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LIBERALIZZAZIONE

Farmaci da banco nei supermercati. Una scelta opinabile

lunedì 3 luglio 2006 di Mauro Diana
Farmaci da banco nei supermercati. Una scelta opinabile.
Il centrosinistra sembra finalmente uscito da quel torpore che gli ronzava intorno dopo la vittoria al cardiopalma delle scorse politiche. Con un provvedimento firmato dal ministro Bersani, il governo Prodi ha dato il via libera ad una serie di liberalizzazioni che riguardano tutti i singoli cittadini: dalle licenze dei taxi, agli onorari dei liberi professionisti sino alla tanto discussa abolizione dell’ICI che la Chiesa non pagava (...)

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> Non ho capito una cosa....

martedì 23 gennaio 2007

Sapete vero che questa apertura alla vendita degli OTC e SOP permette non solo alla grande distribuzione di attrezzarsi per questo? Anche chi vuole investire in questo senso può farlo, per cui se l’erboristeria, magari gestita da un farmacista che non poteva permettersi una farmacia, vuole fare un’ampliamento di offerta... ora può farlo. Basta fare un giretto per la zona della riviera romagnola per contarne almeno 4 o 5. L’opposizione di Federfarma alla presenza di un farmacista rientra in quello che potrei intendere come una mossa per poi attaccare la riforma, per poi dire che tutto era stato fatto in maniera sbagliata, avallando le teorie dei detrattori disinformati secondo cui tutto questo avrebbe favorito un disordinato abuso di farmaci. L’esperienza americana, dove i farmaci come l’aspirina sono in confezioni proporzionate a tutta quella realtà, insegna che la dispensazione di farmaci come questi non è da sottovalutare! Da questa realtà si è tratto un insegnamento valido, per cui perchè gridare allo scandalo? Invece di plaudire a questa novità ci si è opposti... Ma PERCHE’? Per quale ragione, quali interessi stanno dietro Federfarma al fatto di opporsi alla nostra presenza o al nostro indossare il distintivo? Perchè dovremmo essere di escusiva "proprietà" di un farmacista? Le lobbies sono tante in Italia però credo che quella dei farmacisti sia, insieme a quella dei notai, una vera e propria "casta" per tipo di chiusura "ermetica". Solo un titolare di farmacia può pensare che al pari suo possano stare i docenti univeristari o i giornalisti! Nell’università, avendoci fatto un PhD un’idea ce l’ho, è dura ma le stesse possibilità di assunzione sono pari tra me e il figlio di un prof perchè di assunzioni non se ne parla, e il dottorato, se vali, te lo propongono anche se sei un perfetto figlio di nessuno (a Ferrara, Bologna e Padova almeno). Tra i giornalisti c’è gente che di gavetta, prima di arrivare, ne fa davvero tanta, ma i figli dei titolari si trovano serviti su un piatto d’oro un’attività commerciale vera e propria che potranno poi passare ai loro figli a loro volta. Senza nessuno sforzo, nessun rischio! Pare giusto? Sul discorso dei benzinai qui si approfitta di una situazione per esaltarne un’altra: quanti distributori esistono in Italia? Che fastidio darebbero altri? I benzinai giustamente scioperano perchè non è che la riforma porterebbe ai Supermarket solo la benzina ma non il gasolio (i farmacisti hanno ancora il controllo esclusivo della percentuale maggiore di farmaci...), ma bisogna pensare che magari non sciopererebbero se invece di 20 distributori agli Ipermercati ne costruissero 20 in forma "tradizionale" in tutta Italia... Senza offesa per nessuno mi pare un argomento del quale potremmo parlare in maniera non corretta e penso che faremmo solo un torto ai diretti interessati.

Chiudo con un invito personale all’autore dell’ultimo post poichè dal suo "incipit" mi pare di capire che abbia a che fare con Federfarma: mi può dire quali interessi avrebbe avuto Federfarma a che non ci fosse la figura del farmacista al di fuori della farmacia? Per quale ragione avremmo dovuto rinunciare al nostro distintivo?

Grazie


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