’umanità.


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