Inviare un messaggio

In risposta a:

PER L’ITALIA E PER LA COSTITUZIONE. CARO PRESIDENTE NAPOLITANO, CREDO CHE SIA ORA DI FARE CHIAREZZA. PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI ... di Federico La Sala

martedì 4 novembre 2014
CRISI COSTITUZIONALE (1994-2011). DUE PRESIDENTI GRIDANO: FORZA ITALIA!!! LA DOMANDA E’: CHI E’ "PULCINELLA"? CHI IL MENTITORE?
AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA L’INVITO A RIPRENDERSI LA "PAROLA" E A RIDARE ORGOGLIO E DIGNITA’ A TUTTO IL PAESE: FORZA, VIVA L’ITALIA, VIVA L’ ITALIA!!!
ITALIA: LA (...)

In risposta a:

> PER L’ITALIA E PER LA COSTITUZIONE. --- Anno giudiziario, la protesta delle toghe. "Sedie vuote quando parlerà il ministero".

mercoledì 27 gennaio 2010


-  La giunta Anm ha deciso le modalità dell’iniziativa di sabato in occasione delle cerimonie presso le 26 corti d’Appello italiane
-  nelle Aule i giudici saranno con toga e Costituzione in mano. "Basta aggressioni e insulti dal premier"

-  Anno giudiziario, la protesta delle toghe
-  "Sedie vuote quando parlerà il ministero"

Il Guardasigilli: "Hanno scelto di macchiare una giornata che è per i cittadini e per il loro diritto di avere giustizia"

ROMA - Presenti con la toga e con una copia della Costituzione in mano nelle aule delle cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario nelle 26 corti d’Appello. Aule che però i magistrati abbandoneranno per protesta quando prenderà la parola il rappresentante del ministero della Giustizia, non prima di aver letto un durissimo documento che chiama in causa direttamente il presidente del Consiglio: "Basta insulti e aggressioni", affermano le toghe. I magistrati si dicono certe che "la dignità della magistratura verrà tutelata dal garante degli equilibri costituzionali", cioè dal capo dello Stato. "L’Associazione nazionale magistrati ha scelto di macchiare una giornata che è per i cittadini e per il loro diritto di avere giustizia", è la replica del ministro della Giustizia Angelino Alfano.

Durante le cerimonie nei distretti di corte d’Appello i magistrati indosseranno la toga e avranno in mano una copia della Costituzione "per simboleggiare il forte attaccamento alla funzione giudiziaria e alla Carta costituzionale", spiega l’Anm in una nota. Ma al momento dell’intervento del rappresentante del ministero della giustizia "lasceranno in maniera composta l’aula per testimoniare il proprio disagio per le iniziative legislative in corso, che rischiano di distruggere la giustizia in Italia, e per la mancanza degli interventi necessari ad assicurare l’efficienza del sistema"; e soltanto alla fine rientreranno. A decidere le modalità della protesta che le toghe metteranno in atto sabato prossimo è stata oggi la giunta dell’Anm.

I presidenti delle sezioni locali dell’Associazione leggeranno il documento predisposto dai vertici del ’sindacato delle toghe’ e alla fine del suo intervento mostrerà una copia del dossier "Le verità dell’Europa sui magistrati italiani", che poi consegnerà al presidente della corte d’Appello. Contemporaneamente i rappresentanti della giunta locale distribuiranno ai presenti copie del dossier. Conclusa la cerimonia, ogni giunta locale dell’Anm organizzerà una conferenza stampa nella quale, oltre a illustrare il documento e il dossier, si esporranno le particolari situazioni del distretto.

Il documento. "Non intendiamo assuefarci ad un costume politico che ha reso pratica quotidiana l’insulto e il dileggio", afferma il documento dell’Anm. E invece "ogni giorno siamo costretti ad ascoltare invettive e aggressioni nei confronti dei magistrati. ’Cloaca’, ’cancro’, ’metastasi’, ’disturbati mentali’, ’plotoni di esecuzione’ sono solo alcune delle espressioni utilizzate dal capo del governo e da esponenti politici di primo piano nei confronti della magistratura". "I magistrati - sottolinea ancora l’Anm- non sono parte di un conflitto e non sono contrapposti a nessuno. Per questo diciamo basta alle aggressioni". L’Anm punta l’indice anche contro "la ’campagna mediatica’ condotta da taluni organi di stampa contro i magistrati", che "si alimenta di dati e informazioni false e che dipinge i magistrati come fannulloni strapagati, unici responsabili del dissesto del sistema giudiziario". Per contrastarla l’Anm ha pubblicato e diffuso dati ufficiali del rapporto della Commissione europea (CEPEJ) che "smentiscono in maniera oggettiva queste menzogne", un dossier che sarà distribuito durante le cerimonie di sabato prossimo.

