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SULLA PEDOFILIA, L’ALLARME DELLA RIVISTA "CONCILIUM" (3/2004) E IL COLPEVOLE SILENZIO DEL VATICANO. Una nota

giovedì 15 aprile 2010
LA "SACRA FAMIGLIA" DELLA GERARCHIA CATTOLICO-ROMANA E’ ZOPPA E CIECA: IL FIGLIO HA PRESO IL POSTO DEL PADRE DI GESU’ E DEL "PADRE NOSTRO".... E CONTINUA A "GIRARE" IL SUO FILM PREFERITO, "IL PADRINO". E’ ORA DI RESTITUIRE "L’ANELLO DEL PESCATORE" A GIUSEPPE, E AMARE MARIA - E NON GIOCASTA!!! (...)

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>ALLARME DELLA RIVISTA "CONCILIUM" (3/2004) --- «Scandali e abusi sessuali degenerazioni del potere». Intervista a Gianfranco Svideroschi.

mercoledì 20 febbraio 2013


«Scandali e abusi sessuali degenerazioni del potere»

intervista a Gianfranco Svideroschi

a cura di Franca Giansoldati (Il Messaggero, 20 febbraio 2013)

«Gli scandali di natura finanziaria, l’affaire Vatileaks e la sconvolgente sequela degli abusi sui minori da parte di troppi preti pedofili sono il prodotto di un potere degenerato da parte dei vescovi». E’ una analisi al vetriolo quella di Gianfranco Svidercoschi. Nella sua lunga carriera di vaticanista ha osservato cinque pontificati, raccontato il Concilio, scritto 15 libri e ha ricoperto il ruolo di vice direttore dell’Osservatore Romano, chiamato da Papa Wojtyla.

Forse non è un caso se Papa Ratzinger anche domenica ha messo in guardia dalla strumentalizzazione del potere...

«Mi pare evidente. Che vi fosse qualcosa che non andava si era capito da tempo, quando dopo il primo entusiasmo per il Concilio fu chiaro che lo stavano bloccando. Basta vedere che uno dei documenti meno attuati è la Lumen Gentium. Andate a rileggerlo su Internet. Si parla di collegialità, apertura, collaborazione con i laici. Penso che la grande questione della pedofilia abbia radici lontane. Occorre memoria storica. Si tratta della degenerazione nell’uso del potere sacro da parte del clero. Troppi vescovi hanno ritenuto di dovere coprire le malefatte dei preti pedofili».

Hanno pensato più alla difesa dell’istituzione che non al Vangelo e alle piccole vittime?

«Anche se i vescovi che sono stati dimessi sono meno di cento, resta sul tappeto la radice culturale che ha dato origine a questa gestione scriteriata. Hanno ragionato come se fossero una casta. Quando noi parliamo del clericalismo, noi pensiamo che sia solo l’ingerenza della Chiesa nello Stato, e invece si tratta solo di una dinamica corporativa ben precisa».

Eppure Papa Ratziger ha fatto tantissimo e passerà alla storia per avere usato metodi durissimi per combattere la pedofilia..

«Nel 2001 fu il cardinale Ratzinger a chiedere a Giovanni Paolo II di fare di più. Si arrivò ad un protocollo guida. Sei anni dopo Benedetto XVI davanti alla situazione dell’Irlanda si è accorto che forse i vescovi, tolto qualche raro caso, si comportavano come prima. Ecco la degenerazione del potere che ha denunciato anche domenica».

Si è dimesso per purificare la casta?

«Per certi versi direi di sì. Ricordo che Benedetto XVI quando è andato in Germania si è lamentato di una Chiesa talmente strutturata da soffocare la fede. Ha parlato chiaro, tante, troppe volte. Non si sarà sentito ascoltato».

Il tema della riforma della curia è ciclico, ma poi...

«Non se ne fa mai niente. Strutture burocratiche, un meccanismo pachidermico. Ritengo che il Papa non si sia sempre sentito sostenuto dalla struttura, o almeno non sempre. Come se si fosse inceppato qualche meccanismo».

Il panorama tanto deludente?

«Papa Ratzinger ha messo in guardia dall’eccesso di burocratizzazione, di carrierismo. Purtroppo quella che ha davanti è una compagine di manager. Il Vangelo non lo intravedo sempre»


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