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Politica

MORTI, LAVORO, E SICUREZZA. IL PRESIDENTE NAPOLITANO, A GENOVA, ALLA MOSTRA PER IL CENTENARIO DELLA CGIL

venerdì 30 giugno 2006 di Federico La Sala
In visita a Genova il capo dello Stato ribadisce la centralità dell’occupazione. L’incontro con il cardinal Bertone e i richiami al predecessore Ciampi
Napolitano: "Il lavoro è un problema
e un dovere costituzionale" *
GENOVA - Il presidente della Repubblica durante la sua visita a Genova torna a parlare di lavoro e sicurezza. "Il lavoro rimane un punto di riferimento, un problema, e un dovere costituzionale", ha detto Giorgio Napolitano lasciando Palazzo Ducale dove ha visitato la mostra (...)

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> MORTI, LAVORO, E SICUREZZA. ---- Italia fanalino di coda nell’Ue a 15, in materia di sicurezza sul lavoro. Secondo l’Osservatorio per le politiche sociali in Europa di Inca Cgil di Bruxelles infatti, nel 2005 nel nostro Paese si sono registrate ben 918 morti sul lavoro, cioé quasi 1/4 del totale di incidenti mortali registrati nell’Unione, che ammonta a 4.011. Il Belpaese é inoltre la Stato dell’Unione in cui si registra il maggior numero di stressati da lavoro: ben il 27% del totale, contro una media europea del 22%.

lunedì 28 aprile 2008

ANSA» 2008-04-28 18:33

INCIDENTI LAVORO: 1.260 MORTI, UN TERZO RISPETTO A 50 ANNI FA

Circa 1.260 morti e poco più di 900 mila incidenti: sono i dati, ancora terrificanti, degli infortuni sul lavoro nel 2007, anno che segna una lieve contrazione sull’anno precedente sia per le cosiddette morti bianche sia per gli incidenti.

Li ha diffusi l’Inail in occasione della giornata mondiale e in vista delle celebrazioni dell’1 maggio che quest’anno saranno dedicate a ricordare le vittime degli incidenti sul lavoro. Una piaga, questa, che ha anche un rilevante costo sociale: quasi 45,5 miliardi di euro, il 3,21% del Pil. Nonostante i lutti che ancora funestano il mondo del lavoro, tuttavia, la situazione nel lungo periodo è molto migliorata. Negli anni del boom economico, successivi alla fine della seconda guerra, morire di lavoro era ancora più facile, tanto che oggi le morti bianche sono un terzo rispetto a quelle di 50 anni fa. Nel 1956 - ha infatti ricostruito l’Inail - i morti del lavoro erano 3.900, tre volte tanto quelli di oggi e, addirittura, il picco degli infortuni mortali si è avuto nel 1963, quando morirono ben 4.644 persone. Nonostante l’alto numero assoluto di morti, infine, un dato conforta: in Italia le aziende dell’industria e dei servizi che non hanno denunciato nessun infortunio nel corso del 2006 sono il 92,4% del totale di 3.745.224. In altre parole, le aziende dove si è verificato almeno un incidente sono il 7,6% (280 mila) del totale nazionale e appena lo 0,48% (circa 18 mila) quelle che hanno registrato 5 o più infortuni.

ITALIA MAGLIA NERA UE 15 PER MORTI E STRESS

Italia fanalino di coda nell’Ue a 15, in materia di sicurezza sul lavoro. Secondo l’Osservatorio per le politiche sociali in Europa di Inca Cgil di Bruxelles infatti, nel 2005 nel nostro Paese si sono registrate ben 918 morti sul lavoro, cioé quasi 1/4 del totale di incidenti mortali registrati nell’Unione, che ammonta a 4.011. Il Belpaese é inoltre la Stato dell’Unione in cui si registra il maggior numero di stressati da lavoro: ben il 27% del totale, contro una media europea del 22%. I dati - i più ’freschi’ in quanto a comparabilità con quelli degli altri Paesi comunitari e resi noti in occasione della ’Giornata Mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro’ - vanno accompagnati con quello più generale degli infortuni, che vede il nostro Paese al quarto posto di questa classifica in negativo, con 564.166 casi, preceduto da Germania (913.902), Spagna (780.433) e Francia (685.856). "Ogni anno - sottolinea l’Inca - nel mondo circa 2,2 milioni di lavoratori muoiono per causa di incidenti e malattie legate al lavoro, circa 270 milioni restano vittime di incidenti di lavoro non mortali e 160 milioni di malattie professionali". Per quanto riguarda l’Ue - prosegue - "certamente molto si è fatto negli ultimi anni. Tuttavia, ogni anno soltanto nell’Europa dei 15 si contano ancora 4 milioni di infortuni e oltre 4 mila morti per incidenti sul lavoro. Le categorie maggiormente colpite sono i precari, i lavoratori più anziani e i migranti. Anche in Italia il fenomeno è in costante diminuzione da un anno all’altro, ma una morte per incidenti su 4 nell’Europa dei 15 avviene ancora nel nostro Paese". Oltre che ’maglia nera’ sul fronte delle morti sul lavoro, all’Italia va anche il primato di ’culla’ dei lavoratori più stressati. Come sottolinea l’Inca, infatti, in tutto il Vecchio Continente appaiono in forte aumento i rischi psicosociali che nascono sul luogo di lavoro. "Lo stress da lavoro - si sottolinea - risulta infatti essere il secondo problema sanitario legato all’attività lavorativa in Europa, un problema che colpisce il 22% dei lavoratori Ue (27% in Italia) e il numero di persone che lamentano situazioni di disagio provocate dallo stress o aggravate dal lavoro è destinato ad aumentare nel tempo". Fra le cause dello stress da lavoro la precarietà contrattuale, l’intensificazione dell’attività, le elevate pressioni emotive, il pericolo mobbing o la scarsa considerazione dell’equilibrio tra lavoro e vita privata.


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