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ELVIO FACHINELLI (1928-1989). Per il ventennale della morte.

giovedì 18 febbraio 2010
Per il Ventennale della morte di Elvio Fachinelli (1928-1989)
sull’impossibile formazione degli analisti
Conversazione di Sergio Benvenuto con Elvio Fachinelli - http://www.ildialogo.org/stampa/ELVIOFACHINELLIn.pdf] (1928-1989)”, questa “intervista alla quale teneva in modo particolare”. (...)

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> ELVIO FACHINELLI (1928-1989). -- "Al cuore delle cose. Scritti politici" - Fachinelli: il ’68 senza paraocchi (di Goffredo Fofi)

giovedì 12 maggio 2016


Fachinelli: il ’68 senza paraocchi

di Goffredo Fofi (Avvenire, 06/05/2016)

Nel non piccolo numero dei nostri miti intellettuali il nome di Elvio Fachinelli, noto ormai a pochi, meriterebbe un posto d’onore. Ho avuto la fortuna di esserne amico, trovandomi vicino a lui in molte convinzioni e battaglie ma leggendo con più passione i suoi interventi pedagogici e politici che non i suoi, per me ostici, saggi di psicoanalisi (tentò una volta di convincermi a tradurre con lui i saggi di Lacan, ma dopo un mese di accanito lavoro ero riuscito a metterne a punto solo tre o quattro pagine...)

Ci si rende nuovamente conto della solidità del suo pensiero leggendo Al cuore delle cose. Scritti politici 1967-1989, raccolti con scrupolo e amore per Derive Approdi da Dario Borso, cui devo, anni fa, anche un’ottima traduzione dell’«intraducibile» Arno Schmidt. Sono interventi anche lunghi, articoli veloci e veri e propri saggi legati all’attualità intensissima degli anni in cui furono scritti. Uscirono soprattutto sui Quaderni piacentini e su L’erba voglio, la rivista che fondò e diresse insieme all’omonima casa editrice anche in reazione alla piega che prendeva il ’68 fossilizzatosi in gruppi e gruppetti d’impronta neo-leninista.

Fachinelli si interroga sui comportamenti umani dentro la società del tempo e sui grandi conflitti in atto (erano gli anni del Vietnam, della delusione maoista, della violenza terrorista, dei disorientamenti intellettuali). I suoi scritti più nuovi restano quelli su infanzia e giovinezza: quanta forza troviamo in questa raccolta, che si confronta con il presente storico dei suoi anni senza paraocchi, in ostinato sforzo di capire e interpretare, e anche pacatamente giudicare, esprimendo con decisione i dubbi più motivati sui comportamenti generazionali e sui modelli di potere.

Al centro c’è sempre un interesse non solo scientifico, soprattutto «politico» per un’idea di maturità ben diversa da quella d’allora e ovviamente di oggi. Confrontandosi con la cronaca ma anche con le opere che hanno segnato quegli anni (da Salò a L’albero degli zoccoli, per esempio), Fachinelli cercava ostinatamente una verità a partire dall’uomo e non dalle ideologie. Per questo ha ancora tanto da insegnare rispetto ai simil-profeti che proliferano oggi nel vasto mare dell’opportunismo mediatico.


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