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VULCANOLOGIA. Trovato un modo per prevedere le eruzioni vulcaniche con un anticipo di 20-60 giorni circa.

venerdì 29 agosto 2008
Ansa» 2008-08-28 20:35
VULCANI, ONDATA MAGMA FA PREVEDERE ERUZIONI 60 GIORNI PRIMA
ROMA - Trovato un modo per prevedere le eruzioni vulcaniche con un anticipo di 20-60 giorni circa, metodo che potrebbe essere applicato a molti vulcani tra cui il Vesuvio a Napoli, permettendo alla (...)

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> VULCANOLOGIA. ... ITALIA. "Ischia e Vesuvio i più pericolosi". Bertolaso lancia l’allarme vulcani.

martedì 27 aprile 2010


-  AL VIA IL MONITORAGGIO DI QUELLI SOMMERSI IN MARE

-  Bertolaso lancia l’allarme vulcani:
-  "Ischia e Vesuvio i più pericolosi"

Entro fine anno aggiornati piani di evacuazione della popolazione

ROMA Il Vesuvio è «il problema di Protezione civile più grande nel nostro Paese». Lo ha detto il Capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, nel corso di una conferenza stampa nella sede della Stampa estera, a Roma, nella quale ha fatto un punto sui rischi legati ai vulcani in Italia, dopo l’emergenza dei giorni scorsi legata alla eruzione di un vulcano in Islanda. «Il Vesuvio - ha spiegato Bertolaso - sta bello tranquillo e speriamo che rimanga in questa situazione di quiescienza. Sappiamo anche - ha aggiunto - che nel caso di un risveglio la situazione sarebbe drammatica». «Del Vesuvio - ha continuato Bertolaso - sappiamo tutto».

Una eruzione del vulcano, sarebbe anticipata da segnali: scosse di terremoto forti, come quelle che hanno colpito lo scorso anno a l’Aquila. Ci troveremmo di fronte a una situazione di emergenza« con un prevedibile caos e panico nella popolazione. Nella cosiddetta fascia "rossa", che comprende 18 comuni dell’area vesuviana che si sono sviluppati negli ultimi sessant’anni attorno al vulcano vivono secondo i dati ufficiali almeno mezzo milione di persone. »Probabilmente - ha sottolineato Bertolaso - sono 600-650 mila persone«. È il dato critico che interessa il piano di evacuazione messo a punto dalla Protezione civile e che è in fase di revisione con l’aggiornamento degli scenari possibili in caso di una ripresa dell’attività del vulcano partenopeo.

L’ultima eruzione del Vesuvio risale al 1944, alla fine della seconda guerra mondiale. Gli americani, usavano la luce dell’eruzione come faro per dirigere i bombardieri verso Cassino. Dalla fine della guerra, attorno alla cintura del vulcano, in modo scellerato, sono nati e si sono sviluppate interi insediamenti: diciotto i comuni compresi nella cosiddetta fascia rossa, che è quella inclusa nei piani di evacuazione in caso di rischio di eruzione del vulcano partenopeo.

La Protezione civile aggiorna costantemente gli scenari possibili sul vulcano e sta rivedendo aggiornandolo il piano di evacuazione che potrebbe interessare in futuro - così come ha detto il Capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, non solo i circa 600 mila abitanti dei comuni vesuviani ma anche una parte della popolazione del capoluogo partenpoeo. Insomma, circa un milione di persone. Un piano aggiornato che sarà pronto entro la fine dell’anno e che Bertolaso ha annunciato di voler presentare ai sindaci dei comuni interessati e al governato della Campania, Stefano Caldoro.

Fermo restando, ha sottolineato Bertolaso, che nessuno scienziato al mondo è in grado di prevedere il risveglio di un vulcano o un terremoto è possibile monitorandone l’attività coglierne con un certo anticipo i segnali. Scosse di terremoto, anche di forte intensità, sarebbero il possibile segnale di un ritorno all’attività e potrebbero far scattare - se necessario - il piano di evacuazione che dovrebbe essere realizzato al «massimo in 7-10giorni».

Prima dell’esplosione, altrimenti sarebbe «una catastrofe». Si prevede, infatti, negli scenari più complessi che il Vesuvio potrebbe sprigionare colonne di cenere e lapilli fino a 20 chilometri di altezza. La ricaduta potrebbe quindi andare ben oltre il raggio di previsione e interessare anche parte della stessa città di Napoli. La Protezione civile italiana è in grado di gestire una evacuazione che interesserebbe potenzialmente quasi un milione di persone? «Sono molto tranquillo», ha risposto a un cronista Bertolaso. «La Protezione civile ha la flessibilità necessaria e la capacità per gestire anche una emergenza così complessa». Sul piano varato dalla Regione Campania per incentivare la delocalizzazione abitativa nei comuni della fascia rossa, Bertolaso ha espresso un giudizio senza appello: «È stato un fallimento totale».

Non è però il Vesuvio, ma Ischia il vulcano che preoccupa di più gli scienziati. Lo ha rivelato il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso nel corso di un incontro con la stampa estera per fare il punto della situazione sui vulcani italiani e sui rischi connessi ad un’eruzione. «Il vulcano che potenzialmente ha il colpo in canna peggiore di tutti - ha spiegato Bertolaso - è l’isola di Ischia, dove l’ultima eruzione si è registrata nel 1.300. Non vi sono al momento ragioni per temere che si risvegli, ma ciò può sempre avvenire e dunque va costantemente monitorato». In diecimila anni il cono vulcanico è cresciuto di 800 metri. «Ciò significa - ha concluso - che nel ventre del monte Epomeo si sta caricando una camera magmatica che potrebbe esplodere con conseguenze drammatiche».

* La Stampa. 27/4/2010 (20:49)


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