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TORINO, CORSO REGINA MARGHERITA. Incendio nell’acciaieria della ThyssenKrupp.

giovedì 6 dicembre 2007
Torino, incendio in acciaieria
un operaio morto, sei feriti gravi*
TORINO - Un incendio è scoppiato poco prima dell’1,30 nell’acciaieria della ThyssenKrupp, che si trova a Torino, in corso Regina Margherita. Il bilancio fornito dai vigili del fuoco è di un operaio morto e otto feriti, di cui (...)

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> TORINO, CORSO REGINA MARGHERITA. Incendio nell’acciaieria della ThyssenKrupp. --- Nel registro della procura sarebbero iscritte due o tre persone. Contestato disastro colposo omicidio e lesioni colpose. Ansia per i tre superstiti. In coma farmacologico Rosario Rodinò.

sabato 8 dicembre 2007


-  Nel registro della procura sarebbero iscritte due o tre persone. Contestato disastro colposo
-  omicidio e lesioni colpose. Ansia per i tre superstiti. In coma farmacologico Rosario Rodinò

-  ThyssenKrupp, primi indagati
-  per la strage nell’acciaieria

TORINO - Si aggrava di giorno in giorno il bilancio dell’incendio alla ThyssenKrupp di Torino, l’acciaieria che nella notte tra mercoledì e giovedì ha trasformato in torce umane sette operai. Finora sono morte quattro persone, e altre tre sono in fin di vita. Oggi sono state effettuate le prime iscrizioni nel registro degli indagati nei confronti della ThyssenKrupp.

Le indagini. Intanto il pm Raffaele Guariniello ha aperto due procedimenti penali paralleli come prevede la legge: "Uno riguarda le persone fisiche responsabili dei fatti, l’altro l’impresa". Secondo indiscrezioni nell’iscrizione nel registro degli indagati vengono contestate le ipotesi di accusa di omicidio colposo, lesioni colpose e disastro colposo. Al momento non è chiaro quante persone siano state indagate, ma secondo voci non confermate potrebbe essere due o tre. La procura ha anche chiesto al ThyssenKrupp tutto l’organigramma della società, compreso quello della capogruppo tedesca, per valutare ruoli e competenze. Le prime autopsie sulle vittime saranno eseguite lunedì e martedì prossimo.

Accertamenti in fabbrica. Nel frattempo proseguono gli accertamenti in fabbrica per capire con precisione il punto in cui si è verificata la tragedia. La procura ha sequestrato una sorta di scatola nera che riguarda l’apparecchiatura. Al vaglio anche la causa dell’incendio e se tutte le norme per la sicurezza sono state rispettate. Per questo motivo la procura ha controllato oggi tutti gli estintori dello stabilimento.

Gli estintori. Al momento dell’incidente alcuni operai hanno denunciato che 3 estintori su 5 non funzionavano. Obiettivo degli inquirenti è capire che uso ne venisse fatto da parte dell’azienda e degli operai. Pare infatti che alle volte, nei piccoli interventi, gli estintori fossero usati per metà e poi non più ricaricati. Una prassi, quest’ultima, che li rendeva inutilizzabili perché il materiale all’interno diventava scadente sul fronte della sicurezza.

Nel frattempo la Procura ha incaricato l’Asl di fare ogni accertamento sulla sicurezza dello stabilimento anche per il futuro: sono pertanto iniziati i primi controlli sugli oltre 300 estintori esistenti nello stabilimento. Trenta di essi sono stati portati nella sede dei vigili del fuoco dove verranno analizzati nel dettaglio perché contengono materiale liquido e gassoso. Agli altri è stata applicata una procedura che ne permette l’uso ma non la modifica in attesa degli accertamenti della magistratura.

La squadra antincendio. Altro aspetto da chiarire è l’operato della squadra antincendio e la sua formazione. Pare infatti che gli operai avessero la prassi di sbrigarsela da soli quando capitavano piccoli inconvenienti. Non è chiaro se la notte dell’incidente la squadra antincendio fosse presente al completo nello stabilimento o se ci fosse un solo componente che, come emergerebbe dalle prime indiscrezioni, era in un altro reparto.

Le vittime. Il primo a perdere la vita è stato Antonio Schiavone, 36 anni, che abitava a Envie (Cuneo) con moglie e tre figli piccoli, il più vicino alla linea 5 dell’impianto di trattamento termico dove si è sviluppato l’incendio. Stamattina, poco prima delle sette, è morto Roberto Scola, 33 anni, che era stato ricoverato all’ospedale Molinette, mentre nel pomeriggio, al San Giovanni Bosco, Angelo Laurino, 43 anni, è stato stroncato da un’insufficienza multiorgano. Entrambi avevano ustioni di terzo grado sul 95% del corpo.

Scola, viveva a Torino, era sposato aveva due figli molto piccoli (uno di 17 mesi e l’altro di quasi tre anni).Quando è arrivato al pronto soccorso del Cto era cosciente e terrorizzato all’idea di non rivedere più i suoi bimbi. Laurino, anche lui residente a Torino, aveva due figli, Fabrizio di 12 anni e Noemi di 14.

E questa sera al Cto di Torino, è morto anche Bruno Santino, 26 anni. L’operaio era stato trasferito in giornata dall’ospedale Maria Vittoria al centro grandi ustionati del Cto. A pregare tutto il giorno perché si salvasse il fratello Luigi, pure lui operaio alla ThyssenKrupp, ma non era di turno mercoledì notte.

I feriti. Rimane appeso a un filo il destino degli altri tre feriti gravissimi, di cui tre ricoverati a Torino ed uno a Genova. All’ospedale Maria Vittoria lotta tra la vita e la morte Giuseppe De Masi, 26 anni, che vive a Torino con i genitori ed ha una madre infermiera. Mentre alle Molinette è ricoverato Rocco Marzo, di 54, sposato a padre di due figli. A fine mese sarebbe dovuto andare in pensione. Tutti hanno ustioni di secondo e terzo grado su oltre il 90 per cento del corpo. Viene tenuto in coma farmacologico, all’ospedale Villa Scassi di Genova, Rosario Rodinò, 26 anni. Ha ustioni sul 90 per cento del corpo e le sue condizioni starebbero peggiorando.

* la Repubblica, 8 dicembre 2007


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