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ECCLESIA DE EUCHARISTIA (Giovanni Paolo II, 2003). Il cristianesimo non è un "cattolicismo": il ’cattolicesimo’ è morto.

INDIETRO NON SI TORNA: GIOVANNI PAOLO II, L’ULTIMO PAPA. PER IL DIALOGO A TUTTI I LIVELLI: UT UNUM SINT. Un omaggio a WOJTYLA: UN CAMPIONE "OLIMPIONICO", GRANDISSIMO. W o ITALY !!! - di Federico La Sala

Il "Dio" dei nostri ’padri’ e delle nostre ’madri’ è il "Dio" dei viventi, non dei morti !!! LA "SACRA FAMIGLIA" DELLA GERARCHIA CATTOLICO-ROMANA E’ ZOPPA E CIECA: IL FIGLIO HA PRESO IL POSTO DEL PADRE DI GESU’ E DEL "PADRE NOSTRO". E’ ORA DI RESTITUIRE "L’ANELLO DEL PESCATORE" A GIUSEPPE, PER AMARE BENE MARIA!!!
domenica 1 maggio 2011
[...] Che Egli viva in eterno, nella verità e nella pace - e nella memoria e nel cuore del nostro tempestoso presente storico, in lotta per portare alla luce una nuova - e più degna di noi stessi e di noi stesse - concezione dell’umano e del divino [...]
“DUE COLOMBI”, “DUE SOLI”. A KAROL J. WOJTYLA - GIOVANNI PAOLO II, in memoriam (03.04.2005)
GUARIRE LA NOSTRA TERRA. Lettera aperta a Israele (già inviata a Karol Wojtyla) sulla necessità di "pensare un altro (...)

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> INDIETRO NON SI TORNA: GIOVANNI PAOLO II, L’ULTIMO PAPA. --- Papa Wojtyla, come Francesco d’Assisi (di Miriam Della Croce).

mercoledì 27 gennaio 2010

Lettere

Papa Wojtyla, come Francesco d’Assisi

di Miriam Della Croce *

Nel libro “Perché è santo” scritto dal postulatore per la causa di beatificazione di Wojtyla, monsignor Slawomir Oder, si legge: “Nel suo armadio, in mezzo alle tonache era appesa sull’attaccapanni una particolare cintura per i pantaloni, che lui utilizzava come frusta e che faceva portare sempre anche a Castel Gandolfo”. Nessuna meraviglia. Wojtyla sicuramente come Francesco d’Assisi, ed altri santi, era persuaso che la "masturbazione è un atto intrinsecamente e gravemente disordinato" (cf n. 2352 del Catechismo).

E come mettere a tacere i sensi se non flagellandosi? Certamente il Papa aveva in mente l’episodio di San Francesco, che una notte, per farli tacere i sensi, si tolse la tonaca e prese a percuotersi violentemente con un pezzo di corda, dicendo: «Frate asino, così ti conviene restare, così prenderti le battiture. Perché la tonaca serve alla religione e porta in sé il sigillo della santità: non è lecito, a un libidinoso, rubarla!». Ma niente! La tentazione era incontenibile. Per domarla Francesco uscì nudo nel cortile, e s’immerse nella neve abbondante. Niente ancora! Allora il frate pensò di distrarre la mente e di fiaccare le membra, sino a che lo stimolo della carne non si fosse assopito. Cominciò a fare pupazzi di neve uno dietro l’altro, e ben sette ne tirò su. Così passò la notte, il Poverello d’Assisi, sacrificando sonno e preghiere, per non cadere in un peccato inconsistente. E pensare che avrebbe potuto risolvere il suo problema in pochi minuti. Ma così va questo povero mondo.

Miriam Della Croce

P.S. L’episodio riguardante San Francesco è tratto fedelmente dal biografo del santo, Tommaso da Celano, Vita seconda - Fonti Francescane - Editrici Francescane.

* Il Dialogo,, Mercoledì 27 Gennaio,2010 Ore: 16:07


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