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Febbre suina, in Messico e negli Usa. Allarme dell’Oms. Il virus H1N1, forse, passato dagli animali all’uomo. Allerta anche in Italia.

venerdì 24 aprile 2009
In Messico 1000 casi sospetti, 61 i decessi. Si teme un contagio e Obama segue con attenzione la situazione.
Il virus, mutato, sarebbe passato dagli animali all’uomo
Oms: "Allarme febbre suina"
Messico e Usa, decine i contagi
Allerta anche in Italia: "Siamo in collegamento con l’Oms, (...)

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> Febbre suina, in Messico e negli Usa. Allarme dell’Oms. --- Stesso virus in Messico e Stati Uniti. Usa: "Tardi per contenere l’epidemia". Il dossier sul tavolo di Obama. Psicosi in Messico.

sabato 25 aprile 2009


-  Messico e Usa in allerta per la diffusione del virus che ha già ucciso 61 persone
-  Il ceppo è una ricombinazione di quello suino con quello umano, mai visto prima

-  Febbre suina, cresce l’allarme
-  Oms: "La situazione è seria"

-  I consigli del ministero della Salute per chi viaggia nei Paesi a rischio
-  La Ue non ritiene di dover applicare misure restrittive agli spostamenti
*

CITTA’ DEL MESSICO - Le autorità di Messico e Stati Uniti sono in allerta nel tentativo di contenere l’epidemia di influenza suina che si teme abbia già fatto 61 morti in Messico (venti i casi già accertati) e contagiato otto persone negli Stati Uniti. L’allarme è già esteso in tutti i Paesi latinoamericani: sono aumentati i controlli negli aeroporti e sono stati attivati piani sanitari di emergenza per evitare il contagio. Ma anche le autorità statunitensi sono molto preoccupate, dal momento che "la febbre suina non può essere contenuta". Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, "c’è il rischio di una pandemia" e la comparsa di questo virus è "una situazione seria", che è necessario seguire da vicino. "La situazione è seria e deve essere seguita con grande attenzione", ha detto oggi il direttore generale dell’Oms, Margaret Chan, che ha consultato un gruppo di 15 esperti internazionali.

L’allarme in Messico. Ieri il presidente del Messico, Felipe Calderon, ha presieduto un incontro con i massimi esperti sanitari del Paese per valutare la situazione. L’influenza suina, un sotto-tipo del tradizionale ceppo H1N1 che si è trasferito dai maiali all’uomo, ha causato nella capitale messicana e in un’area limitrofa almeno 20 morti e un migliaio di contagi. I primi casi sono stati individuati il 13 aprile, ma solo da giovedì si è compresa l’estensione e la gravità dell’epidemia. Il Messico ha chiuso scuole, musei, biblioteche, teatri in tutta la capitale e in una provincia vicina, "fino a nuovo ordine".

Un virus mai visto prima. Le autorità sanitarie tuttavia fanno notare che la media dei decessi non è aumentata e non si è verificato quell’incremento esponenziale dei contagi che si temeva. Le analisi genetiche mostrano però che il ceppo incriminato è una mescolanza mai vista prima tra virus aviario, suino e di essere umano. E il fatto che la gran parte dei decessi riguardi persone tra il 25 e i 45 anni è considerato un preoccupante segno che fa pensare alla pandemia perché le influenze stagionali tendono invece a colpire gli anziani e i bimbi piccoli.

In preparazione il vaccino. Nel frattempo si sta già lavorando al vaccino, sulla base delle prime informazioni genetiche e biochimiche sul nuovo virus. Per il direttore del Centro Novartis Vaccines and Diagnostics di Siena, che da oltre dieci anni studia il vaccino anti-pandemia, la speranza è che i primi milioni di dosi potrebbero essere pronti in meno di sei mesi.

