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LA CHIESA DEL SILENZIO E DEL "LATINORUM". Il teologo Ratzinger scrive da papa l’enciclica "Deus caritas est" (2006) e, ancora oggi, nessuno - nemmeno papa Francesco - ne sollecita la correzione del titolo. Che lapsus!!! O, meglio, che progetto!!!

venerdì 12 aprile 2024
Caro BENEDETTO XVI ...
Corra, corra ai ripari (... invece di pensare ai soldi)! Faccia come insegna CONFUCIO: provveda a RETTIFICARE I NOMI. L’Eu-angélo dell’AMORE (“charitas”) è diventato il Van-gélo del ’caro (prezzo)’ e della preziosi-tà (“caritas”), e la Parola (“Logos”) è diventato il (...)

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> LA CHIESA DEL SILENZIO E DEL "LATINORUM". --- «Benedetto XVI vestito come un re mentre la Chiesa torna al passato».Un prete di campagna che invita alla sobrietà il Papa. Lui è don Matteo Ragazzo, il parroco di Ca’ Onorai (di Silvia Bergamin).

mercoledì 11 febbraio 2009

UN PARROCO CRITICA IL PAPA

Don Matteo di Ca’ Onorai «Benedetto XVI vestito come un re mentre la Chiesa torna al passato»

di Silvia Bergamin

Sfarzo imbarazzante in mondovisione a Natale davanti al figlio di Dio nato povero e nudo

-  Riprendiamo questo articolo da Da Il Mattino di Padova
-  http://espresso.repubblica.it/dettaglio-local//2065310&print=true
*

CITTADELLA. Un prete di campagna che invita alla sobrietà il Papa. Lui è don Matteo Ragazzo, il parroco di Ca’ Onorai. Giovane, determinato, con un grande appeal tra i ragazzi. Nell’ultimo numero del bollettino mensile delle parrocchie di Cittadella, ha criticato la ricchezza «ostentata» dalla Chiesa. E un certo clima da «restaurazione» che sembra pervadere il pontificato di Benedetto XVI.

A Natale «il Papa, dopo la Santa Messa di mezzanotte - osserva don Matteo - si è inginocchiato davanti al bambino Gesù appena deposto nella mangiatoia. Era collegato in mondovisione quindi tutti hanno visto com’era vestito il Santo Padre. Aveva un mantello con un’apertura alare di 7-8 metri, tutto in raso e damasco dorato, una mitria con gemme e diamanti di tutte le grandezze incastonate, il pallio con spilloni in oro, casula rifinita con bordi in oro che richiamavano i disegni del mantello, camice ricamato, anello d’oro, scarpe luccicanti in tinta con i paramenti: senza esagerare credo che difficilmente Alessandro Magno, Cesare Ottaviano Augusto, lo Zar Pietro il Grande, Napoleone o la regina d’Inghilterra siano riusciti a raggiungere uno sfarzo del genere!

Il giorno di Natale, la scena era veramente imbarazzante: un vecchio Papa vestito da Dio, di fronte a Dio, vestito da bambino piccolo, povero e nudo». Un prete ha o meno il diritto di dirle, queste cose? Don Matteo affronta la questione: «Amo la Chiesa come mia madre, il Vescovo come mio padre e il Papa come se fosse mio nonno. Ma se mio nonno fa qualcosa di strano ho il dovere di dirglielo».

L’ornamento natalizio fornisce lo spunto per una critica più ampia: «Che cosa sta succedendo nella Chiesa? Cosa stanno facendo a Roma? Perché il Papa si veste con il guardaroba di 50-100-200 anni fa e per le celebrazioni in San Pietro si fa costruire un trono alto 5 metri? Perché, mentre in tutto il mondo si parla inglese, la grande novità liturgica della Chiesa è la Messa in latino? Come mai, qualche mese fa i vescovi italiani si sono trovati per trattare il tema della Parola di Dio e, come conclusione del Sinodo, hanno concesso anche alle donne il ministero del “Lettorato”: cioè, finalmente, anche loro possono leggere ufficialmente in chiesa! Senza accorgersi che le donne leggono in chiesa da duemila anni, da quando esiste la Chiesa!».

E’ lo sfogo, il disagio, di un prete che vede una gerarchia ecclesiastica «ferma e pesante», che non sembra in linea con una «realtà sociale e pastorale delle parrocchie che corre e cambia in continuazione». E una gerarchia così che pastorale può dare? «Sinceramente, quando vedo il Papa che va in piazza San Pietro con il “Camauro” rosso bordato di ermellino bianco in testa, non so se ridere o piangere e mi chiedo come può, un Papa che sceglie di vestirsi così, darmi dei consigli o suggerirmi delle linee efficaci, per trattare i miei ragazzi, le mie famiglie, la mia comunità parrocchiale?» Ma «per fortuna Dio esiste, e la Chiesa è sua! Un Dio che si fa piccolo, povero e nudo. Ultimo con gli ultimi, sofferente con chi soffre, coraggioso di fronte alle difficoltà e alla morte. Non so che cosa abbia detto Gesù Bambino al Papa, quando l’ha visto arrivare vestito in quel modo, sono sicuro che gli avrà suggerito parole illuminanti e utili per il suo ministero».

(10 febbraio 2009)

* Il dialogo, Mercoledì 11 Febbraio,2009 Ore: 16:10


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