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IRAN: ELEZIONI PRESIDENZIALI. Alta partecipazione. Affluenza superiore al 70%

domenica 28 giugno 2009
L’IRAN SCEGLIE IL PRESIDENTE, OBAMA: "CAMBIARE SI PUò" *
TEHERAN - Affluenza superiore al 70% nel voto per le presidenziali in Iran. Quattro anni fa si era recato alle urne il 60% degli aventi diritto.
L’alta partecipazione dovrebbe in teoria favorire il candidato moderato Mir Hossein (...)

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> IRAN --- Teheran, tentato assalto all’ambasciata italiana. In azione miliziani basiji: "Morte a Berlusconi", contro le parole usate da Berlusconi durante la sua recente visita in Israele.

martedì 9 febbraio 2010


-   Lo ha annunciato il ministro degli Esteri, Franco Frattini, durante un’audizione al Senato
-  Analoghe manifestazioni dei paramilitari agli ordini del pasdaran, anche in altre sedi diplomatiche

-  Teheran, tentato assalto all’ambasciata italiana
-  in azione miliziani basiji: "Morte a Berlusconi"

-   Il governo iraniano ha convocato l’ambasciatore Bradanini per protestare
-  contro le parole usate da Berlusconi durante la sua recente visita in Israele

ROMA - Decine di miliziani basiji, che non fanno parte delle forze armate iraniane, ma solo sostenitori del governo del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, hanno tentato di dare l’assalto all’ambasciata italiana a Teheran, lanciando pietre e al grido di "Morte all’Italia, morte a Berlusconi" . La notizia è stata data, durante un’audizione in Senato, dal ministro degli Esteri Franco Frattini, che ha annunciato di aver dato disposizione al nostro ambasciatore a Teheran, Alberto Bradanini, di non partecipare alle cerimonie di giovedì in occasione del 31mo anniversario della Repubblica islamica. Manifestazioni analoghe sono avvenute anche davanti le ambasciate di Francia e Olanda.

Il nostro ambasciatore precisa. "In realtà non si è trattato di un vero e proprio assalto, ma di una manifestazione che è durata una ventina di minuti. Poi, tutto è rientrato, non c’è stato nessun danno a persone o a cose". Sono le dichiarazioni a caldo a Radio Capital dell’ambasciatore italiano a Teheran, Alberto Bradanini. "I manifestanti hanno gridato questi slogan e frasi un pò ingiuriose ("Morte a Berlusconi e morte all’Italia") che normalmente vengono utilizzate in questo tipo di manifestazioni, che sono orchestrate, ripeto, orchestrate dal regime. Anche 3 o 4 anni fa ci sono state manifestazioni simili. Comunque non siamo preoccupati".

La difesa della polizia iraniana. E’ stato Franco Frattini a precisare che sono stati proprio gli agenti della polizia iraniana a "scongiurare l’assalto vero e proprio all’ambasciata" italiana. E ha assicurato che, grazie a questo intervento, "non ci sono danni seri" alla nostra sede diplomatica.

Il governo di Teheran chiama il nostro ambasciatore. Il ministero degli Esteri iraniano ha convocato domenica l’ambasciatore Bradanini per trasmettergli una protesta ufficiale per le parole pronunciate dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nella recente visita in Israele. Lo ha confermato il ministro Frattini: "Il nostro ambasciatore è stato convocato l’altro ieri (dalle autorità iraniane, ndr) per una protesta contro le parole del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in Israele. Noi ci siamo limitati a dire che sono frasi in cui tutta l’Italia crede profondamente. La garanzia della sicurezza dell’esistenza di Israele è un principio assoluto e indiscutibile".

L’assalto. La manifestazione dei basiji iraniani è iniziata verso le 14,45, ora italiana, le 16,15 di Teheran. Sono stati lanciati sassi ed altri oggetti: i manifestanti hanno provato a divellere un cartello stradale, ma sono stati contenuti dalla polizia che, come in altre occasioni, in qualche modo fa da "cornice" a queste manifestazioni. Da tre anni non c’erano manifestazioni contro l’ambasciata italiana, mentre sono continuate quelle contro sedi di altri paesi. Lo stesso gruppo di manifestanti, dopo 20 minuti ha lasciato la sede diplomatica italiana e si è spostato verso quelle di Olanda, Germania e Gran Bretagna.

Gridavano: "E’ solo l’inizio". I manifestanti che hanno organizzato la protesta, prima di andarsene hanno gridato: "Se non cambierete, questo è solo l’inizio". Lo hanno riferito fonti diplomatiche italiane. Le stesse fonti hanno detto che una pietra è stata lanciata contro la sede diplomatica, ma non ha raggiunto il muro di cinta. Alcuni manifestanti hanno divelto il cartello con la scritta "Via Roma", una stradina che corre a fianco dell’ambasciata italiana, che era circondata da un folto schieramento di polizia.

Frattini ha annunciato che è in atto "una consultazione europea per capire se vi sarà una sorta di osservazione diplomatica da parte delle cancelliere europea, ma credo che quello che è stato deciso dall’Italia sarà condiviso da altri Paesi, come Germania e Gran Bretagna".

La reazione di Teheran. L’Iran reagisce con stizza alle dichiarazioni del ministro Frattini. A radunarsi di fronte alla rappresentanza italiana, afferma la tv di Stato "Press Tv", non erano miliziani basiji, come affermato dal capo della Farnesina, ma "studenti universitari" che chiedevano al Parlamento di limitare le relazioni con i governi che "interferiscono" nelle faccende dell’Iran. Le manifestazioni, si legge ancora, si sono tenute all’esterno delle ambasciate italiana e francese e gli slogan urlati erano : "Morte a Berlusconi" e Morte ai sostenitori del terrorismo". I manifestanti, afferma Press Tv citando la Fars, hanno lanciato uova e pomodori contro l’ambasciata francese.

Press TV lascia che sia Frattini ad affermare che la polizia "ha fermato un assalto vero e proprio", ma sottolinea che, secondo diversi "osservatori", il riferimento del capo della diplomazia italiana ai basiji è "un altro deliberato tentativo messo in atto dai membri dell’Unione Europea di demonizzare e mancare apertamente di rispetto per il più importante corpo di difesa popolare iraniano, e dunque è un’offesa a tutti i cittadini iraniani".

Cosa sono i basiji. Sono una forza paramilitare fondata dall’Ayatollah Khomeini nel 1979. Il basij sono di fatto una organizzazione di supporto e alle dirette dipendenze dell’Esercito dei Guardiani delle Rivoluzione Islamica iraniana, quelli comunemente conosciuti come pasdaran. In origine erano giovanotti di sesso maschile, considerati di età ancora immatura oppure troppo anziani per il servizio militare. Hanno avuto un ruolo importante durante la guerra Iran-Iraq per l’arruolamento dei volontari che si rendevano disponibili per attacchi a ondate contro gli Iracheni, in particolare nell’area di Bassora.

Nella fase attuale la forza paramilitare viene impiegata per lo più come supporto alla polizia nell’ordine pubblico, oppure per organizzare le cerimonie religiose pubbliche dove svolgono attività di vigilanza sul rispetto della "morale islamica" e per prevenire e se necessario reprimere ogni forma di dissenso al regime religioso iraniano. L’organizzazione dei basiji ha struttura capillare ed è presente nella maggior parte delle città iraniane.

Dal 1984, quando la querra tra Iran e Iraq erà esattamente a metà del travagliato tragitto, sarebbero stati addestrati circa 2,4 milioni di iraniani all’uso delle armi e al fronte ne furono mandati 450.000. Dopo quella guerra i basiji si riorganizzarono e divennero tra i primi garanti della sicurezza interna del regime iraniano islamico.

* la Repubblica, 09 febbraio 2010


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