Sul presidente della Camera la parola d’ordine è minimizzare
Il premier: nulla di nuovo, è la sua linea
Berlusconi liquida anche la sortita del Carroccio: chiacchiere estive, hanno chiarito *
ROMA - Quello che è certo, è che Silvio Berlusconi non vuole entrarci, né unire la sua voce al «teatrino» della politica versione estiva. Chiuso nella sua villa di Arcore, dalla quale esce solo per fare sopralluoghi alle sue nuove proprietà, fa sapere che per lui le polemiche che stanno animando l’estate altro non sono che «chiacchiere di Ferragosto », robetta buona solo per «riempire i giornali che non saprebbero altrimenti di che parlare...». Si riferisce allo scontro frontale tra la Lega e il Vaticano, il premier, e il suo portavoce Paolo Bonaiuti ci ride su: «Ma quale scontro, non è che se la Padania scrive una cosa, quella è la voce di Bossi. E la Lega ha già spiegato esattamente come stanno le cose». Insomma, la parola d’ordine, nella giornata in cui anche Gianfranco Fini si ritaglia il suo spazio e sul bio-testamento apre un nuovo fronte con la Chiesa, a palazzo Chigi è minimizzare: «Fini? Non ha detto nulla di nuovo, quella è la sua linea...».
Ma le cose, raccontano, non stanno esattamente così. C’è chi assicura che la retromarcia della Lega sia anche frutto dell’intervento di Gianni Letta, irritatissimo dopo il tanto lavoro speso a ricucire i rapporti tra il premier e le gerarchie vaticane. E c’è chi giura che anche Berlusconi ha preso male l’ultima polemica scatenata dagli uomini di Bossi contro quei vescovi con i quali davvero il dialogo è ripreso, e andrà avanti sia domani all’Aquila alla cena tra il premier e il cardinal Bertone, sia in un futuro non troppo lontano con un incontro con il Papa al quale si sta lavorando. «Tutte bugie - ribattono seccamente da palazzo Chigi - nessuno di noi è intervenuto. E Berlusconi ha rapporti eccellenti con Bossi e non è affatto arrabbiato ».
E certamente è vero che il premier non ha intenzione di litigare con l’alleato del quale più si fida e assieme ha pragmaticamente voglia di riprendere a dialogare tranquillamente con la Chiesa, ma il pericolo che vedono alcuni dei suoi è che - senza una sua «zampata» - il nervosismo nel centrodestra superi il livello di guardia. Sì perché tra i cattolici del Pdl cresce il disagio per le posizioni della Lega e per la concorrenza nelle regioni del Nord, sulle quali si sta per giocare una battaglia campale per gli equilibri di maggioranza; e la stessa Lega segnala insieme baldanza ma anche insicurezza quando attacca a testa bassa su tutto, come se fosse - dice un amico del Cavaliere - infastidita dal «sentire il fiato sul collo dell’Udc...». Per questo tutti aspettano parole chiare da Berlusconi. Che quest’estate, finora, si è speso solo per difendere il suo stile di vita privato e quell’Umberto Bossi che «è un amico vero».
Paola Di Caro
* Corriere della Sera, 27 agosto 2009