Dopo le parole dell’ex terrorista la reazione degli ex proletari armati per il comunismo "Per quei fatti abbiamo pagato, non barattando la nostra libertà con quella degli altri"
Brasile, i Pac contro Battisti
"Infame definirci pentiti" *
ROMA - "Per i drammatici fatti che ci videro coinvolti 30 anni fa venimmo condannati e abbiamo pagato, non barattando la nostra libertà con quella degli altri. Troviamo infamante che Cesare Battisti ci qualifichi come collaboratori di giustizia o pentiti". E’ durissima la replica degli ex Proletari armati per il comunismo Sebastiano Masala e Giuseppe Memeo, insieme alla moglie di Gabriele Grimaldi (morto nel 2006), Pia Ferrari, a Cesare Battista. Ieri, l’ex terrorista li aveva indicati come responsabili degli omicidi per i quali è stato condannato in Italia. E oggi i suoi ex compagni fanno sentire la loro voce. Con una dichiarazione non è sottoscritta da Sante Fatone, che diventò collaboratore di giustizia.
"Pensiamo che l’atteggiamento complessivo di Cesare Battisti non aiuti, a distanza di anni, il dibattito per il superamento di quella tragica storia che tanti lutti e sofferenze ha provocato - affermano - Il silenzio più delle parole si addice per il rispetto delle vittime e per chi non ha mai smesso di soffrire".
Dura anche la reazione dell’avvocato Giovanni Beretta che fu difensore di Giuseppe Memeo e Gabriele Grimaldi: "Battisti accusa gli altri, ma si dimentica delle persone che ha ucciso lui. A partire dall’omicidio dell’agente Campagna. Fu lui a impugnare la pistola e a sparagli, in un momento in cui il gruppo stava solo studiando le sue abitudini per decidere il da farsi".
Lapidaria Laura Grimaldi, madre di Gabriele: "Spero solo che il signor Cesare Battisti sia estradato".
* la Repubblica, 31 gennaio 2009