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PER L’ITALIA E PER LA COSTITUZIONE. CARO PRESIDENTE NAPOLITANO, CREDO CHE SIA ORA DI FARE CHIAREZZA. PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI ... di Federico La Sala

martedì 4 novembre 2014
CRISI COSTITUZIONALE (1994-2011). DUE PRESIDENTI GRIDANO: FORZA ITALIA!!! LA DOMANDA E’: CHI E’ "PULCINELLA"? CHI IL MENTITORE?
AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA L’INVITO A RIPRENDERSI LA "PAROLA" E A RIDARE ORGOGLIO E DIGNITA’ A TUTTO IL PAESE: FORZA, VIVA L’ITALIA, VIVA L’ ITALIA!!!
ITALIA: LA (...)

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> PER L’ITALIA E PER LA COSTITUZIONE. --- Messaggio del presidente della Repubblica alla cerimonia di auguri con le alte cariche dello Stato.

lunedì 16 dicembre 2013

Napolitano: "Rischio scosse sociali, attenzione a malessere"

Messaggio del presidente della Repubblica alla cerimonia di auguri con le alte cariche dello Stato: No ad elezioni anticipate, subito la riforma elettorale in senso maggioratiorio e severo richiamo al rispetto della legge. Avviso a Berlusconi: "Basta evocare colpi di Stato" *

ROMA - Ci sono il movimento dei forconi e le altre manifestazioni di protesta al centro del discorso pronunciato dal presidente della Repubblica in occasione della cerimonia al Quirinale per lo scambio degli auguri con i rappresentanti delle istituzioni, delle forze politiche e della società civile. Giorgio Napolitano chiede "massima attenzione" a coloro che vivono nel "disagio" e che "può farsi coinvolgere in proteste violente, in uno sterile moto di opposizione totale". Bisogna accompagnare, aggiunge, "al massimo rispetto della legge l’attenzione a tutte le cause di malessere sociale".

Messaggio a Berlusconi. In Parlamento, prosegue il presidente, si deve poter affermare "in ogni momento un clima di civile confronto e di fruttuoso impegno, nel rispetto dei diritti di tutte le forze che vi sono rappresentate e nella riaffermazione delle regole che le camere si sono date". Per questo, dice in riferimento alle polemiche seguite alla sentenza Mediaset, "le estremizzazioni non giovano a nessuno e possono solo causare guasti nella vita democratica", mentre "sempre e dovunque negli stati di diritto non può che riaffermarsi la separazione dei poteri tra politica e giustizia". Per questo, mette in guardia Berlusconi, nessuno è "autorizzato ad evocare immaginari colpi di Stato a cui non saremmo estranei".

Malessere e forconi. Dall’anno scorso l’Italia, sottolinea ancora il capo dello Stato, ha conosciuto "mutamenti incalzanti della scena politica, mutamenti ancora lontani da un chiaro assestamento e tali da presentare incognite non facilmente decifrabili". Napolitano affronta anche l’attualità della protesta dei Forconi. "La crisi che ha investito l’Eurozona - dice - ha messo a dura prova la coesione sociale. Le più elaborate previsioni 2014 segnalano un rischio diffuso di tensioni e scosse sociali: un rischio che deve essere tenuto ben presente e fronteggiato in Italia". "Occorre accompagnare il più severo richiamo al rispetto della legge - avverte ancora il presidente - con la massima attenzione a tutte le cause e casi di più acuto malessere sociale. Il governo registra in questo momento con comprensibile soddisfazione l’arresto della caduta del Pil, ma la recessione morde ancora duramente, e diffusa appare la percezione della difficoltà ad uscirne pienamente".

Capire il disagio. "La massima attenzione - aggiunge il capo dello Stato - va data a quanti non sono raggiunti da risposte al loro disagio: categorie, gruppi, persone, che possono farsi coinvolgere in proteste indiscriminate e finanche violente, in un estremo e sterile moto di contrapposizione totale alla politica e alle istituzioni".

L’emergenza riforme. Napolitano affronta poi il tema del recente cambio di maggioranza e delle riforme istituzionali, ribadendo il suo no all’eventualità di elezioni anticipate. "E’ importante - dice - che l’Italia continui a essere governata nel 2014. L’Europa ci guarda" e bisogna nutrire la stabilità "piuttosto che l’aspettativa di nuove elezioni anticipate dall’esito più che dubbio". "Le sorti del governo - sostiene - poggiano soltanto sulle sue forze, sono legate soltanto al rapporto di fiducia con la sua maggioranza", ma, il presidente allo stesso tempo aggiunge: "Oggi vorrei rivolgere uno schietto appello al partito che il 2 ottobre scorso si è distaccato dalla maggioranza originaria guidata da Letta, perché quella rottura non comporti l’abbandono del disegno di riforme costituzionali", per il quale, insiste, occorre anche di "tutte le forze dell’opposizione".

Serve il maggioritario. "La prossima pubblicazione del testo della sentenza della Corte e della sue motivazioni - osserva - chiarirà gli effetti giuridici e fornirà utili indicazioni al Parlamento", che, ricorda il Capo dello Stato, "ha già deciso di far ripartire dalla Camera un più risoluto e spedito esame delle diverse opzioni possibili per dare al Paese una legge che, insieme alle riforme costituzionali, soddisfi, con corretti meccanismi maggioritari, esigenze di governabilità proprie di una democrazia governante, di una democrazia dell’alternanza".

Basta bicameralismo. "Il superamento del bicameralismo paritario, dello snellimento del Parlamento, della semplificazione del processo legislativo", avvisa ancora Napolitano, sono "ormai questioni vitali per la funzionalità e il prestigio del nostro sistema democratico".

I limiti del reincarico. In conclusione del suo discorso il capo dello Stato affronta poi il delicato punto del suo reincarico al Quirinale. "Non c’è tentativo di spudorato rovesciamento della verità - afferma - che possa oscurare quel mio atteggiamento o far dimenticare la pressante sollecitazione che venne a me rivolta da opposte forze politiche partecipi di una drammatica condizione di impotenza politica a eleggere il mio successore". "Nel ringraziare il Parlamento per la fiducia accordatami - ricordato il capo dello Stato - ebbi modo di indicare inequivocabilmente i limiti entro cui potevano impegnarmi a svolgere ancora il mandato di presidente, di quei limiti credo che abbiate memoria e io doverosamente non mancherò di rendere nota ogni mia ulteriore valutazione della sostenibilità, in termini istituzionali e personali, dell’alto e gravoso incarico affidatomi".

Le reazioni. "Mi sembra un discorso - commenta il premier Enrtico Letta - che apre alla speranza di un 2014 in cui possono essere sciolti i nodi che hanno bloccato la politica italiana per tanto tempo, in cui la ripresa possa essere colta e possa esserci, come ha detto il presidente, una ripresa con crescita dell’occupazione. Spero che il Parlamento colga i moniti del presidente". Per il vicepremier Angelino Alfano quello del capo dello Stato è stato "un discorso di grande visione e consapevolezza delle urgenze sociali e della necessità di affrontarle al più presto".

* la Repubblica, 16 dicembre 2013


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