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Donne e occupazione

CAMPANIA: LAVORO NERO E SICUREZZA ZERO. Due donne, una di 15 anni, muoiono in una fabbrica-garage.

giovedì 6 luglio 2006 di Federico La Sala
DRAMMA IN CAMPANIA. UN LABORATORIO CHE PRODUCEVA MATERASSI RICAVATO IN UN GARAGE SENZA VIE DI FUGA
Bruciano vive nella fabbrica abusiva
Due operaie muoiono a Salerno. Una aveva 15 anni e lavorava in nero
di Fulvio Milone (La Stampa, 6/7/2006)
MONTESANO MARCELLANA. Aveva interrotto gli studi e trovato un lavoro per portare qualche soldo a casa.
Ce ne sono a centinaia, come lei, in questi paesi sperduti nell’interno della provincia salernitana, pronte a consumare per un pugno di euro (...)

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venerdì 7 luglio 2006

INCIDENTI SUL LAVORO Un altro morto a Torino

Tragedie non degne di un paese civile

ROMA, 7.

Un ragazzo travolto dalle acque fognarie e disperso mentre lavora ad un tombino; una donna e una ragazzina di 15 anni uccise nel rogo di una fabbrica di materassi: nel mondo del lavoro il tempo sembra essere un gambero. Ogni giorno che passa si arretra, in una sequela incredibile di tragedie delle quali si era fino ad ora letto, per come si sono consumate, solo nelle cronache ottocentesche. Eppure non si può sbagliare di molto se si ricorda che il grado di civiltà di un Paese si misura con le condizioni di lavoro assicurate. Bisogna intervenire per garantire almeno la sicurezza a chi, ben lontano dall’avere privilegi e rappresentanza, a volte non ha nemmeno un volto. Occorre ripensare interamente la scala di valori e priorità, nelle scelte economiche, politiche ed anche di costume, al fine di riscoprire la difesa della vita anche sul lavoro a scapito della logica arida del guadagno. Ieri, giovedì, l’ennesima tragedia. Un operaio romeno di 24 anni, impegnato in lavori all’interno di una condotta fognaria di Torino, a una decina di metri di profondità sotto il livello stradale, è stato travolto da un’ondata d’acqua che l’ha trascinato via. Si sta ancora cercando il suo corpo, scandagliando anche il fiume Dora, dove sfociano i condotti fognari. Intanto le lacrime non si sono ancora asciugate neanche per la tragedia di Montesano sulla Marcellina. Qui sono morte Giovanna Curcio, 15 anni, e Annamaria Mercadante, di 49. Entrambe uccise nel rogo della fabbrica della Bimal.tex. Srl, dove si confezionavano materassi. Annamaria lavorava per assicurare anche al figlio più piccolo la possibilità di studiare. La figlia maggiore era infatti già riuscita a prendere la laurea in Giurisprudenza. Giovanna invece era la terza di quattro figli. Era considerata una ragazza molto aperta, con l’aspirazione di imparare un mestiere per crearsi un avvenire ma anche per dare un aiuto economico in famiglia. Contenta del suo lavoro, ad esso aveva affidato molti dei suoi sogni. Sogni distrutti per colpa di qualcuno. Su questo sta ora indagando la Procura della Repubblica presso il tribunale di Sala Consilina esortata anche dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Omicidio plurimo colposo ed incendio colposo sono le ipotesi di reato sulle quali indagano gli inquirenti. I magistrati intendono avere chiarimenti dal titolare dell’azienda, Biagio Maceri. Col passare delle ore si rafforza l’ipotesi che a causare la morte delle due donne potrebbero essere state le esalazioni di acido cianitrico sprigionatesi dal materiale acrilico usato per la confezione dei materassi. Se ne saprà comunque di più quando si avranno i risultati dell’autopsia. Domani, sabato, il Vescovo di Teggiano-Policastro, Mons. Angelo Spinillo, celebrerà i funerali, nelle chiese madri dei rispettivi Comuni di residenza delle vittime, Casalbuono e Padula.

(©L’Osservatore Romano - 8 Luglio 2006)


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