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Mondiali

E’ finita !!! Germania - Italia: 0 - 2 !! GROSSO, DEL PIERO: gol, gol !! L’ITALIA E’ IN FINALE !!!

martedì 4 luglio 2006 di Federico La Sala
VIVA L’ITALIA! - LUNGA VITA ALL’ ITALIA: "RESTITUITEMI IL MIO URLO" !!! Dalla Cina, la lezione di Huang Jianxiang. A Lui, in omaggio perenne

Germania-Italia 0-2 (Conclusa)
ultimo aggiornamento: 23:40 del 04/07/2006
di Nicola Apicella*
Commento finale:
Italia in finale. Al termine di 120’ intensi gli azzurri hanno battuto la Germania e conquistato il pass per la finalissima di Berlino. Due gol arrivati nell’ultimo minuto del secondo (...)

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> E’ finita !!! Germania - Italia: 0 - 2 !! GROSSO, DEL PIERO: gol, gol !! L’ITALIA E’ IN FINALE !!!

mercoledì 5 luglio 2006

IL PROFESSORE ROCO ALLA RETE DI GROSSO URLA IN FACCIA ALLA MERKEL. E AL RADDOPPIO RIPETE IL GESTO DI PERTINI E Prodi perse l’aplomb: goool Sfida tra due «Fattori C»: dal minuetto alla gioia gridata

di Jacopo Iacoboni (La Stampa, 5/7/2006)

L’asse Italia-Germania, Prodi-Merkel, si interrompe al 14’ del secondo supplementare, quando Grosso fa felice la Patria e Prodi si alza dalla sedia senza filarsi di pezza la Merkel, fin lì omaggiata oltre ogni dire come «nostro punto di riferimento». «Maddecché!», direbbero a Roma. S’è capito che era una finta del Professore quando, al gol di Del Piero, è risaltato sulla sedia, stavolta senza sorriso pacioso ma con un sorriso vero, sanamente scomposto, e allora s’è infine ripensato a Pertini al Bernabeu. Il quale però, onestamente, non era accreditato, da principio, dello stesso «Fattore C».

Ecco, mentre in campo l’Italia strameritava contro undici connazionali dell’autore del fondo su Der Spiegel, in tribuna si giocava una strana partita tra due dei massimi esponenti politici del «Fattore C», Romano e Angela, entrambi vincitori di elezioni all’ultimo secondo, lei oltretutto fotografata col «C» scoperto quest’estate da un magazine pettegolo; ma solo uno dei due avrebbe vinto, in extremis, anche una semifinale mondiale.

E dire che s’erano politicamente corteggiati per mesi. «La pensiamo allo stesso modo anche sul come uscire dalla crisi, non è possibile risanamento senza spingere sulla crescita», avevano detto dopo la visita del Prof a Berlino, metà giugno. E anche ieri Prodi s’era fatto precedere da una letterina affettuosa, «la Germania è nostro Paese di riferimento...», sì sì, certo, ma quei pali nei supplementari che rabbia... Qualcuno ha onestamente temuto che stesse vincendo il «Fattore C» sbagliato, quello di Angela.

Alla fine era tutta gioa con Lippi, Romano negli spogliatoi, gli azzurri che cantano ‘O sole mio, «ho fatto i complimenti all’allenatore, mi piace la sua passione». All’inizio invece era tutta diplomazia con la Merkel. Prima del fischio aveva cantato (o insomma, bisbigliato) anche l’inno, Romano accanto ad Angela. Lei a voce alta «Deutschland Deutschland über alles», lui quasi sommesso «fra-te-elli, d’I-ta-a-lia...», lei in tailleur canapa verde e collanina d’argento-bene, Romano in blu d’ordinanza con la cravatta azzurra; un simbolo: «forza tranquilla». Come lo slogan del primo Ulivo.

Ma sì, sì, come stava scritto nella lettera «la Germania è molto più di una squadra avversaria», «è un riferimento», «la nostra forza politica ed economica è reale solo se c’è accordo con la Germania»... Come no. Amici amici, però poi chi gli era accanto in tribuna lo ha potuto scrutare anche quando non era inquadrato, e chi sa quanto il Professore sia (politicamente) cattivo indovina anche in certi gesti alcuni momenti di pathos o persino di vera stizza che ha lasciato intuire. Quando i tedeschi non hanno restituito agli azzurri la palla che i nostri avevano messo fuori per soccorrere Cannavaro a terra, per esempio. Oppure nei supplementari, quando l’arbitro non ha dato una punizione palese a Totti, Romano ha bisbigliato qualcosa ad Angela: improbabile parlasse del rapporto deficit-pil nei paesi dell’Unione europea.

Volevano vincere tutti e due, ma sembrando eleganti. Non si può. Come nella vita, bisogna scomporsi; soprattutto i mediani, come entrambi sono. Romano ha avuto il «C» di poterlo fare, ed è lì che, vista dalla tribuna d’onore, questa coppia Prodi-Merkel s’è potuta almeno affiancare a quella Pertini-Schmidt del lontano Bernabeu 1982, come una birretta gelata sta a un vinello frizzante, che però ci fa godere lo stesso, altro che 11 aprile.


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