DOPO IL G8 - POLEMICHE SULLA TREGUA TRA GLI SCHIERAMENTI
Appello ad un clima politico civile
Di Pietro dice no al capo dello Stato
Napolitano: dialogo sia costruttivo. Sì dal Pd. Il Pdl: monito alla sinistra. L’ex pm: «Opposizione senza sconti» *
ROMA Dopo la «tregua» del G8, il presidente della Repubblica auspica un «clima più civile, corretto e costruttivo nei rapporti fra governo e opposizione». Giorgio Napolitano affida il suo appello ad un colloquio con il Corriere della Sera e riceve oggi da parte di molti esponenti politici di Pdl e Pd un plauso e un’adesione convinta, pur con accenti diversi.
Antonio Di Pietro invece è l’unico a declinare l’invito denunciando i pericoli dell’azione del governo che sta pensando ad una ennesima «legge porcata» con il progetto di uno scudo fiscale. La proposta, che viene smentita da palazzo Chigi, riguarderebbe il rientro dei capitali dall’estero, un provvedimento che il leader di Idv definisce «riciclaggio di Stato» perchè interesserebbe capitali illeciti di evasori e criminalità organizzata. L’appello del Capo dello Stato viene accolto da maggioranza e Pd con toni diversi. Il centrodestra cerca infatti di rilanciare nel campo avverso la responsabilità di una mancata collaborazione nell’interesse del paese. Dal canto suo il Pd avverte che il «confronto costruttivo avverrà senza sconti» verso il governo che deve ora occuparsi «delle vere emergenze del paese».
«Dopo il G8 è anche possibile che l’Italia sia un Paese normale con una normale dialettica tra maggioranza ed opposizione. Per poterlo fare in modo reale, però, bisogna essere almeno in due» avverte Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl che chiede al Pd di chiarire al congresso se intende continuare con la linea degli «scontri frontali» con il governo. Dello stesso avviso anche altri esponenti del Pdl, come Gasparri, Capezzone, Bocchino che assegnano all’opposizione la responsabilità di cambiare il clima. Per Anna Finocchiaro, che pure giudica «sagge» le parole di Napolitano, invece «il dialogo dipende innanzi tutto da maggioranza e governo. Il Parlamento - spiega la capogruppo al Senato - è il cuore della democrazia ma questo ruolo non gli viene riconosciuto dalla maggioranza e dal governo, circostanza che rende difficile l’avvio della stagione del confronto. La questione vera è che il Paese ha bisogno di riforme condivise e il più possibile durature, calibrate sull’interesse generale e non di parte».
Il suo omologo a Montecitorio, Antonello Soro è ancora più diretto: «Non consentiremo a nessuno di usare le parole di Napolitano per cambiare le carte in tavola. Chiediamo al governo di occuparsi della crisi della nostra economia, del dissesto della finanza pubblica, della dilagante disoccupazione che annuncia un autunno carico di tensioni sociali». Secco il no al dialogo da Antonio Di Pietro: «Mi dispiace, sig. Presidente della Repubblica, Napolitano, ma noi dell’Italia dei Valori sentiamo il dovere di declinare il suo nuovo appello dopo la tregua per il G8» scrive l’ex pm sul suo blog. «Noi non ci troviamo nulla di "civile, corretto e costruttivo" in questi comportamenti del Governo e della sua maggioranza parlamentare - prosegue Di Pietro - e per questa ragione continueremo a fare opposizione senza sconti alcuno, dentro e fuori del Parlamento».
* La Stampa, 12/7/2009 (19:42)