Usa: "Tardi per contenere l’epidemia". Ma negli Usa, il direttore del Centro di controllo e prevenzione delle malattie di Atlanta, Richard Besser, ha osservato che "probabilmente è troppo tardi" per riuscire a contenere una nuova epidemia. E anche Anne Schuchat, dei Centers for Disease Control and Prevention, ritiene che "E’ chiaro che è diffusa e che non possiamo contenere la diffusione del virus". I casi accertati sono otto tra California e Texas (sei risiedevano nel sud della California e due nell’area di Sant’Antonio, in Texas) ma solo una delle persone era stata in Messico. Sotto osservazione alcune decine di studenti di un liceo nel Queens che hanno accusato sintomi sospetti. Il governatore della California, Arnold Schwarzenegger, ha detto di avere un "rigoroso" piano di risposta all’epidemia. Ma Besser insiste: è probabilmente troppo tardi per cercare di contenerla vaccinando, trattando o isolando la popolazione.

Stesso virus in Messico e Stati Uniti. L’Organizzazione mondiale della sanità, che oggi ha tenuto una riunione di emergenza, ha fatto sapere che la struttura genetica del virus contratto da 12 vittime analizzate in Messico è lo stesso degli otto contagiati in California e Texas. Questo fa temere il cosiddetto ’salto di specie’, ossia che la malattia possa essere trasmessa "da uomo e uomo", come riferito da Anne Schuchat, direttore del Centro di immunologia e patologie respiratorie del Cdc di Atlanta.

Il dossier sul tavolo di Obama. Psicosi in Messico. La Casa Bianca segue da vicino l’espandersi del virus. Il dossier è arrivato sul tavolo di Barack Obama. In Messico però è già psicosi, e si teme una pandemia. Nella capitale - dove vivono oltre 20 milioni di persone - l’esercito ha distribuito mascherine protettive. Il governo ha esortato gli abitanti ad astenersi da manifestazioni eccessive di affetto, come baci e strette di mano, e di non condividere cibo e bevande. I sintomi sono: febbre superiore ai 39 gradi, che si presenta in maniera repentina, tosse, mal di testa intenso, dolore muscolare e alle articolazioni, irritazione agli occhi, flusso nasale.

I consigli del ministero della Salute. Il ministero della Salute ha pubblicato una serie di consigli rivolti ai viaggiatori diretti nelle aree interessate da focolai di influenza suina, Messico e Usa (California e Texas). Eccone i principali: "Evitare la visita di mercati o di fattorie in cui si può venire a contatto con suini che potrebbero essere infetti; consumare cibi a base di carne suina solo dopo accurata cottura; evitare di portare le mani a contatto con occhi naso e bocca; lavarsi spesso le mani con acqua e sapone o con detergenti a base di alcool". Il ministero avverte inoltre che "la vaccinazione con i tradizionali vaccini antinfluenzali (vaccini stagionali), pur sollecitando le difese immunitarie, probabilmente non è efficace nei confronti di questa specifica infezione".

Per quanto riguarda invece i viaggiatori provenienti dalle aree interessate dai focolai, il ministero avverte che "nel caso si ritenga di essere stati esposti a contatti con suini o con persone affette da influenza suina" è necessario "tenere sotto controllo lo stato di salute per almeno 7-10 giorni. Se durante questo periodo si dovesse accusare febbre e sintomatologia simil-influenzale (faringite, tosse secca, mal di testa, dolori muscolari ecc)", il ministero raccomanda di "consultare telefonicamente un medico o contattare i numeri telefonici che verranno indicati segnalando il viaggio e l’eventuale contatto con suini o persone affette da influenza".

La Ue: "Nessuna restrizione dei viaggi". Nessuna restrizione al momento per i viaggi internazionali, ma solo una prima valutazione dell’efficacia delle misure messe a punto dai singoli paesi. E’ questa la conclusione della riunione in teleconferenza dei tecnici dei ministeri della salute dei 27 paesi dell’Ue sull’epidemia di influenza suina. Lo scambio delle informazioni ha riguardato in particolare le iniziative in materia di informazione ai viaggiatori e l’Italia ha presentato in proposito le misure predisposte dal sottosegretario Ferruccio Fazio quali la distribuzione degli opuscoli per chi va o proviene da Usa e Messico e l’attivazione del numero verde.

* la Repubblica, 25 aprile 2009


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