"Basta con riforme distruttive del sistema giudiziario", con "leggi prive di razionalità e di coerenza, pensate esclusivamente con riferimento a singole vicende giudiziarie e che hanno finito per mettere in ginocchio la giustizia penale in questo Paese", afermano ancora i magistrati.

Il documento punta l’indice contro più riforme del governo e della maggioranza a cominciare da quella sul processo breve: già con la Legge ex Cirielli - scrivono le toghe - "il numero di processi che si chiudono con la prescrizione è balzato alla impressionante cifra di 170.000 l’anno"; ma questi aumenteranno "in maniera esponenziale" se dovesse diventare il ddl sul processo breve "che ridurrà il processo penale ad una tragica farsa e determinerà un rischioso disordine organizzativo con effetti pregiudizievoli sulla tutela dei diritti dei cittadini anche nel settore civile".

"Rispettiamo l’autonomia del Parlamento - afferma l’Anm- ma è nostro dovere segnalare alla politica gli effetti e le ricadute che singoli provvedimenti legislativi possono avere sul sistema. Sentiamo pertanto il dovere di dire che se dovessero essere approvate anche la riforma delle intercettazioni e la riforma del processo penale proposte dal Governo e in discussione in parlamento, non sarebbe in nessun modo possibile assicurare giustizia in questo Paese".

In alternativa a quelle "distruttive" l’Anm chiede che si facciano le "vere riforme" , quelle che cioè servono a rendere più celeri i giudizi. Le toghe sollecitano la revisione delle circoscrizioni giudiziarie; la riforma delle procedure nel civile e nel penale, per togliere alla parte "che ha interesse al prolungamento del processo la possibilità di ’abusare’ dei diritti per sottrarsi alle proprie responsabilità, l’informatizzazione dei processi, la depenalizzazione dei reati minori e la introduzione di pene alternative al carcere. Oltre a chidere investimenti sul personale amministrativo, sulla riqualificazione, sull’innovazione informatica; risorse e mezzi "adeguati alla gravità della situazione".

Reazioni. "L’Anm piuttosto che inaugurare l’anno giudiziario ha deciso di inaugurare la campagna elettorale in vista delle elezioni per il Csm che si terranno in primavera" ed "ha scelto di macchiare una giornata che è per i cittadini e per il loro diritto di avere giustizia". Lo afferma il Guardasigilli Angelino Alfano che aggiunge: "sono il ministro della Giustizia, servo il mio paese e ho giurato sulla Costituzione. A differenza di coloro che seguiranno le improvvide indicazioni dell’Anm, parteciperò all’inaugurazione dell’anno giudiziario presso la Suprema Corte di Cassazione alla presenza del Presidente della Repubblica".

Duro il coordinatore del Pdl, Sandro Bondi. "La decisione annunciata dall’Anm - dice - è una profonda e oltraggiosa lesione dell’ordine democratico e costituzionale. A questo punto è improcrastinabile una posizione chiara di tutte le Istituzioni a salvaguardia delle legittime prerogative democratiche".

"Registriamo la singolare concezione della democrazia del ministro Bondi, che nega persino il diritto ad esprimere il dissenso a chi ha il compito di rappresentare i magistrati, mentre trova assolutamente normale che il Parlamento continui a varare norme che contribuiscono alla destrutturazione del già malandato sistema giudiziario". Lo dichiara in una nota il presidente del Forum Giustizia del Pd, Andrea Orlando ’suggerendo’ al governo di "guardare al merito delle questioni segnalate in modo unitario da tutte le componenti della magistratura" piuttosto che "alzare i toni".

"Un governo responsabile invece di accusare, ancora una volta, i magistrati di essere sobillatori, rifletta sulle ragioni profonde della loro protesta, che non sono una rivendicazione economica nè di interessi personali. Ma, semplicemente, la richiesta di garantire a tutti i cittadini di avere giustizia sia se vittime di reati, sia se chiamati a rispondere delle loro azioni", lo afferma il leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro.

* la Repubblica, 27 gennaio 2010


Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: