"Non guardiamo con positività il modo in cui la situazione si sta evolvendo’’
Febbre suina, l’allarme dell’Oms: ’’Prepariamoci a possibile pandemia’’
Il vicedirettore generale ad interim per la Sicurezza sanitaria e l’ambiente: ’’L’ipotesi non è inevitabile, ma dobbiamo essere pronti’’. E avverte: ’’L’influenza ha un’evoluzione assolutamente imprevedibile’’. Al momento non cambia il livello d’allerta, innalzato ieri sera a 4. Commissione Ue: ’’Nessun motivo per bloccare import maiale’’
ultimo aggiornamento: 28 aprile, ore 18:36
Ginevra, 28 apr. (Adnkronos/Ign) - "Non guardiamo con positività il modo in cui la situazione si sta evolvendo. L’ipotesi di una pandemia non è inevitabile, ma dobbiamo prepararci a questa evenienza". Ad affermarlo è stato Keiji Fukuda, vicedirettore generale ad interim per la Sicurezza sanitaria e l’ambiente dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in una conferenza stampa oggi a Ginevra. Fukuda ha spiegato che al momento non cambia il livello d’allerta, innalzato ieri sera a 4.
Da ieri 79 casi sono stati confermati da analisi di laboratorio e 7 morti, ha detto Fukuda durante la conferenza stampa. "Da ieri 40 casi sono stati registrati negli Stati Uniti - ha aggiunto - 26 in Messico, sei in Canada, due in Spagna, due in Gran Bretagna e tre in Nuova Zelanda, gli ultimi due Paesi a riportare dei casi. Le sette morti si sono invece verificate in Messico. La situazione è in continua evoluzione ed è bene specificare - ha spiegato - che i casi registrati in pazienti di rientro da viaggi nelle zone più colpite non significano che il Paese di arrivo è stato raggiunto dal virus, almeno a livello epidemiologico. Stiamo lavorando a stretto contatto con tutte le autorità dei Paesi coinvolti e per il momento abbiamo deciso di non innalzare l’allerta da 4 a 5".
Non è ancora possibile definire quale sarà l’entità dell’eventuale pandemia influenzale provocata dalla febbre suina, ha precisato Fukuda. "Le ipotesi che sono state fatte e che parlano di entità media non possono essere confermate - ha sottolineato -: l’influenza ha un’evoluzione assolutamente imprevedibile". "La storia - ha evidenziato Fukuda - ci ricorda che le precedenti pandemie sono iniziate tutte con un livello medio, per poi rivelarsi molto gravi. L’ipotesi di una media intensità è la migliore che ci possiamo augurare. Manteniamo un alto stato di allerta e lavoriamo di continuo per monitorare la situazione".
Per Fukuda, "il passaggio da 3 a 4 effettuato ieri mostra gia’ la serieta’ della situazione, che continuiamo a monitorare. Dobbiamo comunque essere preparati all’eventualita’ di una pandemia, che se si verificasse andrebbe a colpire soprattutto i Paesi poveri. Si passera’ all’allerta 5 solo quando il virus sara’ trasmesso da uomo a uomo in maniera stabile in piu’ Stati".
Per il momento la febbre o influenza suina non cambierà nome, come ipotizzato dall’Unione europea per evitare il crollo di vendite di carni di maiale. Lo ha reso noto lo stesso Fukuda. La motivazione per cui l’influenza suina continueràà a chiamarsi cosi’ e’ che "non vogliamo creare confusione", ha detto Fukuda.
Per il portavoce dell’Oms, Gregory Hartl, l’allerta al livello 5 rappresenta una decisione molto importante, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) prenderà solo quando avrà certezza di trovarsi di fronte a una pandemia.
L’importanza di una decisione del genere - ha spiegato il portavoce dell’Oms - è motivata anche dal fatto che ciò significa sospendere la produzione dei vaccini per l’influenza stagionale per concentrarsi solo su quello pandemico. Hartl ha inoltre confermato che al momento sono quattro le aziende farmaceutiche che stanno lavorando alla produzione di un vaccino, ribadendo però che ciò richiede diversi mesi.
Intanto, la Commissione europea ha precisato di non aver alcun motivo di raccomandare agli Stati membri Ue di vietare le importazioni dei prodotti a base di carne di maiale provenienti dai Paesi colpiti dalla febbre suina, perché non si tratta di una malattia trasmessa dagli alimenti.
"Il virus non è trasmesso dagli alimenti. Non c’è ragione di bloccare le importazioni di maiale, perché non si tratta di una malattia animale. Non sarebbe giustificato", ha spiegato a Bruxelles Nina Papadoulaki, portavoce del commissario europeo alla Salute, Androulla Vassiliou.
Secondo l’organizzazione mondiale della salute animale (Oie), gli allevamenti di maiali non sono responsabili di questa nuova epidemia influenzale.