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GLI APPRENDISTI STREGONI E L’EFFETTO "ITALIA". LA CLASSE DIRIGENTE (INCLUSI I GRANDI INTELLETTUALI) CEDE (1994) IL "NOME" DEL PAESE AL PARTITO DI UN IMPRENDITORE. Che male c’è?! - Materiali sul tema

lunedì 13 agosto 2012
UNA VERGOGNA PLANETARIA: L’ITALIA E LA SUA COSTITUZIONE OFFESA E FERITA!!! MA CHI E’ IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA?! IL PRESIDENTE DI "Forza ITALIA"?!
ATTENTATO ALLA COSTITUZIONE? GIA’ FATTO!!! Un appello al Presidente della Repubblica
Non basta dire come fanno i francesi che la loro nazione (...)

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> GLI APPRENDISTI STREGONI E L’EFFETTO "ITALIA". ---- RIFORMA DELLA GIUSTIZIA. "L’autonomia e l’indipendenza della magistratura costituiscono principi inderogabili in rapporto a quella divisione tra i poteri che è parte essenziale dello Stato di diritto". Lo ha assicurato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ricevendo questa mattina al Quirinale i vertici dell’Anm.

martedì 5 aprile 2011

RIFORMA DELLA GIUSTIZIA

-  Napolitano rassicura i magistrati
-  "L’autonomia delle toghe è inderogabile"

L’Anm soddisfatta dopo l’incontro al Quirinale. Il capo dello Stato ribadisce: "Riforma possibile se rispetta divisione dei poteri". Palamara: "Preoccupati per le manifestazioni davanti ai tribunali, dal presidente grande attenzione" *

ROMA - "L’autonomia e l’indipendenza della magistratura costituiscono principi inderogabili in rapporto a quella divisione tra i poteri che è parte essenziale dello Stato di diritto". Lo ha assicurato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ricevendo questa mattina al Quirinale i vertici dell’Anm. Ai rappresentanti del sindacato delle toghe, il capo dello Stato ha spiegato di sperare in "un più sereno clima istituzionale", precisando di non avere ancora ricevuto però da palazzo Chigi il testo della riforma costituzionale approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 11 marzo. Puntualizzazione alla quale ha risposto a breve giro il governo, assicurando che il ddl costituzionale sarà entro oggi nella disponibilità del presidente della Repubblica.

"In termini più generali - precisa ancora una nota del Colle - il capo dello Stato ha riaffermato la legittimità di interventi di revisione di norme della Seconda Parte della Costituzione che possano condurre a una rimodulazione degli equilibri tra le istituzioni quali furono disegnati nella Carta del 1948". Rimodulazione, sottolinea ancora il presidente della Repubblica, "che in tanto può risultare convincente in quanto comunque rispettosa della distinzione tra i poteri e delle funzioni di garanzia".

"Ci sentiamo rinfrancati, abbiamo colto una grande attenzione da parte del capo dello Stato", hanno commentato al termine del faccia a faccia i vertici dell’Associazione nazionale magistrati. Un appuntamento nel corso del quale i dirigenti del sindacato dei giudici hanno avuto modo di esprimere tutte le loro preoccupazioni in merito alla riforma della giustizia. Un provvedimento che, secondo l’Anm, incide profondamente sul complessivo assetto costituzionale della magistratura.

A chiedere un incontro al capo dello Stato era stato proprio il presidente del sindacato delle toghe, Luca Palamara, con una lettera inviata al Colle il 16 marzo scorso, dopo il varo della riforma Alfano in Consiglio dei ministri. Un progetto che nelle valutazioni dell’Anm "rischia di minare in radice l’indipendenza e l’autonomia" dei magistrati, facendo scattare da parte dei giudici lo "stato di agitazione". A seguire erano poi arrivate altre iniziative parlamentari della maggioranza altrettanto preoccupanti agli occhi dell’Anm, come gli emendamenti al ddl sul processo breve e alla legge Comunitaria 2010.

Ma a destare l’allarme del sindacato non ci sono solo le nuove norme. "Abbiamo espresso al presidente - ha detto ancora Palamara - la nostra forte preoccupazione anche per il clima di manifestazioni di piazza in prossimità dei tribunali e anche nelle aule di giustizia, che rischiano di minare la serenità e l’equilibrio dei giudici chiamati a decidere importanti controversie". "La posizione dell’Anm - ha aggiunto - non è di chiusura corporativa ma di volontà di mantener fermi quei principi che riteniamo capisaldi dello Stato di diritto e che sono a garanzia e tutela dei cittadini come l’autonomia e l’indipendenza della magistratura che riteniamo fortemente alterata nell’eventuale approvazione del disegno di legge sulla riforma costituzionale della giustizia".

Al Capo dello Stato i rappresentanti dell’Anm hanno voluto inoltre rilanciare quelle che ritengono priorità per far funzionare meglio la macchina della giustizia e cioè la revisione delle circoscrizioni giudiziarie, l’informatizzazione della giustizia, e maggiori risorse. "Abbiamo espresso a Napolitano - ha detto ancora il presidente dell’Anm - i nostri timori anche per la riforma per legge ordinaria che per la disorganicità rischia ulteriormente di danneggiare il processo, in particolare quello penale. Ci siamo soffermati sul tema della responsabilità civile dei giudici che riteniamo sia stato malposto ai cittadini in quanto non è vero che il magistrato se sbaglia non paga".

* la Repubblica, 05 aprile 2011


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