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VISITA DI BENEDETTO XVI IN SINAGOGA. UNA TRISTE FARSA - di Gherush92

domenica 17 gennaio 2010
Gherush92
Committee for Human Rights
ECOSOC Organization
LA TRISTE FARSA DELLA VISITA
DEL PAPA IN SINAGOGA
I preparativi della visita del papa in sinagoga, così come riferito in un empio articolo apparso su Radio Vaticana, continuano a seminare sconcerto, dolore e rabbia. L’organo del (...)

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> VISITA DI BENEDETTO XVI IN SINAGOGA.... IL 17 GENNAIO PROSSIMO --- SULLA BEATIFICAZIONE DI PIO XII. Tullia Zevi: "Era meglio il silenziofino all’apertura di tutti gli archivi" (di Orazio La Rocca).

domenica 20 dicembre 2009

INTERVISTA

-  Per il presidente emerito delle Comunità ebraiche Pacelli resta figura controversa
-  Sulle sue posizioni sull’Olocausto tocca agli storici diradare i dubbi

-  Tullia Zevi: "Era meglio il silenzio
-  fino all’apertura di tutti gli archivi"

di ORAZIO LA ROCCA *

ROMA - "Di fronte ad una figura complessa come Pio XII sarebbe meglio osservare un doveroso silenzio, in attesa di saperne di più e con più mirata certezza quando saranno completamente aperti gli archivi del suo tormentato pontificato. Ma non credo che la decisione assunta da Benedetto XVI su papa Pacelli possa compromettere i rapporti tra ebrei e cristiani, e, tantomeno, mettere in pericolo la visita che papa Ratzinger farà alla Sinagoga di Roma il 17 gennaio prossimo".

Cerca di gettare acqua sul fuoco delle polemiche, la professoressa Tullia Zevi, presidente emerito dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, la prima donna ad essere stata eletta alla più alta carica ebraica del nostro Paese. "Prima di fare commenti è bene meditare a lungo, ma è altrettanto opportuno - avverte - non avere mai paura di sollevare tutti i veli che finora hanno coperto la storia di Pio XII e di esprimere, alla fine, giudizi obiettivi e pacati".

Signora Tullia Zevi, perché Pio XII, a 51 anni dalla morte, suscita ancora tanta diffidenza in una parte del mondo ebraico?

"Non c’è dubbio che, stando a quanto è stato scritto e a tutto quello che è stato tramandato nei libri di storia e anche oralmente, papa Pacelli è un personaggio complesso e controverso, soprattutto per tutto quanto c’è stato tra lui e il regime fascista nell’ambito del quale guidò la Chiesa cattolica come sommo pontefice. Cinquantuno anni dalla morte possono essere tanti, ma anche pochi proprio in relazione agli anni apocalittici del suo pontificato".

Eppure, papa Ratzinger non sembra avere dubbi...

"Non sta a me e, tantomeno, a tutto il mondo ebraico sindacare sulle decisioni di un Papa. In questo caso, però, forse è bene non avere fretta. Per un giudizio complessivo su Pio XII manca ancora tutta la parte relativa alla documentazione del suo pontificato che dovrà essere messa a disposizione degli studiosi. Aspettiamo di leggere quelle carte, non è da escludere che potrebbero emergere nuovi aspetti e far evidenziare altri episodi inediti che potrebbero portare altra luce e diradare le nubi che ancora gravano su Pacelli. Perché non farlo?".

Ma qual è l’aspetto più controverso di Pacelli? I suoi presunti "silenzi" sull’Olocausto? I suoi rapporti con i fascisti?...

"Sono gli storici che devono rispondere a questi quesiti e diradare, sulla base di documentazioni attendibili, i dubbi che ancora circondano Pio XII. È, comunque, un fatto storicamente provato che tante sue scelte furono dettate dalla sulla apocalittica paura verso il comunismo, senza tener conto che, anche in quegli anni, non c’era solo il comunismo sovietico, ma tante altre forze progressiste, socialiste e socialdemocratiche. Non va comunque sottovalutato il fatto che avere a che fare con regimi fascisti e nazisti non era cosa semplice ed indolore".

Si aspettava da Ratzinger una accelerazione tanto inaspettata sulla beatificazione di Pio XII?

"Ripeto, non giudico le scelte dei pontefici. Storicamente, quasi mai un Papa ha criticato o contraddetto un suo predecessore. Pio XII va comunque studiato a fondo, va capito, sviscerato, perché non va mai dimenticato che è stato un pontefice che è vissuto in tempi drammatici e difficili".

Teme che ora i rapporti tra Comunità ebraica e Vaticano torneranno ad essere critici? Il 17 gennaio prossimo Benedetto XVI visiterà la Sinagoga di Roma.

"Non credo che ci saranno conseguenze sui rapporti tra cristiani ed ebrei. Ormai non si torna indietro, il dialogo andrà sempre avanti, anche di fronte ad incomprensioni momentanee e persino a critiche reciproche, come può legittimamente succedere con Pio XII. Indietro però non si torna. Per fortuna".

* la Repubblica, 20 dicembre 2009


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