La Chiesa non deve tacere
di Angelo Bertani (Europa, 26 novembre 2010)
Se oggi siamo a questo punto è perché in passato non sono ascoltate le voci libere che invitavano a raddrizzare la schiena. Già il 6 dicembre 1995 il cardinale Martini afferma che «la Chiesa non deve tacere perché [in Italia] è in gioco la sopravvivenza dell’ethos politico. Non è la Chiesa come tale a essere in pericolo; è la natura stessa della politica e quindi della democrazia».
Nell’ottobre 2003 Franco Monaco scrive una lettera aperta (Jesus, ottobre 2003): «Cari Vescovi, perché tanto silenzio sull’Italia?» E segnala i punti di sofferenza tra i quali il principio. Il mese dopo Jesus torna sul tema con un dossier: “Emergenza Democrazia. Padre, perché non parli? I silenzi della Chiesa sulle piaghe della nostra democrazia”. M.C. Bartolomei, Melloni, Bettazzi, Antiseri, Bregantini, Giuntella, Canobbio scongiurano la Chiesa italiana di non restare in silenzio. Nel marzo 2004 padre Sorge (Aggiornamenti sociali, marzo 2004) scrive un editoriale coraggioso (www.gesuiti.it/ag_ sociali): «Non c’è dubbio che alla base della Chiesa italiana vi sia un certo malessere per il silenzio dei vescovi sulla grave situazione del paese ».
Tra i vescovi coraggiosi c’è Tommaso Valentinetti. Nel 2006 Bondi aveva inondato le parrocchie con un opuscolo di Forza Italia sui: «Cinque anni di governo Berlusconi letti alla luce della dottrina sociale della Chiesa ». Il vescovo risponde: «Non possiamo tacere lo sconcerto e lo stupore per questa pubblicazione. ... Non possiamo accettare che alcun partito si presenti come garante della dottrina sociale della Chiesa... Non si tenti di comprarci. Rispettate la nostra libertà di coscienza». E Pax Christi aggiunge: «Ci indigna l’arroganza, la mancanza di pudore, la presunzione nel presentarsi come interpreti fedeli del magistero...».
La nostalgia non serve: «Non c’è alcuna cara vecchia Italia da conservare, da recuperare, alla quale tornare » (Europa,17 novembre ). Ma neanche il presente è incoraggiante, ma ci sono segni nuovi e importanti: Bagnasco ammonisce che «non c’è una buona politica senza un vivere retto». E anche Ruini auspica che i cattolici siano uniti «non in un solo partito, ma intorno a valori come la difesa della vita, aiuto ai più bisognosi, sostegno alla famiglia, libertà religiosa e... stili di vita moralmente ineccepibili » (Repubblica, 20 nov.).
Famiglia Cristiana (21 nov.) riassume: «I cristiani non hanno la pretesa di essere, essi soli, i salvatori della patria; ma sono consapevoli che l’Italia non potrà uscire dalla difficile situazione in cui si trova senza l’apporto dei cattolici». Ripartiamo da qui.