Inviare un messaggio

In risposta a:

TORINO, CORSO REGINA MARGHERITA. Incendio nell’acciaieria della ThyssenKrupp.

giovedì 6 dicembre 2007
Torino, incendio in acciaieria
un operaio morto, sei feriti gravi*
TORINO - Un incendio è scoppiato poco prima dell’1,30 nell’acciaieria della ThyssenKrupp, che si trova a Torino, in corso Regina Margherita. Il bilancio fornito dai vigili del fuoco è di un operaio morto e otto feriti, di cui (...)

In risposta a:

> TORINO, CORSO REGINA MARGHERITA. Incendio nell’acciaieria della ThyssenKrupp. --- Terzo operaio morto. «Vogliamo giustizia» ha urlato la moglie, Sabina Laurino, al ministro Livia Turco che era andata a trovarla mentre in corsia attendeva di sapere la sorte del marito.

venerdì 7 dicembre 2007


-  Terzo operaio morto alla Thyssen
-  La vedova alla Turco: «Giustizia»

-  Altri due incidenti a Cassino e Avellino *

Sono tre finora i morti della tragedia successa mercoledì notte nelle acciaierie della ThyssenKrupp di Torino. Due operai che avevano riportato ustioni nel 90 percento del corpo sono spirati il giorno dopo. Roberto Scola, 32 anni, due figli, è morto venerdì mattina, poco prima delle sette, all’ospedale Cto di Torino dove era stato ricoverato con il 95% di ustioni su tutto il corpo.

Angelo Laurino, 43 anni, due figli, è morto in serata all’ospedale S.Giovanni Bosco, anche lui aveva oltre il 90% del corpo ricoperto di ustioni gravissime. Mentre restano gravi le condizioni degli altri cinque compagni di lavoro, con ustioni fra il 60 e il 90%, ricoverati in altri ospedali. «Vogliamo giustizia» ha urlato la moglie, Sabina Laurino, al ministro Livia Turco che era andata a trovarla mentre in corsia attendeva di sapere la sorte del marito, sorretta dalla figlia più grande Noemi di 14 anni e da una psicologa dell’ospedale.

Quando è arrivato al pronto soccorso del Cto, subito dopo l’incidente e quando nel rogo era già morto il primo operaio - Antonio Schiavone, 36 anni- , Roberto Scola era ancora cosciente, e terrorizzato all’idea di non rivedere più i suoi bimbi. Fin dall’inizio, tuttavia, le sue condizioni erano state definite disperate: solo le piante dei piedi non erano bruciate.

Antonio Bocuzzi, un suo collega di lavoro, aveva raccontato di averlo visto, torcia umana, correre e urlare fuori dalla fabbrica. La prima terapia possibile era reidratarlo: i medici hanno fatto flebo da 1600 cc di soluzione acqua e sale ogni ora. Non respirava, ma un ventilatore gli muoveva i polmoni che hanno respirato fumo in grandi quantità. Sul corpo non aveva fratture. Alle 6,45 è stato dichiarato morto.

Lutto cittadino lunedì a Torino durante lo sciopero e la manifestazione per l’incendio alla Thyssen Krupp. Al lutto partecipa anche l’Ascom torinese che oltre esprimere cordoglio ai famigliari della vittima, invita i commercianti torinesi a spegnere le luci e abbassare le serrande dei negozi per cinque minuti, a partire dalle ore 10, in concomitanza con la manifestazione indetta dai sindacati.

Lunedì sera inoltre, come annunciato dal vicesindaco e assessore comunale Tom Dealessandri, per esprimere il cordoglio di Torino non verranno accese le luci d’Artista che in questo periodo prenatalizio rallegrano il capoluogo piemontese.

Il pool che fa capo al procuratore aggiunto Raffaele Guariniello ha già ascoltato alcuni testi sull’incendio. Sono stati ascoltati alcuni operai che sono scampati al rogo. Sarebbe emerso un «contesto di approssimazione» su alcune misure di sicurezza. In particolare la presenza nel reparto di estintori scarichi e il non funzionamento di un telefono di emergenza, che ha costretto un operaio a prendere una bicicletta per andare a chiedere aiuto ad altri compagni di lavoro.

