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ECCLESIA DE EUCHARISTIA (Giovanni Paolo II, 2003). Il cristianesimo non è un "cattolicismo": il ’cattolicesimo’ è morto.

INDIETRO NON SI TORNA: GIOVANNI PAOLO II, L’ULTIMO PAPA. PER IL DIALOGO A TUTTI I LIVELLI: UT UNUM SINT. Un omaggio a WOJTYLA: UN CAMPIONE "OLIMPIONICO", GRANDISSIMO. W o ITALY !!! - di Federico La Sala

Il "Dio" dei nostri ’padri’ e delle nostre ’madri’ è il "Dio" dei viventi, non dei morti !!! LA "SACRA FAMIGLIA" DELLA GERARCHIA CATTOLICO-ROMANA E’ ZOPPA E CIECA: IL FIGLIO HA PRESO IL POSTO DEL PADRE DI GESU’ E DEL "PADRE NOSTRO". E’ ORA DI RESTITUIRE "L’ANELLO DEL PESCATORE" A GIUSEPPE, PER AMARE BENE MARIA!!!
domenica 1 maggio 2011
[...] Che Egli viva in eterno, nella verità e nella pace - e nella memoria e nel cuore del nostro tempestoso presente storico, in lotta per portare alla luce una nuova - e più degna di noi stessi e di noi stesse - concezione dell’umano e del divino [...]
“DUE COLOMBI”, “DUE SOLI”. A KAROL J. WOJTYLA - GIOVANNI PAOLO II, in memoriam (03.04.2005)
GUARIRE LA NOSTRA TERRA. Lettera aperta a Israele (già inviata a Karol Wojtyla) sulla necessità di "pensare un altro (...)

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> INDIETRO NON SI TORNA --- Tutte le anime della chiesa. Nello spaesamento della globalizzazione sembra prevalere una frammentazione tra due posizioni: una ispirata allo slancio verso l’esterno di Wojtyla l’altra ripiegata sulle dinamiche più istituzionali (di Agostino Giovagnoli)

venerdì 24 febbraio 2012

Così la crisi della politica incide Oltretevere

Tutte le anime della chiesa

      • Nello spaesamento della globalizzazione sembra prevalere una frammentazione tra due posizioni: una ispirata allo slancio verso l’esterno di Wojtyla l’altra ripiegata sulle dinamiche più istituzionali

di Agostino Giovagnoli (la Repubblica, 23.02.2012)

Nella Chiesa cattolica la contrapposizione tra progressisti e conservatori, nata sulla scia del dibattito al Concilio Vaticano II, appare oggi in declino. Raggiunto il suo acme negli anni Settanta, si è attenuata durante il pontificato di Giovanni Paolo II che ne ha smussato le "punte". Benedetto XVI ha proseguito sulla stessa strada, collegando il Vaticano II al Concilio di Trento in una visione teologica di continuità senza rotture. Anche il passare del tempo, ovviamente, ha influito molto: Joseph Ratzinger sarà l’ultimo papa che ha vissuto il Concilio e, anche se molte questioni importanti sono ancora le stesse, il mondo del 2012 è molto diverso da quello del 1962.

«Quando emerge nella Chiesa una discussione normale, come c’è in qualunque istituzione, diventa uno scontro o chissà cosa» ha notato il cardinal Filoni riferendosi ai rumors delle scorse settimane. Indubbiamente, anche la Chiesa ha bisogno delle passioni e dei progetti degli uomini e delle donne che ne fanno parte, pur con una maggiore preoccupazione di unità rispetto ad altre istituzioni. È stato così anche nella Chiesa preconciliare, quando Montini e Tardini erano entrambi ai vertici della Segreteria di Stato vaticana. Il primo, infatti, ha perseguito un disegno di ampio respiro per riportare la Chiesa nel cuore di una cultura moderna che sembrava rifiutarla, mentre il secondo proseguiva nella linea della grande tradizione diplomatica che va dal cardinal Gasparri al cardinal Casaroli, cercando spazi di libertà all’interno di Stati novecenteschi totalitari, autoritari o, comunque, ostili. Ne sono scaturite anche conseguenze differenti sul piano politico: nel dopoguerra, Montini ha sostenuto, vittoriosamente, l’iniziativa politica della Dc, mentre Tardini avrebbe preferito una presenza dei cattolici in diversi partiti. E quando il disegno post-bellico è entrato in crisi, sono nuovamente emerse personalità con sensibilità e disegni differenti, come il cardinal Ruini e il cardinal Martini.

Anche oggi nella Chiesa emergono sensibilità diverse. La spiritualità salesiana segnata da un’impronta educativa ispira, ad esempio, uno stile ecclesiastico orientato verso un ottimismo di fondo, la fiducia nei confronti dell’altro e un approccio estroverso e comunicativo. Altri, invece, si richiamano alla personalità del cardinal Siri, arcivescovo di Genova con un forte senso dell’autorità e della tradizione, che però si commosse davanti all’immagine straordinaria dei vescovi di tutto il mondo riuniti dal Concilio. Ma è difficile ricondurre a queste o ad altre sensibilità disegni complessivi. Anche la Chiesa, infatti, sembra paradossalmente orfana di un "mondo moderno", prevalentemente europeo e occidentale, che per due secoli è apparso il suo grande antagonista e nel confronto con il quale ha sviluppato molteplici strategie di contenimento o di avvicinamento.

Viviamo oggi in un tempo diverso, di cui è espressione emblematica una politica debole, condizionata dai mass media, incalzata dell’antipolitica e, soprattutto, separata dalla cultura necessaria per proporre visioni d’insieme. E anche gli uomini di Chiesa sono figli del proprio tempo. Nello spaesamento della globalizzazione e davanti alla fatica di leggere i segni dei tempi, più delle divisioni sembra prevalere una frammentazione in cui assume rilievo soprattutto l’alternativa tra uno slancio ad extra, come quello incarnato da Karol Wojtyla, e un ripiegamento ad intra sulle dinamiche interne dell’istituzione ecclesiastica.


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