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UN REVISIONISMO CON LO SPADONE DI "BRENNO": "VAE VICTIS". Un’intervista a Giovanni De Luna: «Craxi al posto di De Gasperi, Salò al posto della Liberazione. Così legittimano Berlusconi» - di Bianca Di Giovanni.

lunedì 18 gennaio 2010
Intervista a Giovanni De Luna
«Craxi al posto di De Gasperi
Salò al posto della Liberazione
Così legittimano Berlusconi»
Per lo storico si è in presenza di «un revisionismo due volte furbo: basta pensare che l’egemonia di destra è nata dalle ceneri di quella stagione» (...)

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> UN REVISIONISMO CON LO SPADONE DI "BRENNO": "VAE VICTIS". --- Craxi, la lettera di Napolitano alla moglie: "Luci e ombre, ma è figura incancellabile".

lunedì 18 gennaio 2010


-  Il presidente scrive alla vedova dell’ex leader socialista: "La sua figura non puo’ venir sacrificata alle sole responsabilità giudiziare"
-  "Uno stato democratico non può consentirsi distorsioni e rimozioni sommarie o unilaterali"

-  Craxi, la lettera di Napolitano alla moglie
-  "Luci e ombre, ma è figura incancellabile"
*

ROMA - "Voglio esprimere la mia vicinanza personale in un momento che è per voi di particolare tristezza, nel ricordo di vicende conclusesi tragicamente". Comincia così la lettera che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano scrive ad Anna Craxi, moglie dell’ex leader socialista. Una missiva attesa. E che arriva nel’anniversario della morte, in esilio, di Craxi. "Ho ritenuto di dover dare al ricordo della figura e dell’opera di suo marito" un contributo "per l’impronta non cancellabile che ha lasciato, in un complesso intreccio di luci e ombre, nella vita del nostro Stato democratico", scrive Napolitano. Figura discussa, quella di Craxi. Protagonista della vita politica italiana, travolto dal ciclone Mani Pulite e morto, in esilio, ad Hammamet.

Quello che è certo, continua il presidente della Repubblica, è che la figura di Craxi "non puo’ venir sacrificata al solo discorso sulle responsabilità sanzionate per via giudiziaria. Il nostro Stato democratico non può consentirsi distorsioni e rimozioni del genere".

Nella missiva Napolitano ripercorre le vicende che portarono all’esilio tunisino il leader socialista. Torna con la memoria ai primi anni ’90 e ricorda "il susseguirsi, in un drammatico biennio, di indagini giudiziarie e di processi, che condussero, tra l’altro, all’incriminazione e ad una duplice condanna definitiva in sede penale" di Craxi. Che, ricorda il capo dello Stato, "decise di lasciare il Paese mentre erano ancora in pieno svolgimento i procedimenti giudiziari nei suoi confronti". Un periodo tormentato che "impone ricostruzioni non sommarie e unilaterali".

Poi Napolitano affronta la spinosa vicenda delle inchieste a cui Craxi venne sottoposto e condannato. "E’ un fatto che il peso della responsabilità per i fenomeni degenerativi ammessi e denunciati in termini generali e politici dal leader socialista era caduto con durezza senza eguali sulla sua persona" continua Napolitano. Ricordando anche una pronuncia della Corte dei Diritti dell’Uomo critica riguardo ai processi contro Craxi. "Non si può dimenticare che la Corte dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo ritenne, con decisione del 2002, che, pur nel rispetto delle norme italiane allora vigenti, fosse stato violato il ’diritto ad un processo equo’ per uno degli aspetti indicati dalla Convenzione europea".

Ciò che resta aperta, scrive il presidente della Repubblica, è la "persistente carenza di risposte sul tema del finanziamento della politica e della lotta contro la corruzione nella vita pubblica". Che, ancora oggi, "è ancora in attesa di riforme".

Per quanto riguarda il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è probabile che domani partecipi in mattinata ad una commemorazione di Craxi al Senato.

* la Repubblica, 18 gennaio 2010


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