Trattativa Stato-mafia. Si doveva dare corso oggi al provvedimento, ma il ricorso in Cassazione di Ciancimino ha fermato tutto
Intercettazioni di Napolitano, slitta la distruzione
di Salvo Palazzolo (la Repubblica, 12 febbraio 2013)
PALERMO - Un ricorso in Cassazione di Massimo Ciancimino, testimone e imputato del processo "Trattativa", fa slittare ancora una volta la distruzione delle intercettazioni fra il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e l’ex ministro Nicola Mancino.
Dopo la decisione della Corte Costituzionale, gli avvocati Roberto D’Agostino e Francesca Russo avevano presentato un’istanza al gip incaricato di procedere alla distruzione: Massimo Ciancimino chiedeva di poter ascoltare quei dialoghi, per valutare «eventuali elementi perla sua difesa».
Ma il giudice Riccardo Ricciardi aveva rigettato l’istanza. Venerdì scorso, il magistrato aveva così disposto la distruzione delle quattro conversazioni finite agli atti dell’inchiesta sulla trattativa mafia-Stato. Un provvedimento, come disposto dalla Consulta, adottato al di fuori di un’ udienza e senza la partecipazione di alcuna parte. «Nelle conversazioni - ha scritto il giudice- si rileva l’assenza di riferimenti a interessi relativi a principi costituzionali supremi che possono essere pregiudicati dalla distruzione delle registrazioni». Espressione giuridica per ribadire che in quelle telefonate non c’è nulla che possa pregiudicare il diritto di difesa di Ciancimino.
Ieri, il tecnico della società Rcs nominato dal gip per cancellare le telefonate dal server della Procura di Palermo era pronto a completare l’incarico. Ma i difensori di Ciancimino hanno presentato ricorso in Cassazione contro il diniego del giudice Ricciardi.
E così la cancellazione è stata rinviata, almeno di un mese, in attesa della decisione della Suprema Corte.