L’EVENTO DELL’ESTATE Dal 25 luglio al 19 agosto l’attore reciterà e commenterà alcuni dei migliori canti Il sindaco Domenici: «Così la città ritrovala propria anima, la sua essenza più vera»
BENIGNI RECITA DANTE A FIRENZE IN 13 SERATE
In piazza Santa Croce saranno montate gradinate per ospitare 5mila persone. L’attore: «Voglio raccontare l’Alighieri soprattutto ai bambini e alle nonne»
Da Firenze Andrea Fagioli (Avvenire, 04.07.2006)
Tredici canti della Divina Commedia per altrettante serate. Un solo luogo: piazza Santa Croce. Due i protagonisti: il sommo poeta e Roberto Benigni. Ma per presentare il ciclo di letture dantesche a Firenze da parte del comico toscano c’è un cambio di programma: dalla piccola Sala di Lorenzo, anticamera del sindaco, al ben più ampio Salone de’ Dugento. È così che una conferenza stampa (quella di ieri in Palazzo Vecchio) si trasforma in spettacolo e i banchi del Consiglio comunale in una platea per giornalisti, assessori e consiglieri "infiltrati". E lui, Benigni, non si nega. Ma l’introduzione spetta al sindaco Leonardo Domenici: «Avverto - dice - una certa emozione nell’annunciare l’idea di "portare" Dante a Firenze e di farlo con Roberto Benigni. Per la città è molto più che un evento estivo: significa ritrovare la propria anima, l’essenza più vera, quel passato che diventa ponte verso il futuro; significa ritrovare l’universalità di Dante e l’universalità di Firenze; significa ritrovare noi stessi». Partenza il 25 luglio. Poi, per tredici sere (dalle 21), sotto al titolo TuttoDante, si arriverà, con qualche intervallo, al 19 agosto. Ingresso a pagamento: previsti tre ordini di posti (circa 5 mila in totale) a 15, 20 e 25 euro con abbonamenti a sei e tredici serate (100 e 200 euro).
Benigni, sotto lo sguardo severo della statua di Dante che a lato della basilica francescana domina la piazza di Santa Croce, leggerà e commenterà uno dietro l’altro i primi dieci canti dell’Inferno lasciando per le ultime tre serate (17-18 e 19 agosto) i canti di Ulisse, del Conte Ugolino (XXVI e XXXIII sempre della prima cantica) e della Madonna (l’ultimo del Paradiso). «E chi non viene - dice l’attore-regista - è un fesso e un ignobile. A chi viene invece il sindaco toglierà l’Ici». È il solito Benigni, che mischia ad arte il sacro con il profano, che si lamenta della sconfitta di Berlusconi perché così ha tolto lavoro ai comici: «Io sono stato costretto a darmi a Dante, mentre la Guzzanti si darà all’Ariosto. Ma anche Putin si lamenta perché non sa dove andare in vacanza. Prodi gli aveva offerto un albergo a Casalecchio ma lui ha detto no. E che dire di Blair che non si può mettere la bandana da solo?».
Sollecitato dai giornalisti sullo scandalo del calcio e delle intercettazioni telefoniche, Benigni "ammette" di aver telefonato poco prima alla Merkel per comprare la partita di stasera con la Germania, «ma la cancelliera ha chiesto molto più del previsto e lo ha chiesto in vecchi marchi e non in euro». Ma poi ritrova i toni solenni quando afferma che «Dante è andato a scavare nell’animo umano come nessun altro dai tempi dell’Iliade: per dirla con Eliot, se Shakespeare va in larghezza, Dante va in profondità». E ancora: «Il più bel regalo che Nostro Signore ci ha fatto è la Divina Commedia, dove ci sono tutte le passioni umane». E se anche parla dei canti come «le puntate di un serial (se senti la prima torni perché vuoi sapere come va a finire)», a nessuno sfugge l’emozione del comico nell’annunciare questo ritorno di Dante in Santa Croce: «Mi batte il cuore a tremila - dice Benigni -. Ho fatto la scommessa di raccontare l’Alighieri ai bambini e alle nonne». Ma sull’impostazione delle serate non dice molto di più. Certo è che si annuncia ogni volta uno spettacolo diverso: un’ora e mezzo in cui alla lettura (si presume tradizionale) dei canti della Divina Commedia seguirà un’interpretazione, «un’attualizzazione libera del commento». Insomma: emozioni e satira, lacrime e risate in perfetto stile Benigni.