INCHIESTA G8
Sepe: "Dopo calvario c’è resurrezione"
S. Sede: "Collaborerà nei limiti del Concordato"
Omelia del cardinale durante la messa a Napoli dopo la notizia dell’apertura di una indagine per corruzione. Ha il passaporto diplomatico. Attesa. La Santa Sede
NAPOLI - Il cardinale Crescenzio Sepe, indagato da Perugia per corruzione, collaborerà con la giustizia italiana ma "bisognerà tenere anche conto degli aspetti procedurali e dei profili giurisdizionali impliciti nei corretti rapporti tra Santa Sede e Italia, che siano eventualmente connessi a questa vicenda". Lo detto il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, in una dichiarazione alla Radio vaticana, distribuita anche in sala stampa.
Lombardi ha anche ribadito "stima e solidarietà in questo momento difficile": "Il card. Sepe ha lavorato e lavora per la Chiesa in modo intenso e generoso e ha diritto ad essere rispettato". E poi: "Auspichiamo tutti e abbiamo fidiucia che la situazione venga chiarita rapidamente e elimnate le ombre".
Oggi, durante la messa, nell’omelia, il cardinale ha fatto un lungo e implicito riferimento alla sua vicenda giudizia: "Quanti martiri ci sono, anche oggi, che in nome della verità e in nome di Cristo rimangono fedeli al suo Vangelo, che vengono torturati, che vengono umiliati e disprezzati. Ma noi che possediamo il Signore, noi che siamo coerenti con la nostra fede non dobbiamo aver paura. Perché, anche nel momento della sofferenza, dopo quel calvario ci sarà la luce della resurrezione". Questo è stato uno dei passaggi dell’omelia domenicale durante la messa nella chiesa di Sant’Onofrio dei Vecchi.
Dopo la messa il cardinale ha confermato la sua fiducia nella magistratura e assicurato di voler "parlare presto" alla città.
* la Repubblica, 20 giugno 2010