«Questo clima è anche colpa della caccia all’uomo da parte dei magistrati»
intervista di Aldo Cazzullo (Corriere della Sera 15.12.09)
Don Verzé, Berlusconi è qui nel suo ospedale. Come l’ha trovato?
«Fisicamente, in ripresa. Psicologicamente, umiliato, terrorizzato. Non tanto per il dolore, quanto per aver provato sul suo corpo l’odio».
Quando ha saputo?
«Appena è successo. Mi ha avvisato il suo medico, Alberto Zangrillo. Ma non sono andato subito al San Raffaele. In questi casi ci vogliono calma, tranquillità. E anche solitudine. Attorno a Berlusconi c’erano i nostri medici migliori, e loro bastavano. Hanno fatto la Tac, per escludere danni cerebrali. Poi gli altri esami. Solo dopo abbiamo fatto entrare il fratello e i figli».
E lei?
«Io sono andato stamattina (ieri, nda ). Era giusto lasciargli un po’ di tempo. Quando accade una cosa del genere, quando si rischia la vita, ci si ritrova come sospesi tra Dio e il mondo. Soprattutto se si è uomini della statura di Berlusconi ».
Perché parla di un Berlusconi «terrorizzato »?
«Il problema non è lui. Lui si è già ripreso, la forte emozione che ha provato è già alle spalle. L’ho rivisto all’ora di pranzo, e il suo ottimismo aveva già preso il sopravvento. Anch’io sono un ottimista; ma perché ho novant’anni, e mi sento ormai nelle braccia di Gesù Cristo. Berlusconi è più ottimista di me. Il problema è l’odio. Questo episodio è anche un monito. Il segno che è davvero il tempo di cambiare la Costituzione ».
Perché? E in che modo, secondo lei?
«Non tocca a me dirlo. Tocca ai politici: l’ho detto a Berlusconi e agli altri che ho visto oggi, Fini e Bersani».
Come ha trovato Fini?
«Freddo. Forse perché l’ho visto per strada».
E Bersani?
«Caloroso. Sinceramente dispiaciuto. Bersani è una gran brava persona. Ci siamo anche dati un bacio. Certo, ha da governare una gabbia di tigri e leoni ».
Di Pietro dice che Berlusconi ha istigato all’odio. Anche la Bindi, con toni diversi, sostiene che il premier ha le sue responsabilità per il clima che si è creato.
«Sono loro ad aizzare all’odio, ad aver ispirato il gesto di quel povero diavolo ».
È giusto dare più poteri al presidente del Consiglio?
«Se ne occupino gli addetti ai lavori. Dico soltanto come cambierei l’articolo 1: l’Italia è una repubblica fondata non solo sul lavoro, ma anche sulla cultura; la politica divide, la cultura unisce. Quanto è accaduto è frutto di un’assoluta mancanza di cultura. Di rispetto. Di conoscenza dell’altro. Berlusconi mi ha detto: ’Perché a me? Perché mi odiano tanto, al punto da volermi ammazzare? Io voglio il bene del paese, il bene di tutti. Tu don Luigi lo sai che è così. Perché non se ne rendono conto?’».
È davvero così, don Luigi?
«Certo. Io conosco bene Berlusconi. È un uomo di fiducia e di fede. Conosce il vero insegnamento di Gesù: ’Amatevi l’un l’altro come io ho amato voi’. Berlusconi ama tutti, anche i suoi nemici. È incapace di pensieri o parole cattivi».
Una volta definì «coglioni » gli italiani che non votavano per lui.
«Ma anch’io ne dico di tutti i colori alle persone che lavorano con me. Però loro non se la prendono. Perché, come Berlusconi, parlo con il sorriso sulle labbra; e loro sono indotti a sorridere».
Anche la magistratura, secondo lei, ha contribuito a creare questo clima?
«È chiaro che è così. Questo è il vero motivo per cui occorre ritoccare la Costituzione. Anche la caccia all’uomo giudiziaria ha creato il contesto in cui è stata possibile l’aggressione. La magistratura dev’essere ricondotta al suo ruolo. Che è al di sopra e al di fuori della politica. I magistrati non devono fare politica; sarebbe come se il Papa o la Chiesa pretendessero di farla».
Lei sa che diranno che Berlusconi e i suoi intendono approfittare della circostanza.
«So quel che diranno. Non si rendono conto del pericolo che incombe sul paese, del clima che si respira, della gravità di quanto è accaduto. Non si rendono conto che Berlusconi ama l’Italia, ed è per questo, non per i suoi interessi, che è sceso in campo, mettendo in gioco tutto se stesso, anima e corpo, anche a rischio della propria salute. Anche a rischio della propria vita, come si è visto. Io gliel’ho detto: ’Ricordati che sei una persona ricca’. Ma lui non si tira mai indietro. Poi, certo, non è un angelo del cielo. È un uomo. Un uomo sano e vitale. Può commettere errori. Come me, come lei. Per fortuna il San Raffaele è il suo angelo custode; e io sono il custode del suo angelo custode».
Perdonerà il suo feritore?
«L’ha già perdonato. Non mi stupirei che chiedesse di incontrarlo».