Continuano gli scontri in tutto il Paese. E l’emittente di Stato
fornisce dati più attendibili anch se parla di "terroristi"
"Quindici i morti negli scontri"
Lo ammette la tv iraniana
Arrestato questa mattina l’esponente del dissenso Ebrahim Yazdi
Ancora condanne dagli Stati Uniti e dal Canada
TEHERAN - Il regime iraniano ora ammette che la repressione è stata durissima. Sono oltre 15 i morti negli scontri di ieri in Iran tra dimostranti e polizia. Lo riferisce la tv di Stato: "Oltre quindici persone sono state uccise durante i disordini" hanno raccontato gli speaker dell’emittente ufficiale citando il ministero dell’Intelligence iraniano. Tra i morti, "più di dieci appartenenti a gruppi anti-rivoluzionari" e "cinque a gruppi terroristici".
Arrestato il leader dissidente. Gli scontri sono continuati ieri fino a tarda sera e la notte, soprattutto a Teheran, è stata tutt’altro che tranquilla. Per oggi sono annunciate altre manifestazioni. L’opposizione sembra intenzionata ad andare fino in fondo. E continuano gli arresti. Il sito web Jaras, vicino all’opposizione, fa sapere che questa mattina è stato fermato il leader dissidente Ebrahim Yazdi: "Le forze di sicurezza sono arrivate a casa sua all’alba e hanno arrestato l’attivista politico", afferma il sito, aggiungendo che il nipote era stato fermato poche ore prima. Yazdi è dirigente del Movimento per la liberazione dell’Iran (Mli, liberale), un’organizzazione dissidente in teoria messa al bando, ma praticamente tollerata. Il dissidente, già ministro degli Esteri nel primo governo dopo la rivoluzione del 1979, ha più di 70 anni.
Condanne da Usa e Canada. E dalla comunità internazionale continuano ad arrivare voci di condanna per la repressione. Il Canada ha parlato ieri sera di "violenza brutale" impiegata dalle forze di sicurezza iraniane contro i manifestanti dell’opposizione e ha chiesto a Teheran di rispettare i diritti umani. Il Canada è "profondamente preoccupato per la violenta repressione" condotta "dal regime iraniano contro dei cittadini che esercitavano il loro diritto alla libertà di espressione e di riunirsi in occasione dell’Ashura", ha dichiarato in un comunicato il ministero degli Esteri Lawrence Cannon.
E anche la Casa Bianca torna ad esprimersi duramente sulla "repressione violenta e ingiusta di civili che cercano di esercitare i loro diritti universali in Iran". Gli Stati Uniti "condannano fermamente" queste violenze, ha dichiarato in un comunicato Mike Hammer, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale (Nsc). "La speranza, la storia ed anche gli Stati Uniti, sono dalla parte di coloro che vogliono esprimere in modo pacifico i loro diritti universali".
*la Repubblica, 28 dicembre 2009