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LIBERALIZZAZIONE

Farmaci da banco nei supermercati. Una scelta opinabile

lunedì 3 luglio 2006 di Mauro Diana
Farmaci da banco nei supermercati. Una scelta opinabile.
Il centrosinistra sembra finalmente uscito da quel torpore che gli ronzava intorno dopo la vittoria al cardiopalma delle scorse politiche. Con un provvedimento firmato dal ministro Bersani, il governo Prodi ha dato il via libera ad una serie di liberalizzazioni che riguardano tutti i singoli cittadini: dalle licenze dei taxi, agli onorari dei liberi professionisti sino alla tanto discussa abolizione dell’ICI che la Chiesa non pagava (...)

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> Ragazzi datevi una calmata

giovedì 18 gennaio 2007

Gentile signor Diana, mi permetto di risponderle che di quello che ho scritto io ha perso completamente il senso e, mi permetta, come lei anche i ragazzi che avevano scritto i post poco sopra. Io non credo affatto che un farmacista venga dopo il medico, dico però con forza che questa è l’opinione che molti pazienti hanno perchè il ruolo del medico è da loro sentito in maniera più autorevole. Non è più come una volta, quando i farmacisti erano tra le autorità del paese alla pari del medico! Le sue affermazioni sul proporre ai pazienti alternative meno costose sono un altro esempio di come lai abbia travisato il mio discorso. Il problema non è dire che esistono gli equivalenti (che molti titolari "spingono" anche perchè hanno maggiori margini di guadagno...) ma che certi farmaci NON SI DEBBONO DISPENSARE SE NON DIETRO PRESENTAZINE DI UNA RICETTA MEDICA. Se lei venisse da me a chiedere l’Aulin senza ricetta, io le direi che non glielo posso dare perchè è necessaria una prescrizione medica, punto. Non è che le darei la Nimesulide perchè anche per quella è necessaria la ricetta!!! Non vale il principio per cui i farmaci equivalenti debbano essere di libera vendita, se sono uguali per principio attivo e dose alle specialità con nomi "di fantasia", sottostanno alle stesse leggi! Molti titolari invece vendono di tutto, creando probabilmente i presupposti per cui si veda la figura del farmacista come quella di un semplice "dispensatore" di medicinali, in maniera pressochè indiscriminata. Se proprio la vuole sapere tutta è dove lavoro ora, alla Coop, che si fa finalmente informazione sui prodotti di libera vendita e non, proponendo alternative (quando possibile) che siano anche meno dannose per la salute; non dimentichiamo infatti che proprio la Nimesulide è al centro di un forte dibattito nato da gravi intossicazioni verificatesi in Finlandia. Allo stesso modo per gli antibiotici. Già i medici li prescrivono con troppa disinvoltura anche come "prevenzione" del raffreddore (due cose più antitetiche non mi vengono in mente), se poi i farmacisti li vendono anche senza ricetta... la tendenza sarà quella di una graduale inutilità della maggior parte degli antibiotici in commercio spingendo la ricerca verso nuove molecole sempre più difficili da scoprire; senza contare che per fare ricerca non sono sufficienti quattro soldi e in Italia non ce ne sono nemmeno due (lo so perchè l’ho fatta personalmente per due anni). Comunque non penso nemmeno che i medici vengano dopo gli informatori, anzi: agli occhi della gente gli informatori sono dei rompiscatole, i medici li trattano spesso con sufficienza, e i farmacisti pure... per cui faccia lei. Quando parlo dico cose che vengono dall’esperienza "sul campo" e non dai miei desideri o immaginazioni di come dovrebbero essere le cose. Mi creda: lei ha una visione romantica e a dir poco desueta delle farmacie e dei farmacisti. Tutti i miei colleghi che lavorano in Coop affermano di sentirsi più liberi e non vincolati dalla "vendita a tutti i costi", manifestano felicità per poter essere tornati a consigliare e, in qualche modo, ad educare al corretto uso dei farmaci: per esempio informando genitori incoscienti della grande pericolosità del somministrare aspirine o decongestionanti nasali come la Rinazina ai loro figli di nemmeno dieci anni.

Un’ultima cosa: se il suo farmacista non l’informa della possibilità di acquistare un farmaco equivalente (a proposito: dovrebbe aver provato almeno una volta a farlo per capire la frustrazione che segue a continue risposte del tipo "assolutamente no perchè il dottore m’ha scritto questo", segno tangibile che per la gente si viene dopo il medico) commette un reato perchè la legge ci OBBLIGA ad informare i pazienti di questa possibilità.

Grazie


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