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VISITA DI BENEDETTO XVI IN SINAGOGA. UNA TRISTE FARSA - di Gherush92

domenica 17 gennaio 2010
Gherush92
Committee for Human Rights
ECOSOC Organization
LA TRISTE FARSA DELLA VISITA
DEL PAPA IN SINAGOGA
I preparativi della visita del papa in sinagoga, così come riferito in un empio articolo apparso su Radio Vaticana, continuano a seminare sconcerto, dolore e rabbia. L’organo del (...)

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> VISITA DI BENEDETTO XVI IN SINAGOGA. UNA TRISTE FARSA --- Rabbino Rosen: Su Pio XII decisione insensibile con ebrei. "Sorpreso che avvenga a 3 settimane da visita a sinagoga Roma".

sabato 19 dicembre 2009

Papa/ Rabbino Rosen: Su Pio XII decisione insensibile con ebrei

"Sorpreso che avvenga a 3 settimane da visita a sinagoga Roma"

Roma, 19 dic. (Apcom) - La decisione del Papa di firmare il decreto delle ’eroiche virtù’ di Pio XII "non mostra grande sensibilità nei confronti delle preoccupazioni della comunità ebraica", secondo il rabbino David Rosen, consulente per il dialogo interreligioso del Gran rabbinato di Israele, che aggiunge: "Sono sorpreso che una simile decisione sia stata presa a sole tre settimane dalla programmata visita del Papa alla sinagoga di Roma". "Spero - afferma Rosen interpellato telefonicamente da ’Apcom’ per un commento a conclusione dello ’shabat’ - che la decisione odierna non significhi che in Vaticano è in corso un’accelerazione su Pio XII. Spero che la posizione di Benedetto XVI sia che egli non poteva astenersi dal confermare le virtù religiose di Pio XII, ma che non vengano compiuti altri passi sulla strada della beatificazione prima che sia possibile compiere un’analisi storica obiettiva di quel frangente storico. Il che significa anche rendere accessibili agli studiosi gli archivi segreti".

Il rabbino Rosen, interlocutore del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso e direttore internazionale per gli affari interreligiosi dell’American Jewish Committee (Ajc), spiega che "i giudizi storici vanno formulati con umiltà. Quelli di Pio XII sono tempi storici nei quali nessuno era completamente santo, escluso chi morì martire per la giustizia. Dico solo - prosegue Rosen - che, a causa dell’enorme complessità delle emozioni e della memoria soggettiva, questa materia deve essere trattata con grandissima sensibilità e con un grado di distanza storica che richiede un lasso di tempo più lungo". "Certo - puntualizza il rabbino - la decisione di chi debba diventare santo o beato non è affare della comunità ebraica. Ma se la Chiesa cattolica dice, come dice, di voler avere rapporti rispettosi nei confronti del mondo ebraico, allora è opportuno che essa prenda in considerazione le nostre sensibilità prima di fare dei passi in questa materia".


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