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Eu-ropa ed Eu-angelo. Una buona-scelta e una buona-notizia ...

UOMINI E DONNE. LA NUOVA ALLEANZA di "Maria" e di "Giuseppe"!!! AL DI LA’ DELL’ "EDIPO", L’ "AMORE CONOSCITIVO". SULL’USCITA DALLO STATO DI MINORITA’, OGGI. In memoria di Kurt H. Wolff.

lunedì 6 dicembre 2021
TONDO DONI. Attenzione: nella cornice "raffigurate la testa di Cristo e quelle di quattro profeti" (Galleria degli Uffizi)? Ma, per Michelangelo, non sono due profeti e due sibille?!

Per l’ “amore conoscitivo” - In memoria di Kurt H. Wolff
SULL’USCITA DALLO STATO DI MINORITA’, OGGI.
Note per un nuovo patto sociale
di Federico La Sala *
"Per recuperare la salute, il nostro mondo ha bisogno di una duplice cura: la rigenerazione (...)

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> LA NUOVA ALLEANZA di "Maria" e di "Giuseppe"!!! --- E LA VECCHIA ALLEANZA DELLA CHIESA COSTANTINIANA. Marco 10, 2-16: Contro l’indissolubilità o a favore della donna?

mercoledì 30 settembre 2015

PAROLA DI DIO: AMORE ("CHARITAS") O MAMMONA ("CARITAS")?! Tutto ciò che si riceve dipende da chi lo riceve:


Marco 10, 2-16: Contro l’indissolubilità o a favore della donna?

[di don Aldo Antonelli] *

Ciò che è determinante nella comprensione di un qualsiasi testo o parola o fatto, non è la vista o l’udito ma il “punto di vista”, la “sitz im leben” dell’osservatore.

Quiquid reciptur ad modum recipientis recipitur” era il detto che il mio professore di filosofia usava ripeterci, a noi alunni, per farci capire l’importanza del “punto di vista”.

Tutto ciò che si riceve dipende da chi lo riceve!

Questa premessa per significare l’utilizzo strumentale che si è fatto di questo passo del Vangelo (Marco 10, 2-16), sempre utilizzato a difesa di quella che è diventata una vera e propria ossessione nell’abito della chiesa: l’indissolubilità del Matrimonio!

E se provassimo a contestualizzare questo “dibattito” tra Gesù e i farisei?

In una società là dove le donne erano totalmente sottomesse all’uomo e ai suoi capricci?

Per meglio comprendere l’ambiente “pesante” per le donne del tempo, mi permetto di proporvi la lettura di questo passo di Molière, anche se vissuto ben sedici secoli dopo...(La scuola delle mogli):

-  «Solo dovere del vostro sesso è la sottomissione:
-  Chi porta la barba è l’onnipotente padrone.
-  Sebbene siamo due metà della società,
-  Tra queste due metà non esiste parità:
-  L’una è la metà suprema, e l’altra la subalterna;
-  L’una è sottomessa in tutto all’altra che governa;
-  E l’obbedienza che il soldato, addestrato al dovere,
-  Porta al suo capo che guidar lo deve,
-  Il servo al padrone, il figlio al padre,
-  E l’ultimo dei conversi al suo superiore,
-  E’ ancora nulla rispetto alla docilità,
-  E all’obbedienza, e all’umiltà,
-  E al profondo rispetto che la donna deve avere
-  Nei confronti del marito, sua guida, suo signore e padrone.
-  Quando egli la guarda con occhio severo
-  Il suo dovere è di abbassare subito gli occhi,
-  E di non osare mai guardarlo in faccia
-  Finché di uno sguardo benevolo egli non vorrà farle grazia».

In commento a questo brano José Antonio Pagola scrive:

«La cosa che più faceva soffrire le donne nella Galilea degli anni Trenta del secolo era la loro totale sottomissione all’uo­mo nella famiglia patriarcale. I loro mariti potevano perfino ripudiarle in qualsiasi momento, abbandonandole alla loro sorte. Secondo la tradizione giudaica, questo diritto si basa­va nientemeno che sulla legge di Dio.

I maestri discutevano sui motivi che potevano giustificare la decisione del marito. Secondo i seguaci di Shammai, si poteva ripudiare la moglie solo in caso di adulterio; secon­do Hillel, bastava che la donna facesse qualcosa di “sgra­devole” agli occhi del marito. Mentre gli uomini dotti discutevano, le donne non potevano levare la loro voce per di­fendere i loro diritti.

A un certo punto, la questione venne a Gesù: “Può un ma­rito ripudiare la propria moglie?”. La sua risposta scon­certò tutti. Le donne non ci potevano credere. Secondo Ge­sù, se il ripudio è nella legge, lo è per la “durezza di cuo­re” degli uomini e per la loro mentalità maschilista, ma il progetto iniziale di Dio non fu quello di un matrimonio “patriarcale”, dominato dall’uomo.

Dio creò l’uomo e la donna perché fossero “una sola car­ne”. I due sono chiamati a condividere il loro amore, la lo­ro intimità e la loro vita intera, con uguale dignità e in co­munione totale. Di qui il grido di Gesù: con il suo atteg­giamento maschilista, “l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto”»! (La via aperta da Gesù. Vol.2 - Borla).

Non aggiungo altro.

Le nostre ossessioni giuridiche sull’indissolubilità ci hanno imbottigliato dentro quella che Franco Ferrarotti chiamava la “cultura del paralume”.

Prigionieri delle nostre diatribe, siamo diventati incapaci di ricerca e di ascolto.

Buona domenica.

Aldo [Antonelli]

* Via mail


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