È anche emerso che c’ era una sorta di abitudine a cercare di rimediare da sè ai piccoli inconvenienti senza fare intervenire le squadre di manutenzione. I magistrati vogliono ora capire perchè si fosse instaurata questa prassi e se ciò accadesse per carenze organizzative anche come conseguenza del fatto che la società stava dismettendo l’ impianto. Per quanto riguarda le cause del rogo, sembra confermato che tutto sia nato per la rottura di un tubo in cui passa olio idraulico.

Nei confronti dei dirigenti della multinazionale tedesca ThyssenKrupp inoltre pende un procedimento penale al Tribunale di Torino per l’ incendio che nel marzo del 2002 devastò una parte dello stabilimento di Torino della Acciai Speciali Terni, lo stesso dove mercoledì notte è morto un operaio ed altri nove sono rimasti feriti. Dopo la sentenza di primo grado, con tre condanne e due patteggiamenti nel maggio del 2004, il procedimento è infatti fermo in Corte d’Appello dal 2005 in attesa che venga definito il dibattimento di secondo grado. Il rischio, sostengono in Procura, è che i reati possano andare in prescrizione. Il ministro Damiano, in visita a Torino si è detto stupito del fatto che l’incidente sia avvenuto in «una grande impresa, sindacalizzata: un tipo di impresa in cui queste cose non dovrebbero accadere». E ha assicurato ai lavoratori che alle acciaierie «si tornerà al lavoro solo dopo che tutto lo stabilimento sarà stato sottoposto a verifiche di sicurezza».

La pena più elevata, otto mesi di carcere, fu inflitta a Giovanni Vespasiani, presidente del comitato esecutivo; le altre condanne, di entità inferiore, riguardarono altri quattro dirigenti. La sentenza era stata emessa dalla gup Immacolata Iadeluca al termine di un rito abbreviato. L’accusa in aula era stata sostenuta dal pm Francesca Traverso, mentre le indagini furono coordinate dal procuratore Raffaele Guariniello. Il rogo si scatenò nel reparto di laminazione la mattina del 24 marzo. Per domarlo i vigili del fuoco dovettero lavorare oltre quaranta ore, «sparando» 20 mila litri di schiuma e 50 mila litri di azoto liquido. Il pm affermò che alla «Terni» non furono prese adeguate misure precauzionali. Durante le indagini fu anche vagliata la condotta del presidente del consiglio di amministrazione della Thissenkrupp, Helmut Adris, contro il quale, però non si è proceduto.

E si continua a morire di lavoro anche nei cantieri, nelle fabbriche metalmeccaniche, non solo negli altiforni. Altri due incidenti mortali nella giornata di venerdì, altre due morti bianche. Un meccanico dipendente di una ditta che stava effettuando dei lavori allo stabilimento Fiat di Cassino: si trovava nei pressi dell’ingresso 4 e stava riparando una bisarca quando è rimasto schiacciato dal peso del rimorchio. L’uomo aveva 50 anni. Due anni di meno invece, li aveva Giuseppe Mastrullo, il muratore che, sempre venerdì, è morto in un incidente sul lavoro a Bisaccia, in provincia di Avellino, dopo essere scivolato dall’impalcatura su cui stava lavorando.

«Troppe morti sono dovute a processi industriali vetusti o inadeguati», sostiene Angelo Venuti, segretario regionale Cisl-Vigili del Fuoco del Piemonte, che in seguito all’incidente della ThyssenKrupp punta l’indice contro «i risparmi sulle opere provvisionali e sulle misure di prevenzione, la mancata formazione sulle misure di prevenzione del rischio e gestione della sicurezza, e il carente addestramento alle misure di gestione dell’emergenza». «Siamo stanchi - scrive Venuti in una nota - di assistere ad incidenti, spesso mortali, che potevano essere evitati ’perdendò cinque minuti o spendendo qualche soldo in più per la manutenzione o ascoltando la segnalazione dei lavoratori. Serve più rispetto - conclude - per la vita umana e più dignità per il lavoro».

Resta l’amarezza e il lutto. Venerdì sera all’apertura della stagione della Scala, a Torino, è stato osservato un minuto di silenzio per ricordare le vittime della strage più orribile: quella dei lavoratori che muoiono per portare a casa uno stipendio da fame. Quest’anno sono già poco meno di mille.

* l’Unità, Pubblicato il: 07.12.07, Modificato il: 07.12.07 alle ore 18.52


Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: