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IRAN: ELEZIONI PRESIDENZIALI. Alta partecipazione. Affluenza superiore al 70%

domenica 28 giugno 2009
L’IRAN SCEGLIE IL PRESIDENTE, OBAMA: "CAMBIARE SI PUò" *
TEHERAN - Affluenza superiore al 70% nel voto per le presidenziali in Iran. Quattro anni fa si era recato alle urne il 60% degli aventi diritto.
L’alta partecipazione dovrebbe in teoria favorire il candidato moderato Mir Hossein (...)

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> IRAN: ELEZIONI PRESIDENZIALI. --- FOLLA AL CORTEO PRO MUSSAVI. SPARI: UN MORTO ... Teheran ha vissuto la giornata più drammatica dalle contestate presidenziali del 12 giugno.

martedì 16 giugno 2009

Ansa» 2009-06-15 22:42

IRAN: FOLLA AL CORTEO PRO MUSSAVI. SPARI: UN MORTO

di Alberto Zanconato

TEHERAN - Teheran ha vissuto la giornata più drammatica dalle contestate presidenziali del 12 giugno. Centinaia di migliaia di sostenitori dell’ex candidato moderato Mir Hossein Mussavi hanno invaso il centro di Teheran per una manifestazione vietata dal governo che ha ricordato gli immensi raduni della rivoluzione di 30 anni fa. Ma a conclusione del corteo un manifestante è rimasto ucciso e altri feriti quando sconosciuti hanno aperto il fuoco contro la folla. Un fotografo dell’Ap ha riferito che il manifestante ucciso é stato colpito in fronte davanti ad una sede, che in quel momento era in fiamme, dei Basiji, i miliziani islamici fedelissimi del governo del presidente Mahmud Ahmadinejad.

Secondo il fotografo, a sparare sono stati miliziani appostati in abiti civili sul tetto dell’edificio assaltato dai manifestanti. Mussavi, che oggi era alla testa della manifestazione, era stato ricevuto ieri sera dalla Guida suprema, ayatollah Ali Khamenei, dopo aver presentato al Consiglio dei Guardiani una richiesta formale di annullamento del risultato del voto, da cui é uscito vincitore Ahmadinejad. Khamenei aveva raccomandato a Mussavi e ai suoi sostenitori la "calma". Il candidato sconfitto, aveva aggiunto la Guida, deve proseguire la sua azione solo "attraverso le vie legali". Cioé seguire l’iter del ricorso al Consiglio dei Guardiani, al quale lo stesso Khamenei ha chiesto di esaminare "con precisione" il caso. "Non ci fermeremo", ha detto la moglie di Mussavi, Zahra Rahnavard, che gli è stata accanto in tutta la campagna elettorale. Ma non è chiaro se si riferisse appunto al processo legale o alla possibilità di nuovi raduni oceanici. Khamenei ha anche detto che gli incidenti avvenuti nei giorni scorsi a Teheran sono stati il risultato di "provocazioni dei nemici".

L’agenzia PeaceReporter, vicina ad Emergency, ha scritto oggi che negli scontri, tra sabato e domenica, sarebbero morti cinque persone, tre ragazzi due ragazze. Fino ad ora nessuna fonte dell’opposizione a Teheran ha dato notizia di morti. La convulsa giornata di oggi si era aperta con la notizia della messa al bando del giornale di Mussavi, Kalameh Sabz, e con l’annuncio del ministero dell’Interno che il raduno previsto dei suoi seguaci era illegale. Poco dopo, da Mosca, arrivava l’annuncio che Ahmadinejad aveva deciso di rinviare l’inizio di una missione in Russia, che era prevista per oggi. Qualche ora dopo Mussavi e un altro candidato alle elezioni, il riformista Mehdi Karrubi, che ieri aveva detto di "non riconoscere" Ahmadinejad come presidente, facevano sapere che essendo troppo tardi per revocare il raduno, sarebbero scesi ugualmente fra la folla per "invitare alla calma".

Reza Khatami, fratello di Mohammad Khatami, affermava che altrettanto avrebbe fatto l’ex presidente riformista, sostenitori di Mussavi. Verso le 16.00 non più di qualche centinaio di manifestanti si è radunato sulla piazza Enghelab, da dove il corteo doveva partire. Ma, non appena si è incamminato verso la Piazza Azadi, punto d’arrivo, si è ingrossato ad una velocità impressionante, con migliaia di persone che confluivano dalle strade laterali, incoraggiati dal fatto che gli agenti anti-sommossa, schierati in forze, non accennavano ad intervenire. Con un effetto a valanga, molti altri manifestanti arrivavano da altre zone della città, chiamati via cellulare da amici e conoscenti che li rassicuravano sul carattere pacifico del corteo. Alla fine, quando la testa della manifestazione doveva ancora arrivare alla Piazza Azadi, la coda si trovava oltre la piazza Imam Hossein, a diversi chilometri di distanza.

Un fiume di gente che riempiva il lunghissimo viale che tra il 1978 e il 1979 fu teatro di alcune delle più imponenti manifestazioni della rivoluzione. Mentre fino a un certo punto del corteo, a partire dalla testa, si udivano gli slogan di "Morte al dittatore" e "Gli iraniani preferiscono la morte all’umiliazione", in coda sembrava regnare un silenzio stupito. Dopo diverse ore, quando la manifestazione si stava sciogliendo, si è avuta la tragica conclusione.


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